Situazione critica per i TIROCINANTI MINISTERIALI calabresi: si richiede intervento urgente della politica
La condizione delle oltre 250 persone escluse ingiustamente dal concorso per 1956 tirocinanti riguardante i Ministeri della Cultura, della Giustizia e dell’Istruzione continua ad essere preoccupante. Si parla di soggetti svantaggiati, con ISEE basso o percettori di mobilità in deroga, che dopo aver superato una selezione nel 2016, erano stati considerati beneficiari di un provvedimento di politica attiva, che aveva consentito loro di prestare servizio presso le sedi periferiche dei suddetti Ministeri.
Anni senza contratto, senza contributi e senza diritti, che sarebbero dovuti essere finalmente ripagati con l’ottenimento di un contratto di 18 mesi a 18 ore settimanali. La selezione sarebbe dovuta essere una mera formalità, in quanto diretta ad individui che avevano già acquisito delle competenze sul campo, per la cui formazione erano già state spese delle risorse. Diversamente da come ci si aspettava, la prova del concorso, gestita da Formez, oltre ad essere estremamente rigida, è stata strutturata in modo tale da non tenere per niente in considerazione le conoscenze derivanti dall’attività lavorativa svolta in passato, frutto delle mansioni ricoperte durante il tirocinio e, inoltre, non è stato fornito un testo sul quale studiare.
Per circa il 50% dei tirocinanti si è verificato, perciò, un inconsueto paradosso: persone che per lunghi periodi di tempo hanno lavorato negli enti e sopperito alle carenze di personale sono state considerate NON MERITEVOLI di essere contrattualizzate. La conseguenza è che da dicembre 2021 oltre 250 famiglie sono state abbandonate senza percepire nessun tipo di sostegno economico.
Si è chiesto più volte l’intervento della politica, ma purtroppo i tentativi messi in atto non hanno avuto i risultati sperati, in quanto gli emendamenti ad alcuni Dl lavoro, che avrebbero potuto avviare la costruzione di un nuovo bando, sono stati dichiarati improponibili, ritirati e bocciati. Le ragioni del fallimento di questi tentativi appaiono tutt’ora incomprensibili, dato che la copertura finanziaria non sarebbe stata un problema, infatti circa 800 posti rispetto ai 1956 messi a bando sono rimasti vacanti, con il conseguente avanzo di risorse.
I tirocinanti ministeriali tagliati fuori a causa della discriminazione subita, continuano a farne le spese. Dopo un’estate vissuta all’insegna delle preoccupazioni e delle difficoltà economiche, mentre la parte di tirocinanti più fortunati prenderanno servizio da settembre, gli “esclusi” continuano ancora a far parte dell’unico bacino per il quale ancora non si è giunti ad un rimedio.
Data la gravità della situazione i tirocinanti chiedono nuovamente sostegno a chi di dovere, INDIPENDENTEMENTE DAL COLORE POLITICO, affinché si arrivi ad una soluzione comune e definitiva, che conduca, in particolare, alla stesura e all’approvazione di una norma che consenta di stanziare i 7 milioni di euro necessari a risolvere la vertenza ed ottenere un nuovo bando. Non si chiede altro che una seconda occasione che ponga fine a questa angosciosa condizione e possa permettere a queste persone di ottenere, finalmente, un lavoro dignitoso e un po’ di meritata tranquillità.
Tirocinanti ministeriali