Come nel mitico film “L’esorcista” dove la giovane Regan è posseduta dal demone Pazuzu, così la Calabria è posseduta dai commissari di Roberto Occhiuto. Eletto presidente di Regione nell’ottobre 2021, Roberto Occhiuto come primo atto chiede al governo nazionale di essere nominato commissario alla sanità. Il governo Meloni lo accontenta dopo pochi mesi e così Roberto Occhiuto porta a casa il suo primo commissariamento.
Come commissario procede naturalmente a governare la sanità a botta di commissariamenti. Dopo poche settimane il commissario alla sanità Occhiuto nomina Giuseppe Giuliano come commissario all’Asp di Vibo Valentia nonché commissario alla Mater Domini di Catanzaro. Passa un anno e al posto di Giuseppe Giuliano, sospeso dalle funzioni per un guaio giudiziario, arriva sempre a Vibo Valentia il nuovo commissario Battistini che viene nominato anche commissario all’Asp di Catanzaro.
Il commissario Battistini a sua volta verrà sostituito da ben tre commissari governativi, una volta sciolta l’Aso per infiltrazioni mafiose. Nella triade commissariale c’ è anche il Dr. Miserandino che era già commissario dell’Azienda Zero di cui la Corte dei Conti ha denunciato i ritardi operativi. Sempre nel 2022 abbiamo la nomina di Antonio Graziano come commissario all’Asp di Cosenza.
Nell’ultima sfornata di febbraio scorso abbiamo la nomina di Tiziana Frittelli nuovo commissario straordinario del Gom di Reggio Calabria e Monica Calamai nuovo commissario straordinario dell’azienda sanitaria provinciale di Crotone. In più Battistini è stato confermato commissario all’Asp di Catanzaro e Simona Carbone all’Azienda Ospedaliero.universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro.
È il caso di dirlo: un commissario tira l’altro. Ma naturalmente la politica del commissariamento si applica a 360 gradi, in tutti i settori dell’azione regionale. Dopo la sanità tocca alle Fondazioni che, come abbiamo già scritto, vengono quasi tutte commissariate. Insieme alla sanità il pilastro su cui si impernia il potere occhiutiano è quello dello spettacolo e del turismo. Occhiuto punta tutto sulla Calabria Film Commission che acquisisce poteri esecutivi enormi con grandi finanziamenti a disposizioni. Non appena insediato, Roberto Occhiuto nomina commissario alla Calabria Film Commission lo stilista Anton Giulio Grande che sarà il volto istituzionale della fondazione mentre il potere vero e proprio sarà esercitato dal direttore generale Luciano Vigna, capo gabinetto del presidente Occhiuto. È il tipico caso dove il controllore Luciano Vigna controlla se stesso come direttore della Calabria Film Commission. Naturalmente una nomina a commissario tocca anche a lui, a lui viene data l’Arrical, ovvero i rifiuti e le risorse ambientali.
Il segreto delle politiche di commissariamento è creare un’emergenza e dire che si interviene per riportare ordine e funzionalità in settori immobili e stantii da sempre. E allora si lancia la campagna contro i Consorzi di Bonifica, si sciolgono gli undici consorzi, dove vengono nominati naturalmente i commissari liquidatori, e si arriva ad un Consorzio Regionale unico dove naturalmente si nomina un bel commissario. Prima si nomina Fabio Borello con cui ben presto ci si litiga e poi si va sul sicuro nominando Giacomo Giovinazzo direttore generale dell’agricoltura. Anche lui riceve una nomina di dodici mesi rinnobali per altri dodici mesi. Fatti i commissari tutto ritorna nella calma paludata e tutte le promesse di rinnovamento vengono archiviate tranquillamente.
Ci fermiamo qui per non stancarvi troppo e lanciamo l’allarme.
La Calabria è posseduta da Roberto Occhiuto. Non sappiamo se è un demone alla Benigni ne “Il piccolo diavolo”, ma sappiamo che ci vuole un bravo esorcista per debellarlo. Di certo questo esorcista non c’è tra tutti i consiglieri regionali e politici regionali. Lo spettacolo è penoso, sono riusciti a far fare bella figura ad Occhiuto perfino sulle nomine clientelari alla Calabria Film Commission. Prima Tavernise si mette a balbettare di fronte allo spettacolino messo su da Robertino con videomaker al seguito, poi un certo Antonello Lo Schiavo a dichiarare che sarà lotta dura contro l’arroganza padronale.
In quasi quattro anni da consigliere regionale lo si ricorda solo per i cambi di casacca e le nomine acquisite. I consiglieri regionali Pd non sono pervenuti, impegnati come sono a controllarsi a vicenda. Dei vari Mammoliti, Bevacqua, Alecci, Bruni, sorvoliamo per carità di regione. Della stampa e degli opinionisti non diciamo nulla: sono al servizio quotidiano di questo sistema di potere e se lo attaccano qualche volta è solo per prendere… prebende. L’unico vero esorcista che ci rimane è il popolo calabrese. Solo una rivolta morale può spazzare via questo sistema di potere. Robertino, esci dal corpo della Calabria.