Un mezzo sospetto lo avevamo ma non riuscivamo ancora a far quadrare il cerchio. Era evidente a tutti che il più importante “colosso” dei media calabresi (l’agenzia giornalistica “Il Velino-Agv News” insieme al Corriere della Calabria) difendeva a spada tratta quel filibustiere di ‘O Principale, al secolo Paolo Furgiuele, truffaldinissimo (ex) direttore generale di Calabria Verde, arrestato a settembre 2016 e scarcerato dopo aver “cantato” sulle malefatte di (quasi) tutti i suoi (ex) compagni di merende della politica. E, di conseguenza, anche tutti gli altri collusi nelle vicende di Calabria Verde, dai dirigenti-faccendieri agli imprenditori beneficiari degli appalti, in primis il napoletano Luigi Matacena.
Ci chiedevamo quale fosse il tornaconto delle testate giornalistiche e ci siamo decisi ad andare fino in fondo. Bene, sull’albo pretorio di Calabria Verde si trovano (con un po’ di difficoltà ma si trovano) le tracce di una tragicomica determina con relativa liquidazione di 10mila “cucuzze” proprio a vantaggio dell’agenzia “Il Velino-Agv News”, che dopo aver “conquistato” il Comune di Cosenza (18mila euro), ha “spizzicato” alla grande anche nel carrozzone politico truffaldino per eccellenza.
Leggere la determina firmata dal “solito” Peppuccio Campanaro nel mese di giugno del 2015 è un esercizio di arte pura perché a volte anche la truffa (come ci insegnava il grande Totò) può essere “arte”.
“… Premesso che si rende necessario dotare l’azienda di un valido strumento di aggiornamento e di ausilio per la corretta e tempestiva consultazione on line di commenti e approfondimenti sulla vita politica, economica e sociale della regione, nonché uno strumento per la consultazione e la pubblicazione di campagne di informazione istituzionali ed aziendali…
… Che l’agenzia Il Velino fornisce in maniera autorevole e completa i suddetti servizi e che è iscritta all’albo fornitori beni e servizi di Calabria Verde…” ecco che arriva un magnifico cottimo fiduciario sotto soglia da circa 10mila euro.
Calabria Verde in cambio avrebbe ricevuto 4 password per l’accesso all’area clienti sul sito de “Il Velino”, la consultazione del notiziario generale con tutti i lanci d’agenzia, la newsletter, l’accesso all’archivio elettronico e soprattutto banner pubblicitari e campagne di informazione. Sotto, come vedete, c’è il preziosissimo autografo di Peppuccio Campanaro, il mitico San Giuseppe dell’altrettanto mitico presepe di Calabria Verde.
Ora, è davvero difficile ricordare banner di Calabria Verde (specie con tutto il casino che c’era all’epoca…) sulle testate del “colosso” e men che meno campagne di informazione “mirate”, ma tant’è. Arriviamo così al mese di agosto del 2016 (quindi neanche un anno dopo la firma della determina). Nel frattempo, da marzo dello stesso anno, dopo le dimissioni del primo commissario Nello Gallo, è approdato nelle stanze di Calabria Verde nientepopodimenoche il generale Aloisio Mariggiò.
Il 3 agosto del 2016 lo scattante Campanaro predispone la liquidazione per gli amici degli amici.
Mai come in questo caso siamo preparati e documentati. Dalla lettura di questa bellissima determinazione “originale” si evince senza nessuna possibilità di equivoci il pagamento di euro 10 mila all’agenzia il Velino Agv. E ancora una volta, in fondo al “capolavoro”, leggiamo la firma dello scattantissimo Campanaro.
La cosa stranissima, però, è che la liquidazione di Campanaro è priva della firma del generale Aloisio Mariggiò, che essendo (ancora oggi!!!) il commissario di questo sgangherato carrozzone dovrebbe essere l’unico deputato alla liquidazione. Non solo: in questa determina che sembra più una “pezza giustificativa” che un atto ufficiale non sono individuati neanche i necessari capitoli … chissà perché?

Ve lo diciamo noi il motivo. I servizi dell’agenzia “Il Velino-Agv News” in realtà non sono stati mai effettuati per come pattuito nella determina e manca clamorosamente da parte di Campanaro l’accertamento dell’avvenuta pubblicità, indispensabile (come capirebbe anche un bambino) almeno quanto la firma del commissario prima di elargire la somma di denaro prevista. C’è da dire, tuttavia, a parziale scusante de “Il Velino”, che il direttore Pollichieni ha effettuato una ormai leggendaria intervista a Furgiuele in una trasmissione che si chiamava “Hashtag” dove riusciva a difendere l’indifendibile e che anche successivamente e addirittura anche oggi (dando spazio a quell’altro traffichino di Matacena) sta facendo di tutto per intorbidire il quadro probatorio e provare a salvare il salvabile. Insomma, questi 10mila euro non sono stati spesi invano. Diciamo che invece di fare pubblicità, “Il Velino” ha svolto le funzioni di difensore d’ufficio, con tanto di pagamento da parte dello stato “deviato”. Chissà se quel trombone di Mariggiò si rende conto di quello che succede sotto i suoi occhi…