Calabria Verde, Ufficio Foreste Distretto 5: la faida comincia qui

Gaetano Pignanelli

Tangenti alla Regione e a Calabria Verde. Le incassava l’ingegnere Antonietta Caruso, responsabile del famoso Ufficio Foreste del Distretto numero 5 su diretta indicazione del braccio destro di Mario Oliverio ovvero Gaetano Pignanelli da San Giovanni in Fiore, già rinviato a giudizio per vicende simili insieme alla sua stessa “pupilla”. Lo scandalo, scoperto dal procuratore Facciolla grazie alla collaborazione di un imprenditore arrestato nell’operazione Stige della Dda di Catanzaro, lascia presagire che ci saranno ancora altri sviluppi. E’ più che mai opportuno, di conseguenza, ricordare la cronistoria di questo “pasticciaccio”. Perché la faida all’interno dell’entourage di Palla Palla e del Pd comincia proprio da questo Ufficio.

LA CRONISTORIA

Il 16 luglio 2015 il geometra Luigi Rizzo viene nominato da Calabria Verde per la direzione dell’Ufficio Foreste del Distretto numero 5 nel quale ricadono San Giovanni in Fiore, Bocchigliero e Longobucco.

E’ una nomina che cala dall’alto ed è maldigerita all’interno di Calabria Verde. Tant’è vero che il geometra Rizzo non fa neanche in tempo ad insediarsi che si dimette, il 6 agosto scorso. E’ evidente che Rizzo era funzionale a una serie di obiettivi ma chi deve raggiungere i suoi obiettivi cambia soggetto e inizia a tampinare un altro dirigente di Calabria Verde, Leandro Savio.

L’uomo che deve raggiungere i suoi obiettivi è il capo di gabinetto del presidente Mario Oliverio. Si tratta di quell’avvocato Gaetano Pignanelli del quale abbiamo scritto diffusamente per il pasticcio della clinica dentro l’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore. Un affare andato in porto grazie al suo decisivo “parere legale”. Clamorosamente falso.

Palla Palla e Pignanelli: la coppia più bella del mondo
Palla Palla e Pignanelli: la coppia più bella del mondo

Gaetano Pignanelli è sangiovannese come Oliverio e ormai i due fanno coppia fissa dal lontano 2007, quando Palla Palla lo prelevò dall’Ufficio legale di San Giovanni dove aveva fatto il “danno” della clinica nell’Abbazia. Da allora, sette anni alla Provincia e via, insieme a Mario, anche alla Regione.

Pignanelli caldeggia in particolare tre concessioni, tutte a beneficio della ditta De Luca Marino di San Giovanni in Fiore.

Sono la n. 12304 del 17 giugno 2015; la n. 13157 del 1° luglio 2015 e la n. 13997 del 13 luglio 2015.

Il 28 agosto Calabria Verde emette un provvedimento di sospensione per le tre concessioni e dispone un accertamento tecnico. Una delle tre concessioni viene rilasciata anche su un fondo per il quale non era neanche stata effettuata la richiesta. 

Oltre a queste concessioni, arriva anche la “scoperta” di un taglio boschivo illegale. Che può essere addebitato solo alla volontà della Regione, visto che Calabria Verde non può autorizzare nessun tipo di tagli boschivi.

Inizia il viavai dei titolari della ditta sangiovannese negli uffici di Calabria Verde e della Regione.

boscoL’avvocato Pignanelli capisce che è il momento di riproporre un suo fedelissimo all’interno di Calabria Verde e il 2 settembre nomina l’ingegnere Antonietta “Antonella” Caruso al posto del geometra Rizzo a responsabile dell’Ufficio Foreste Distretto n. 5.

ARRIVA L’ANTICORRUZIONE

Passano appena cinque giorni e il 7 settembre il dirigente Leandro Savio di Calabria Verde invia una nota all’Autorità Anticorruzione, la nota n. 16689.

L’ingegnere Caruso è comprensibilmente preso tra due fuochi e prova a far valere le ragioni della Regione rispetto alla denuncia del dottor Savio. Ormai siamo in piena guerra.

Il 23 settembre l’Autorità Anticorruzione risponde al dottor Leandro Savio con una nota nella quale viene messo in luce un articolato sistema elusivo delle procedure per il rilascio di concessioni e di una serie di errori grossolani a tutto beneficio delle ditte ai danni dell’azienda.

AREA INTERVENTO

Non solo: il controllo di gestione il 13 ottobre rilascia una nota a firma della dottoressa Zurzolo nella quale si evidenziano aspetti altamente negativi della gestione delle concessioni nell’ambito del settore foreste.

Da lì lo scatenarsi definitivo della faida. Con l’intervento della procura di Castrovillari e del Corpo Forestale dello Stato che il 1° marzo 2016 hanno sequestrato tutta l’area boscata e hanno iscritto cinque persone nel registro degli indagati.

Pignanelli è stato ancora protetto dal suo “capo” e da tutti i consiglieri regionali che se la fanno sotto. Anche l’insediamento del commissario Aloisio Mariggiò, risalente al 31 marzo 2016, è stato superato senza il minimo scossone, anzi. I fatti riguardanti la tangente da 20mila euro risalgono addirittura a ottobre dello scorso anno, con Mariggiò al timone di Calabria Verde. Ma adesso sono arrivate anche le prove del giro di soldi, le perquisizioni, addirittura gli arresti e adesso finalmente anche la chiusura delle indagini e infine il processo. Che si fa? Ai posteri l’ardua sentenza…