di Antonella Policastrese
Notte di San Silvestro 2023, “L’anno che verrà“, il mega-show della Rai che va in onda a Capodanno tutti gli anni (e per due edizioni consecutive sarà in Calabria, com’è stato in Umbria: Terni e Perugia) si farà dunque nel cuore della Magna Grecia a Crotone, città capoluogo dell’omonima provincia dov’è rimasto più “magna” che Grecia.
La location scelta sin da subito è rimasta quella, Piazza Pitagora, quindi c’è da farsene una
ragione anche se disfare e rifare lo stato dei luoghi per adattare gli spazi alle strutture dello show avrà dei costi che non sono noccioline. Ma, come consuetudine, di costi definiti non si parla mai, specialmente quando sono sostenuti dagli enti pubblici con i soldi dei contribuenti. E’ dato sapere che la Regione Calabria ha un tesoretto finalizzato di circa 15 milioni di euro da spendere in “tricche e ballacche” e giù di lì (partecipazioni a fiere e mostre, retta annuale per Film Commission, comunicazione istituzionale ecc.) e per comprare due edizioni di “L’anno che verrà” si è attinto a quello. Del resto, il Governatore della Calabria aveva messo le mani avanti nel dichiarare che quei soldi si possono spendere solo in queste cose e non è possibile stornarli per affrontare altre incombenze.
Il fatto è che quando oramai è iniziato il conto alla rovescia per la messa in onda della kermesse Rai e mentre c’è chi sbava per l’attesa, magari di vedere Malgioglio col suo inconfondibile capello alla dalmata, di costi non si parla proprio. In mancanza di dichiarazioni in tal senso, anche da parte degli altri enti coinvolti nell’operazione, Amministrazione comunale in testa, per farsi un’idea (e per avere un termine di paragone a evento consumato) si può tornare all’edizione precedente de “L’anno che verrà” cioè a quella che si è svolta a Perugia.
La Regione Umbria vi ha investito 500 mila euro; il Comune di suo ci ha messo 200 mila euro e circa altrettanti ne sono stati chiesti al Ministero della Cultura (non è dato sapere se li abbia elargiti o meno). Insomma, una milionata di euro investiti per lo spettacolo che si è tenuto in Piazza IV Novembre il 31 dicembre del 2022.
Uno spazio relativamente ristretto (ma molto meno di quanto lo sarà Piazza Pitagora), dove l’ingresso è stato contingentato a un massimo di 7.200 persone. Tanti schermi giganti piazzati nelle vie adiacenti, ma solo mille posti a sedere davanti al palco, riservati ad autorità e disabili. Per l’occasione sono stati piazzati 12 bagni chimici e in più il comune di Perugia ha messo a disposizione i bagni pubblici esistenti (a Crotone l’ultimo pisciatoio pubblico, quello che c’era accanto al Duomo, lo hanno demolito oltre mezzo secolo fa, mentre un tentativo di diurno costruito in anni recenti, ha resistito solo un paio di anni, prima di divenire un rudere nel pieno centro cittadino).
Appare evidente che Crotone non è un paese per vecchi…malati di prostata. Però questa è un’altra storia. E dunque, ci sono buone possibilità che la spesa pubblica sostenuta per lo show sarà resa nota l’anno che verrà, però è bene, nel frattempo, tentare di ricondurre le cose nell’esatta dimensione che non è quella da “Giudizio universale” propalata da “pappagalli esperti” in loco al servizio di Roberto Occhiuto.
Non ci entreranno mai e poi mai 11 mila persone nello spazio prescelto per lo show, se ne possono piazzare mille di schermi giganti, ed a quel punto tanto vale restare a casa e guardarselo in tv, comodamente seduti davanti a una tavola ancora traboccante di crustoli e frutta secca.
Infine, cosa dire del palco-catafalco piazzato sotto la colonna di Capocolonna per far esibire due sfigati del programma “Ballando con le stelle” , una performance che appartiene al
pacchetto Rai- Regione Calabria, registrata laddove ai crotonesi ed ai turisti non è concesso avvicinarsi nemmeno a 10 metri di distanza. Ma così tanta roba, in materia di entertainment, che a Crotone va avanti ininterrottamente dal giugno scorso, risponde a una logica di fondo che è quella di ricorrere massicciamente ad armi di distrazione di massa per distogliere l’attenzione popolare dai problemi, irrisolti, che attanagliano il fanalino di coda tra le province italiane, in fatto di qualità della vita. E l’onda lunga delle grandi illusioni non accenna a fermarsi: candidatura del capoluogo crotonese a capitale italiana della cultura (area archeologica di Capocolonna off-limits; cattedrale chiusa con l’icona più grande del mondo- il quadro della Madonna- prigioniera tra quelle mura; pretesa di istituire la facoltà di medicina laddove c’è un ospedale ridotto a mero poliambulatorio; soldi del progetto “Antica Kroton” dissipati in mille inutili rivoli; rilancio turistico, in grande stile, di un capoluogo dove i due principali alberghi – Costa Tiziana Hotel e Hotel
Capitol, hanno tirato le cuoia da molti anni).
Insomma, queste sono le aspirazioni, vocazioni e realtà di una città che si è lasciata il futuro alle spalle. Persino il grande culto e la devozione dei crotonesi per la Madonna di Capocolonna sembra essere in una fase di terapia a scalare imposta. Quando sembra non
esservi rimedio contro i mali acuti, non c’è niente di meglio del “canta che ti passa”. Se la cura avrà portato giovamento o meno, lo sapremo…l’anno che verrà.