Caro Paride ti scrivo,
lo so che è estremamente seccante, se non sgradevole, vedersi sbattuto in prima pagina perché indagato di truffa e abuso d’ufficio. Sai quante volte mi è capitato (per altri capi d’imputazione, come tu sai)? Tante. Perciò posso capire, più di quelli che ti allisciano, il tuo stato d’animo quando hai letto l’articolo da noi pubblicato. Che altro non è che una nota arrivata in redazione (diventata interrogazione) a firma Gianni Perrino, consigliere regionale Movimento 5 Stelle Basilicata, in riferimento all’inchiesta dei pm di Potenza, dove sono state arrestate 10 persone tra funzionari, imprenditori e progettisti che ruotavano attorno all’Eipli (la solita storia di corruzione e tangenti).
Una nota dove il consigliere Perrino commenta l’intercettazione, pubblicata da tutti i giornali della Basilicata, di tale Musacchio, considerato dai pm di Potenza il capo della banda, che espone al suo interlocutore quella che lui definisce una “produzione a scrocco”. E dice così (lui non io): Ci ha fatto sorridere amaramente il risvolto di un’intercettazione che ha come protagonista l’amministratore unico dei Consorzi di Bonifica, Giuseppe Musacchio, il quale definisce Paride Leporace (direttore di Lucana Film Commision) ed altri senza mezzi termini, degli “scrocconi”.
Intercettazione che ha dato il via all’indagine a carico di Leporace, per il quale si ipotizza il reato di truffa e abuso d’ufficio: il direttore con famiglia a seguito avrebbe soggiornato a spese della regione, per circa 2500 €, in un villaggio a Maratea.
A riportare la notizia prima di noi sono stati tutti i giornali della Basilicata tra cui il Quotidiano del Sud.
Come potete leggere tutti non sono io a dire che Paride potrebbe aver commesso una truffa, e intascato “bustarelle” attraverso il pagamento di vacanze a scrocco, ma i pm e tutti i giornalisti che hanno scritto di questo episodio di cronaca prima di noi. Perché di questo si tratta: un episodio di cronaca. E di una certa rilevanza, viste le personalità coinvolte. Una notizia di cui si sono occupati tutti, a cominciare dalla Gazzetta del Mezzogiorno al Fatto quotidiano, passando per il Tg3 (http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/potenza/859689/potenza-scandalo-eipli-spuntano-nomi-eccellenti.html), e che io, visto il nome di Paride, ho inteso riprendere.
Caro Paride ti scrivo perché voglio chiarire, e far capire a chi non la pensa così, che nessuno ha usato maliparoli, né offese nei tuoi riguardi. Mai come in questo caso ho riportato “asetticamente” la notizia. Certo, c’è quel “bustarella” che non ti è andato giù, ma non sono io a dirlo, sono altri che dicono che scroccavi, e la bustarella assume, in questo contesto, la valenza “iconografica” che si dà in questi casi. Nel senso che: o me li dai in contanti e nella busta i soldi, o mi paghi le vacanze, sempre “bustarella”, se così sarà provato, è. E’ questa l’unica parola che ho usato, di mio, nell’articolo. Nessuno ha scavato nella tua vita, nessuno ha pubblicato le tue preferenze sessuali, o se ti droghi o meno, né quante volte vai in bagno. E non abbiamo raccontato bugie.
Ora mi si vuol rimproverare sull’opportunità o meno di pubblicare la notizia, visto che c’è coinvolto Paride, che sarebbe l’unica cosa onesta da dire, ma da qui a dire che ti abbiamo diffamato, vilipeso la reputazione, mi pare veramente eccessivo.
Anche io mi aspettavo da Paride che ragionasse in termini di opportunità o meno prima di fare determinate considerazioni su chi si è trovato dalla sera alla mattina in una cella nel carcere di Trani. Anche io ero innocente, fino a prova contraria, al pari degli altri. Eppure ho subito un trattamento diverso. Ma non mi sono messo a piangere e a scodinzolare in cerca di falsa solidarietà. Ho incassato, perché ho capito che dentro ci stava tutto il senso di vendetta che tu, giustamente (come ti ho già scritto), provavi per me.
Sono talmente onesto che non ho nessun problema ad accettare la definizione di Claudio, solo in questo caso, di scrittura vendicativa. Perché questo ho fatto. Mi sono vendicato. Ma senza inventarmi niente e senza offenderti. E senza allungare il brodo come hai fatto tu. Ho solo deciso di pubblicare quello che tutti i giornali calabresi non hanno voluto pubblicare. E che neanche Carchidi voleva pubblicare. In tre parole: una notizia vera.
Cumu si dicia Paridù: 1 a 1, palla a centro. E per cortesia finiamola con questo schifoso vittimismo. Statti buanu.
GdD