CASABONA – Nonostante i tre anni di commissariamento a seguito dell’operazione Stige, il Comune di Casabona si ritrova punto e daccapo con la cosca Tallarico che si riorganizza e torna a comandare. Infatti, è un Comune completamente controllato dalla cosca quello di Casabona. Questo emerge si evince dall’inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato nella mattina del 4 ottobre all’arresto del sindaco di Casabona, Francesco Seminario, e dell’assessore Anselmo De Giacomo.
Ai due è contestata l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso. Accuse per le quali Seminario è finito in carcere mentre De Giacomo ai domiciliari. Dieci le misure cautelari eseguite dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone.
In carcere sono finiti: Carlo Mario Tallarico, di 73 anni, Daniele Tallarico (31); Ludovico Tallarico (49); Sergio Tallarico (43), Luigi Gagliardi (44), Cataldo Poerio (37); Giuseppe Pullerà (42); Francesco Seminario (54). Ai domiciliari: Anselmo De Gaetano (40) e Francesco De Paola (72). Dodici gli indagati complessivamente. Il gip ha però escluso misure per due di loro, due consiglieri comunali.
Secondo l’indagine Seminario per ottenere i voti necessari alla sua elezione nell’ottobre del 2021 si era messo a disposizione della cosca Tallarico. Dopo l’elezione la compagine amministrativa avrebbe fatto i voleri della cosca. Nell’operazione, infatti, risultano indagati ma non destinatari di misura cautelare anche il vicesindaco Leonardo Melfi ed il consigliere Vincenzo Poerio.
Gli amministratori coinvolti sono accusati di aver agevolato la cosca attraverso una serie di attività. Come l’assunzione di Giuseppe Pullerà presso l’azienda di raccolta dei rifiuti o per aver lasciato che Ludovico Tallarico (figlio di Carlo Mario) continuasse a operare nell’area Pip nonostante la commissione straordinaria aveva dichiarato la decadenza del diritto; ed ancora che Francesco Tallarico (sempre figlio di Carlo Mario) continuasse a detenere lotti Pip dal 94 nonostante la sua azienda fosse fallita nel 2007 e cancellata dal registro imprese nel 2013. Ed ancora avrebbero fatto in modo che un alloggio Aterp di una persona deceduta fosse assegnato (con ordinanza sindacale) a Luigi Gagliardi violando i criteri di priorità tra gli aventi diritto.
L’operazione Nemesis ha colpito ancora la cosca Tallarico che dopo Stige si era riorganizzata ed era tornata a mettere le mani sulla pubblica amministrazione. A rispondere di associazione mafiosa sono, infatti, tutti coloro che secondo i carabinieri, sono i componenti del clan: Carlo Mario Tallarico, Daniele Tallarico, Ludovico Tallarico, Sergio Tallarico, Luigi Gagliardi, Cataldo Poerio, Giuseppe Pullerà. Una cosca che sottostava al locale di Cirò come era già emerso nell’operazione Stige del 2018.
Al vertice c’erano Carlo Mario Tallarico e Daniele Tallarico i quali, nell’ambito dell’indagine, avrebbero procurato voti a Seminario in cambio di favori per ottenere commesse nei lavori edili, ma anche per aggiudicarsi lotti di terreno dell’area Pip. La cosca, secondo le indagini, aveva il controllo nel settore dell’agricoltura, della lavorazione della paglia e del cemento. Fitti anche i rapporti con le altre cosche del territorio, con Carlo Mario e Daniele Tallarico che partecipano ai summit con i reggenti del locale di Cirò – Luigi Vasamì e Cataldo Marincola – che è stato monitorato dai carabinieri nel 2021. Ed ancora Daniele Tallarico nel dicembre del 2021, accompagnato da Giuseppe Pullerà, si incontra con Mico Megna, boss di Papanice, presso l’abitazione di Pietro Marangolo elemento di spicco della ndrina di Rocca di Neto.
Dalle indagini emergono anche i ‘buoni rapporti’ dei Tallarico con alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine (che non sono indagati): in particolare due militari in pensione si mettono a loro disposizione. Fonte: Il Crotonese