La poltrona da sindaco di Casali del Manco continua a rimanere il sogno proibito di Ippolito Morrone da Trenta, modesto ingegnere del paesino presilano di cui è stato sindaco prima che si realizzasse la fusione dei cinque comuni in Casali del Manco.
Un sogno infranto nel 2017 quando i vertici del Pd gli preferirono come candidato Nuccio Martire, che non ha certo brillato visti i suoi “sponsor” e che passerà alla storia per aver governato una giunta che rappresentava non solo il Pd-P2 ma anche i famigerati Fratelli di… ‘ndrangheta grazie al prode Carmelo Rota (arrassusia e manculicani).
Ma torniamo a Ippolito Morrone. La nascita del comune di Casali del Manco ha coinciso con l’inizio della sua carriera da disoccupato. Infatti, sebbene il Morrone abbia uno studio da ingegnere, la clientela in questi anni è stata scarsa, quasi nulla.
Dal 2017 fino a tutto il 2020 è lo stesso Morrone a menzionare nel suo curriculum vitae questo gap che è stato colmato con un solo intervento di ristrutturazione ad un privato nel 2019 e due collaudi statici nel 2020.
Per fortuna il Morrone ha la passione per i cardellini che lo hanno tenuto allegro anche nel periodo della pandemia.
E, per fortuna che c’è stato almeno quel gettone di presenza come consigliere di minoranza al comune di Casali del Manco su cui contare.
“Guidare” il comune di Casali del Manco, sogno proibito di Ippolito Morrone, è stato il motore che gli ha fatto muovere ogni giorno e tessere le giuste alleanze politiche e istituzionali. Perché Morrone lo sa bene che un lavoro da ingegnere di modesto livello sempre obbligato a pregare e a pietire un progettino nella pubblica amministrazione non è paragonabile al potere e al prestigio di guidare un comune di 10.000 abitanti.
Il 2023 allora è stato visto dal Nostro come l’anno della svolta, Casali del Manco andava alle urne per una nuova elezione a sindaco e il Morrone dopo aver fatto carte false è riuscito a candidarsi a sindaco.
“Politiaddru”, come lo chiamano da queste parti, ha capito subito che doveva guardarsi bene dai suoi stessi sodali palesemente più forti di lui: in primis Salvatore Iazzolino, ex sindaco di Casole Bruzio. Con il quale infatti ha clamorosamente “rotto” mandando a puttane almeno due candidati di superamento (Wladimiro Parise e Pietro Morrone) per allearsi invece con l’ex sindaco di Pedace Marco Oliverio, con il quale ha dato vita ad un penoso “ticket” rivelatosi fallimentare.
Così come l’altrettanto penoso endorsement di Nicola Adamo e la patetica alleanza con quel che rimane del fu M5s.
Iazzolino ha risposto alla mossa dell’ex amico chiudendo l’accordo con Francesca Pisani, assessore uscente al Bilancio, sotto il “cappello” di quella parte del Pd che non va di pelo con Capu i Liuni. Siamo sempre lì, direte voi, ma c’è un limite a tutto.
L’alleanza di Iazzolino alla fine è risultata vincente e il derby con “Politiaddru” l’ha vinto nella maniera che forse neanche avrebbe immaginato nei suoi sogni più sfrenati. E a Ippolito ancora una volta è rimasto il… gettone in mano.