Caso Calabrò, il M5s non c’entra. L’amico di Enza piazzato in una struttura speciale della Regione

Carlo Guccione e Teodoro Calabrò

Il Meetup “Amici di Beppe Grillo – Rossano in MoVimento” smentisce la paternità dell’esposto pubblicato da Iacchitè in data 09.01.16 evidenziando che nessun esposto in tal senso è mai stato depositato presso le autorità giudiziarie ed inviato ad alcuna testata giornalistica.

In particolare, l’articolo in questione attribuirebbe gravi comportamenti al sig. Teodoro Calabrò che, se dovessero essere suffragati da prove certe, il Meetup appoggerebbe senza esitazione essendo da sempre in prima linea nella lotta al voto di scambio, alla corruzione e alla speculazione contro la salute pubblica.

Si tiene a sottolineare che ogniqualvolta il gruppo Rossano in MoVimento fa pervenire comunicati gli stessi vengono trasmessi muniti di nominativo e di recapito telefonico dell’attivista responsabile della comunicazione. Pronti a denunciare alle Autorità competenti e all’opinione pubblica ogni illegalità perpetrata sul territorio rossanese, il Meetup “Rossano in Movimento” coglie l’occasione per invitare i cittadini, che siano in possesso di qualsivoglia notizia di reato documentata e che siano timorosi di esporsi, a farla pervenire, anche in forma anonima, al Meetup che si farà carico della problematica mettendoci la faccia.

A tal fine si può utilizzare anche l’alloggiamento posto al civico 2 di V.le della Repubblica di Rossano.

Meetup “Amici di Beppe Grillo – Rossano in Movimento”

Cosenza-Asp

Prendiamo atto della smentita del M5s ma consideriamo più che mai attendibile e veritiero quanto è contenuto in quella lettera.

Chi ci segue sa bene chi è Teodoro Calabrò, ex consigliere comunale a Rossano prima del “default” e grande elettore alle ultime regionali di Oliverio e Guccione. Ce ne siamo occupati a proposito dei cosiddetti “precari” raccomandati dell’Asp di Cosenza. Calabrò, infatti, facendo leva sul suo solido legame con Carlo Guccione, ha piazzato in quella lista il figlio Guerino e la nipote Roberta D’Oppido. Una manovra classica da “voto di scambio” sulla quale, per quanto se ne sa, starebbe indagando la procura di Cosenza.

Oggi, grazie all’anonimo estensore della lettera, abbiamo appreso che da qualche mese Calabrò è stato nominato dal presidente della Regione Mario Oliverio in una struttura dell’ente, anche se non si capisce bene per quale ruolo.

La spiegazione è contenuta in una delibera dell’Asp di Cosenza datata 22 dicembre 2015 e firmata dall’ex commissario Filippelli nella quale si stabilisce un nuovo comando per Calabrò, dipendente dell’Asp di Rossano.

enza-bruno-bossio

L’esponente del PD, notoriamente vicino allo stato maggiore cosentino dei vari Oliverio, Guccione e Bruno Bossio, dal mese di settembre ormai è in servizio presso la struttura speciale dell’assessorato alle Infrastrutture su precisa richiesta dell’assessore Roberto Musmanno, notoriamente vicino a Enza “Madame Fifì” Bruno Bossio.

E infatti ormai Calabrò si reca stabilmente presso gli uffici della Regione a Catanzaro ed è super impegnato in una intensissima attività di voto di scambio attraverso le promesse di favori, assunzioni, sistemazioni di pratiche, concessioni di finanziamenti e, soprattutto, di sollecitazioni e facilitazioni di pagamenti. Il suo “comando” durerà un anno. Ovviamente “allungabile”.

Calabrò ha lavorato per molti anni all’Ufficio Ticket e Prenotazioni dell’ospedale di Rossano.

L'ospedale di Rossano
L’ospedale di Rossano

Proprio là, luogo infame dove si specula sulla salute e sui bisogni dei cittadini, ha costruito i suoi successi elettorali attraverso raggiri, false esenzioni, accelerazioni nelle prenotazioni, commettendo reati di vario genere ma soprattutto truffe ai danni dell’Azienda e della Regione che lo pagano. Tali fatti sono stati numerose volte segnalati alla Procura della Repubblica, che ha aperto un’indagine inducendo i precedenti amministratori dell’Asp di Rossano a spostare Calabrò ad altro ufficio (Archivio) al fine di neutralizzarlo. Con il rinnovamento dei vertici dell’Asp di Rossano (subito dopo le elezioni regionali) Calabrò ha preteso di ritornare immediatamente all’Ufficio Ticket, in modo da riprendere la sua azione “politica.

LE IMPRESE DI CALABRO’

Ma passiamo in rassegna le “imprese” di Calabrò: un ammanco di oltre 16mila euro all’Ufficio Economato, che ha dovuto restituire a rate all’Azienda. Con tanto di denuncia e procedimento penale ancora in corso.

Ma soprattutto, la sua disponibilità di denaro. “… E’ noto a tutti – si legge nell’esposto – che, disponendo di elevati quantitativi di denaro (non è chiaro se suo o di qualcun altro) abbia fatto prestiti. Il giochino deve avergli fruttato molto bene, considerato che dispone oltre che di due ville e numerosi appartamenti, anche di svariati magazzini commerciali a Rossano (in affitto), il cui acquisto non è certamente giustificabile con quanto guadagna all’Asp”.

LA POLITICA

Calabrò è stato per due volte consigliere comunale a Rossano, inizialmente con la giunta Filareto (2006-2011) e poi con quella di Antoniotti (2011-2015) riscuotendo in entrambi i casi un enorme successo elettorale.

Negli anni d’oro, è stato molto legato a Nicola Adamo. “… Fu anche il principale protagonista delle primarie del PD del 2012, che videro trionfare nella provincia di Cosenza Enza Bruno Bossio. Calabrò infatti si vanta di aver contribuito con oltre 2mila voti (parliamo di primarie) all’elezione della ormai famosa Madame Fifì.

Alle ultime regionali organizzò le primarie in favore di Mario Oliverio e poi fece convergere i suoi voti su Carletto Guccione. A quest’ultimo è particolarmente obbligato per la famosa vicenda dell’assunzione dei precari all’Asp di Cosenza grazie alla quale Guccione gli fece assumere il figlio Guerino e la nipote Roberta D’Oppido…“.

Ma poiché questi “precari” non sono mai stati pagati perché la cosa era diventata troppo sporca, Teodoro Calabrò doveva per forza essere accontentato in un altro modo. E così ecco il “comando” per lavorare (si fa per dire) nella struttura speciale dell’assessore Musmanno.

Dispiace che i grillini non abbiano voluto sposare questa sacrosanta denuncia. Ma ce ne assumiamo volentieri noi la paternità.

Gabriele Carchidi