Carolei, la “rivoluzione democratica”. Ecco chi aveva “eliminato” il sindaco Iannucci rendendolo più forte

Non si finisce mai di imparare.
Non sapevamo che pagare i calciatori del Cosenza Calcio rappresentasse un reato. Specialmente quando le condizioni economiche della società erano disastrose. Ingenuamente pensavamo ad un atto di responsabilità e forse lo pensava anche Francesco Iannucci, sindaco uscente di Carolei, che, nella sua qualità di amministratore delegato della società rossoblù, per aver scelto di pagare i giocatori del Cosenza Calcio e gli altri collaboratori nell’anno del Signore 2010, ha dovuto patteggiare una pena per bancarotta preferenziale (perché poi quella società è fallita ma non certo per colpa sua!) scegliendo cioè di pagare i giocatori in maniera preferenziale rispetto ad altri fornitori per assicurare l’iscrizione del Cosenza Calcio al campionato di Serie C 2010-11.

Ma non è finita qui, purtroppo. Per un suo errore ed una ingenuità e leggerezza, questo patteggiamento (che non doveva mai essere fatto) ha impedito ad uno dei migliori sindaci della provincia, di potersi ricandidare a sindaco di Carolei, a causa della legge Severino, suscitando le proteste di tantissimi cittadini del suo paese.

È nata infatti, in maniera spontanea, una “rivoluzione democratica“ del non voto da parte dei cittadini che non vogliono essere privati del loro sindaco e hanno reso palese la loro volontà non andando a votare raggiungendo l’obiettivo del non raggiungimento del quorum che adesso porterà a nuove elezioni.

I cittadini infatti, non hanno voluto votare per l’unica lista rimasta, non hanno voluto rinunciare al diritto democratico di “scelta”, non hanno voluto un voto controllato ed imposto ma soprattutto non hanno voluto rinunciare a Francesco Iannucci, che considerano il miglior sindaco degli ultimi 50 anni.

La conclusione è che i cittadini hanno risposto picche a chi avrebbe voluto rendere legale un voto controllato dove non si garantiva neanche la segretezza dell’urna. In una situazione normale, il controllo del voto sarebbe riconosciuto come reato penalmente rilevante…
Ma ancora più grave è stato non garantire neanche quella opposizione necessaria come elemento fondamentale di democrazia. Perché si poteva tranquillamente escludere Iannucci ma non la sua lista e invece neanche questo…

Un caso unico, che il Ministero, alla fine, è stato costretto a rivedere. E oggi la “rivoluzione democratica” rappresentata dal non voto a Carolei, si è imposta come un precedente unico della più alta forma di democrazia a tal punto che Francesco Iannucci si è ricandidato e il 14 e 15 maggio sarà eletto nuovamente sindaco di Carolei. 

Ma oggi la domanda è un’altra: perché a Francesco Iannucci, per delle situazioni del 2010 riguardanti il Cosenza Calcio e non sicuramente un pubblico ufficio, è stato permesso di governare per 5 anni? Perché questo cavillo è uscito fuori? 

Conosciamo tanti candidati, condannati e/o indagati per reati mafiosi, di associazione, di spaccio, di reati contro la pubblica amministrazione che non sono mai stati dichiarati incandidabili, ma che al contrario ricoprono ancora oggi le loro posizioni di potere.
Stiamo assistendo ad un gioco politico che non va in scena solo a Carolei ma nei palazzi di potere.

Francesco Iannucci, in questi anni, libero da schemi e da padroni, ha combattuto contro le storiche istituzioni inutili e politicizzate (Sorical, Consorzio Valle Crati, Ato…) toccando molti interessi. È riuscito anche a sovvertire gli schemi ed i metodi con cui molti enti venivano gestiti fino ad oggi. È stato anche l’unico sindaco che ha denunciato la nefandezze dell’Autorità Idrica Calabrese e del pappone che la gestiva ovvero Marcello Mazzetta, sindaco di Rende nonostante sia stato immortalato mentre pagava una tangente ad un giudice per far assolvere un mafioso. Ecco, la plastica differenza tra Manna che paga mazzette e continua a fare il sindaco e Iannucci che paga… i calciatori del Cosenza e veniva dichiarato incandidabile è la spietata fotografia del sistema giiudiziario italiano. 

Noi ci siamo fatti un’idea su chi è veramente responsabile del riconoscimento della mancata candidabilità di Francesco Iannucci dopo 5 anni di perfetta amministrazione, ci siamo fatti un’idea conoscendo gli amici del suo competitor che, solo usando metodi discutibili, poteva vincere le elezioni. E già, parliamo di quegli amici, come la leghista Simona Loizzo, e il suo amico “storico” Tonino Gentile meglio conosciuto come il Cinghiale, che rappresentano la parte più marcia e discutibile della politica calabrese, personaggi che evidentemente hanno in mano il potere e rappresentano il fulcro della massomafia calabrese, pronti a  ‘eliminare’ tutti coloro che possono mettere in discussione il loro potere.
Ma la maggior parte dei cittadini di una piccola comunità come Carolei, ha deciso, non votando, di combattere questi metodi che delegittimano ed uccidono la democrazia e tutti i diritti costituzionali. E oggi quella stessa comunità voterà liberamente il suo sindaco mandando a… cagare (scusate il francesismo) il sistema di potere della Loizzo, del Cinghiale e pure del parassita che guida la Regione.