Caso Donzelli, Nordio non risponde: “Gli atti su detenuti al 41 bis sono sensibili, c’è un’inchiesta in corso”. Meloni tace

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio non risponde sul ‘caso Donzelli’, ovvero la rivelazione di conversazioni in carcere tra l’anarchico Alfredo Cospito e alcuni esponenti della ‘ndrangheta e camorra, tutti in regime di 41 bis, citate ieri in Aula dal deputato di FdI Giovanni Donzelli. E l’emicliclo della Camera esplode in un boato di protesta. Il Guardasigilli dice di non poter rispondere sulla questione perché è stato aperto un fascicolo da parte della procura di Roma, dopo l’esposto presentato da Angelo Bonelli, deputato del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra. Aggiungendo: “Tutti gli atti riferibili a detenuti in 41 bis sono per loro natura sensibili. Ragion per cui a fini di un’ostensione occorre una preventiva verifica”. Una risposta insoddisfacente per le opposizioni che, questa volta unite, hanno protestato in Aula.

In mattinata, il vicepresidente del Copasir e deputato di FdI Giovanni Donzelli aveva chiamato in causa il ministro della Giustizia riguardo alla provenienza dei documenti citati ieri per attaccare i quattro parlamentari Pd che sono andati a trovare Alfredo Cospito in sciopero della fame contro il regime carcerario duro stabilito dal 41bis. Ora interviene in Aula la capogruppo del Pd Debora Serracchiani: “Dispiace davvero che Giorgia Meloni stia facendo finta di niente. I fatti avvenuti ieri in quest’Aula sono gravi e se non sente il bisogno di intervenire vuol dire che ha approvato o quanto meno tollerato quanto avvenuto ieri” assicurando come dopo le accuse di Donzelli mosse nell’Aula di Montecitorio contro i dem sul caso Cospito “i rapporti tra maggioranza e opposizione siano stati minati”.

Nordio su Cospito e il dibattito in Parlamento

“La posizione giuridica” del detenuto Cospito “è complessa”, spiega il Guardasigilli in Aula alla Camera ricordando che è necessario il parere dell’autorità giudiziaria per la revoca del 41bis. Gli atti che riguardano detenuti al 41 bis sono in via generale di natura sensibile. “A partire da questo dato esiste però una pluralità di aspetti che meritano approfondimenti: bisogna vedere di che tipo di atti si tratti, quale livello di segretezza essi abbiano, se e chi potesse averne conoscenza  e se il destinatario potesse divulgarli e condividerli con terzi”.

Per Nordio sul 41 bis “è opinione prevalente che il ministro non possa pronunciarsi prima di aver acquisito i pareri delle autorità giudiziarie competenti”, dice nella sua informativa alla Camera sul caso di Alfredo Cospito. “Il Pg di Torino ci ha fatto sapere telefonicamente che non è in grado oggi di inviarci il suo parere ma domani, per cui io oggi non sono in grado di rispondere al quesito” sulla richiesta di revoca del 41bis avanzata al ministero dalla difesa di Alfredo Cospito,continua il ministro. Che attende infatti i pareri del pm procedente nel merito contro Cospito e della Dna.

La difesa di Donzelli

Il deputato di FdI e responsabile dell’organizzazione del partito di Giorgia Meloni, ospite di Agorà, su Rai 3, dopo le polemiche di ieri in Aula, assicura che i documenti citati ieri in Aula “non sono riservati”. Di fronte alla richiesta delle dimissioni, è tornato a ripetere che “se emergesse che ho utilizzato il ruolo del Copasir per avere quelle info non ci metterei mezzo secondo a dimettermi, ma è già stato dimostrato che non è così”, ribadendo “di aver chiesto informazioni dettagliate al sottosegretario Delmastro, non sono informazioni riservate, non c’è il segreto”. Di certo è che si tratta di un documento interno del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero di Giustizia con notizie sul conto di Cospito e delle sue conversazioni in carcere con boss della criminalità organizzata. “A me non risulta che esista una procedura che renda accessibili a tutti i deputati le intercettazioni all’interno del carcere”, aveva spiegato l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, aggiungendo che un parlamentare può fare richiesta di accesso agli atti e deve essere il Guardasigilli, con un provvedimento motivato, a dare l’ok.

Le richieste di dimissioni

È il Pd a chiedere le dimissioni di Donzelli e del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro: “Lascino. O sarà ‘caso Meloni'”. “Abbiamo avuto conferma che l’onorevole Donzelli non ha avuto accesso agli atti presso il ministero come aveva goffamente provato a giustificarsi in aula”. “Dunque – continua Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera – non c’è più solo un problema Donzelli che non può restare secondo in più in un ruolo delicato come il Copasir. C’è anche un caso Delmastro Delle Vedove che non può restare un secondo di più al Ministero”. “Se però la presidente Meloni non interviene – aggiunge – allora c’è un caso Meloni perché, visti i rapporti che ha con i due, se non li invita alle dimissioni, siamo autorizzati a pensare che abbia approvato o tollerato il piano e la strategia dei due esponenti di Fratelli d’Italia”.

Per il senatore del Pd e vice presidente della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama Dario Parrini il comportamento del deputato FdI “è stato rozzamente proto-missino oltre che nauseante”. “Quanta leggerezza. Quanta inaffidabilità. – continua Parrini – Donzelli si è dimostrato inadeguato al ruolo che ricopre. Anche solo per decenza dovrebbe dimettersi da tutto”. Per le dimissioni di entrambi, anche il candidato alla segreteria Pd Stefano Bonaccini, per il quale “L’utilizzo di documenti riservati per attaccare l’opposizione in Parlamento è un atto gravissimo”.