Caso Inps. La vicenda della falsa dirigente di Crotone e delle dirigenti abusive aquilane. Storia di veleni, coperture e ricatti
E’ doveroso premettere che la nostra inchiesta giornalistica sull’Inps, oltre a “punzecchiare” gli organi dello stato che hanno il dovere di controllare, prevenire, indagare e punire i comportamenti illegittimi, ha lo scopo di tutelare l’onestà , la dignità e la professionalità della stragrande maggioranza dei dirigenti e dei funzionari che hanno superato un regolare concorso e che garantiscono ogni giorno di funzionare alla pubblica amministrazione.
Siamo partiti dalla condanna della falsa dirigente crotonese Alessandra Infante, e siamo passati alle due dirigenti abusive de L’Aquila e ai dirigenti senza concorso nominati dall’ex presidente dell’Inps, il calabrese Pasquale Tridico del (fu) M5s, che sta facendo emergere un vero e proprio “similes casus” a livello nazionale. E’ di pochi giorni fa, infatti, la notizia che alla Regione Sardegna c’è un ente regionale fantasma con 9 dirigenti fasulli che non hanno mai superato alcun concorso e che da circa 20 anni percepiscono stipendi vicini ai 160.000 euro all’anno.
Se esistono i furbi e gli imboscati è perché c’è un “bosco” che nessuno intende controllare. E così, dopo le ormai note vicende che stanno venendo fuori, viene spontaneo domandarsi quanti altri casi simili ci sono in Italia e vengono nascosti e perché la magistratura, la politica e il mondo dell’informazione, nessuno escluso, fanno finta di niente.
Tito Boeri, ex presidente dell’Inps, in una recente puntata di “Piazza Pulita” su La7, esprimendosi sul valore della dirigenza nella pubblica amministrazione, ha pronunciato testualmente queste parole: “Purtroppo molti dirigenti nel settore pubblico non hanno le competenze che dovrebbero avere per colpa delle ingerenze della politica e dei sindacati… abbiamo tanti dirigenti che sono arrivati a quelle posizioni senza aver partecipato ad alcun concorso pubblico…”.
Ma se Boeri sa perché non parla? Perché non fa i nomi? E che dire di Pasquale Tridico definito “il piddino cigiellino mascherato da grillino”? Beppe Grillo lo ha preteso addirittura capolista alle ultime Europee e l’uomo di Scala Coeli, alla faccia della gratitudine, s’è schierato mani e piedi con… Conte!
Abbiamo già appurato che Tridico, nonostante fosse informatissimo delle vicende dei falsi dirigenti, non solo si è girato dall’altra parte facendo finta di non sapere ma è arrivato addirittura a conferire direttamente e in prima persona incarichi dirigenziali senza concorso. Del resto, un dirigente Inps aveva detto con molta schiettezza a Boeri che “senza scheletri nell’armadio all’Inps non si va da nessuna parte” e a questo punto c’è solo da provare a capire quanti “scheletri” ci sono negli armadi degli ex presidenti Inps, almeno da Antonio Mastrapasqua in poi, tali da costringerli a non intervenire e ad essere omertosi e complici nelle vicende in questione.
Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps dal 2008 al 2014, noto per avere ricoperto fino a 25 (venticinque!) incarichi contemporaneamente, rinviato a giudizio per falso e truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale nella vicenda dei rimborsi “gonfiati” all’ospedale israelitico di Roma, condannato in via definitiva a 10 mesi per avere pagato per superare due esami alla facoltà di Economia e Commercio dell’Università La Sapienza di Roma, serviti a conseguire la laurea nel 1984, dimessosi dalla carica di presidente Inps a seguito di tali vicende, come poteva denunciare i falsi dirigenti se proprio lui era ed è un falso laureato e quindi un falso commercialista?
Tito Boeri, docente presso l’Università Bocconi di Milano e presidente dell’Inps dal dicembre 2014 al febbraio 2019, viene accusato dal dg Inps pro-tempore Massimo Cioffi di avere avuto un evidente conflitto di interessi nella vicenda del gruppo editoriale Gedi (prepensionamenti truccati a carico delle casse Inps) quando faceva capo al Cir di Carlo De Benedetti per un sequestro di 38 milioni di euro, in quanto lo stesso Boeri aveva ricoperto il ruolo di presidente della Fondazione De Benedetti… E allora come poteva Tito Boeri, pur essendone a conoscenza, smascherare i falsi dirigenti se in quel momento lui stesso era sotto pressione?
Infine Pasquale Tridico. Già associato in servizio nell’ateneo Roma Tre, nel 2018 viene promosso professore universitario di ruolo grazie a un provvidenziale concorso interno svolto in forma telematica ad un solo posto ed una sola domanda di partecipazione (la sua) e dove tra i tre membri facenti parte della commissione esaminatrice c’è il fidato Francesco Aiello. Sì, proprio lui, ordinario di politica economica all’Unical e nel 2020 suggerito proprio da Tridico a Di Maio quale candidato a presidente per il M5s alla Regione ma scaricato dalla base grillina a causa di… un abuso edilizio e di cugino condannato per ‘ndrangheta.
Tridico è stato presidente dell’Inps dal 2019 al 2023. Pur debitamente informato, invece di intervenire per stanare e licenziare i falsi dirigenti e di informare le autorità competenti, ha invece proceduto a nominarne di nuovi senza concorso ampliando l’organico da 36 a 43 con un incremento da 15 a 19 delle strutture di livello dirigenziale e conseguente aggravio della spesa pubblica. Fonti giornalistiche segnalano che alcuni di questi nuovi dirigenti sarebbero stati sottoposti a procedimenti penali per reati contro la pubblica amministrazione.
Tale dinamica comportamentale da parte di Tridico, oltre a rimarcare l’assenza di una qualunque valutazione di merito e tecnico-professionale dei prescelti, nonché la malsana predisposizione a scelte finalizzate unicamente a privilegiare pochi politicizzati, ha destato il sospetto di dover rispondere a logiche di scambio e di far parte di un sistema di “porte girevoli”. E non è finita qui. A presto.