Caso Santanché. Alla scoperta delle origini del mitico “Cretinetti”

Le vicissitudini imprenditoriali, chiamiamole così, di Daniela Santanché hanno dato lo spunto a molti di parodiare film o di rievocare fatti che bene o male sintetizzano la farsa di questa impresentabile per eccellenza elevata al rango di ministro da Giorgia Meloni. Ma non c’è dubbio che il “Cretinetti” affibbiatole da Marco Travaglio nel suo editoriale di qualche giorno fa sul Fatto sia stato il migliore ritratto.

Nel VedovoAlberto Sordi è anche lui un “imprenditore-ministro” che non azzecca un affare e inventa scuse puerili, tipo “tutta colpa degli inglesi che mi hanno chiuso il Canale di Suez. Ma come: prima me lo chiudete, poi me lo riaprite proprio mentre sto speculando sulla benzina?!”Infatti la moglie, Franca Valeri, gli taglia i viveri e non lo chiama ministro. Ma “Cretinetti”.

Ancora oggi, dunque, è possibile sentir dire un sei proprio un Cretinetti, quando qualcuno fa qualcosa di stupido o racconta qualcosa di inverosimile. Ma com’è nato questo soprannome famoso che Franca Valeri usava dire ad Alberto Sordi e perché l’ha usato anche come ultimo saluto all’attore?

Le origini dell’epiteto Cretinetti sono da ricercare, molto probabilmente, nella figura di André Deed. Attore, regista e sceneggiatore francese dei primi anni del ‘900, è divenuto famoso proprio per aver interpretato il personaggio Cretinetti, che in lingua originale si chiamava Boireau oppure Gribouille.

Il personaggio di Cretinetti fu creato proprio da lui e lo rappresentò la prima volta in un cortometraggio francese nel 1906. Ma il successo lo ottenne soprattutto proprio col cinema muto italiano, per cui interpretò oltre 90 cortometraggi dal 1909 al 1911 e dal 1915 al 1920, recitando nel ruolo di Cretinetti, che lo rese popolare successivamente in tutta Europa.

Forse proprio per questo, ai tempi de Il Vedovo, decisero di inderire la celebre battuta “cretinetti”: il Cretinetti era un personaggio un po’ sfigato, surreale, a cui capitavano le cose più assurde (come scivolare su una buccia di banana) al limite del tragicomico. Ma che si inventava anche le giustificazioni più assurde per i suoi fallimenti. Franca Valeri, quando interpretò la ricca moglie di Alberto Sordi nel film, era solita chiamare la figura sfigata del marito proprio “Cretinetti”. È così, grazie al film che ha visto nascere il sodalizio tra Alberto e Sordi e Franca Valeri, è stato consacrato l’epiteto che è rimasto nella storia e addirittura nella lingua italiana. e che in questi giorni Travaglio ha riportato alla memoria degli italiani.

In un’intervista, Franca Valeri, deceduta qualche anno fa all’età di 100 anni, aveva detto che quell’espressione la trovava “buffa”, anche se non era nel copione e il regista, Dino Risi, la lasciò.

Ma oltre ad aver lasciato ancora oggi una parola che perdura nell’uso collettivo, va ricordato un altro memorabile gesto di Franca Valeri: nel necrologio dedicato a Sordi, scomparso nel febbraio 2003, l’attrice fece scrivere due semplici ed eloquenti parole per ricordare l’amico: “Ciao, Cretinetti”.