Cassano, arrestati gli autori della spedizione punitiva a Lauropoli

Fonte: AltrePagine (Cassano, arrestati gli autori della spedizione punitiva)

CASSANO JONIO – Nel primo pomeriggio di mercoledì scorso era stato raggiunto da un gruppo di “rivali” mentre percorreva in bicicletta Corso Laura Serra e Via Paolo Borsellino nella popolosa frazione Lauropoli di Cassano Jonio ed aveva subito un violentissimo pestaggio a sangue. Vittima del fatto, il pregiudicato 37enne del luogo Francesco Cavaliere. 

L’uomo, al culmine del fulmineo e inaspettato “attacco” in cui era stato colpito pure con un affilato corpo contundente metallico, era stato soccorso dagli operatori del 118 e trasportato d’urgenza con l’eliambulanza nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, non prima, però d’essere brevemente sentito dai carabinieri giunti celermente sul posto.

E con gli uomini in forza al Nucleo operativo della Compagnia cassanese diretta dal capitano Michele Ornelli, non s’era dimostrato “collaborativo”, anzi tutt’altro, perchè aveva sostenuto d’essersi ferito da solo cadendo dalla bici.

Una versione dei fatti goffa quanto incredibile, quella di Cavaliere, evidentemente avvezzo all’omertà che avvolge la società che lo circonda e che frequenta. Una “linea” mantenuta anche nei giorni successivi, quando, già auto-dimessosi dall’ospedale, gl’investigatori dell’Arma erano tornati “alla carica” da lui, confortati già dalle registrazioni d’alcune telecamere di video-sorveglianza che avevano ripreso le fasi della “spedizione punitiva”.

Le indagini, coordinate dai magistrati della Procura di Castrovillari, sono proseguite comunque, e gli stessi carabinieri cassanesi, in collaborazione coi loro colleghi della Stazione di Trebisacce, in tempi record hanno rintracciato e sottoposto a fermo d’indiziato di delitto i tre ritenuti aggressori di Cavaliere:

Leonardo Praino, 27enne di Sibari, Kevin Ritiro, 26enne anch’egli di Sibari ma residente a Trebisacce, e Salvatore Capraro, 21enne di Trebisacce. Tutti – come Cavaliere – elementi già “noti” negli ambienti investigativi e giudiziari.

Una volta ammanettati, il magistrato titolare dell’indagine ha disposto la loro traduzione nel carcere di Castrovillari.

Gl’investigatori mantengono stretto riserbo sul “movente” dell’azione contro Cavaliere, che potrebbe essere riconducibile a questioni di droga o di danneggiamenti.