Cassano. Il “giocattolo” si è definitivamente rotto: è finita l’era Papasso

Cassano. Il “giocattolo” si è definitivamente rotto

Gli uomini che fino a poco tempo fa erano al fianco di Giovanni Papasso hanno preso le distanze. Come già sottolineato in queste settimane in altri articoli, Papasso ha pagato a carissimo prezzo il fatto che dal 2012 ha dominato la scena politica senza mai concedere spazio a nessuno dei suoi.

Papasso ha imposto Carmen Gaudiano, un nome che però ha trovato il disinteresse e la resistenza di gran parte dei consiglieri comunali. Questa ulteriore imposizione ha probabilmente segnato il punto di rottura definitivo con addirittura le dimissioni di alcuni dei suoi, in primis l’assessore Bianchi.

Personaggi di spicco come il presidente del Consiglio Lino Notaristefano, Gianluca Falbo, Natalia Franzese, Annamaria Bianchi e Leonardo Sposato, insieme ad altri, avevano ormai abbandonato la nave guidata da Papasso. Le scelte imposte in modo autoritario, senza alcuno spazio per il confronto e la condivisione, hanno logorato i rapporti politici e personali, e questa volta non è stato possibile mantenere la fiducia.

Continuando a mantenere le loro posizioni e non lasciandosi intimidire dalle pressioni di Papasso, i dissidenti ormai noti hanno dimostrato con forza che la loro scelta di allontanarsi non è motivata dalla ricerca di vantaggi o da interessi nascosti, ma dalla stanchezza verso i metodi adottati da Papasso. La decisione di prendere le distanze è un atto di coerenza che non hanno inteso sacrificare in nome di una politica che ritengono ormai incancrenita.

In prima fila o lui o nessuno, perché potevano “rubare voti”: la sua corsa solitaria, costruita su una visione autoritaria e centralizzata, finalmente è giunta al termine.

Non si fidava realmente dei suoi, li reputava solo persone che dovevano portare voti e si vedeva dal fatto che li delegava soltanto per le cose più sciocche e secondarie, come la presenza al teatro o in chiesa ma nelle cose più importanti c’era sempre lui.

Anzi, in più occasioni, quando qualcuno dei suoi era ormai pronto e maturo per emergere, Papasso ha ostacolato il suo cammino, come nel caso di Lino Notaristefano (339 voti), sottolineato ripetutamente già dai suoi oppositori.

Se nel corso di tutti questi anni Papasso è stato abbandonato ripetutamente da coloro che lo avevano supportato e sostenuto, forse la vera causa del suo isolamento non è da ricercarsi negli altri, ma in se stesso. Forse è lui, e non gli altri, il vero nodo del problema. Quando l’ossessione al comando è più forte del resto delle cose. A Cassano si cominciano ad aprire gli occhi e si chiude l’era Papasso. Ed era anche ora.