A Cassano Jonio c’è un posto in cui sembra di rivivere gli anni ’80: pavimenti a scacchi luccicanti e colorati, personale in divisa che va su e giù, anziani che sorridono e ogni tanto mugugnano. Questo posto è Casa Serena, dove, dietro le porte del Consiglio di Amministrazione, da qualche anno va in scena una vera e propria soap opera. Una di quelle telenovele sud americane (o sud Italiane!) che vedevi su Rete4 proprio nei primi anni Ottanta. Perché storie come questa, le abbiamo viste solo in quelle intriganti telenovelas, dove le sfide per il potere si fanno spesso fino all’ultimo sangue.
Ma, per capirla tutta, la storia va raccontata dall’inizio. Casa Serena è una Ipab nata nei primi anni del secolo scorso, dagli anni Settanta i soci sono il Comune di Cassano Jonio e la Regione Calabria. È suddivisa in due settori: casa di riposo e casa protetta. Entrambe sono convenzionate con la Regione Calabria. Pertanto il Consiglio di Amministrazione di Casa Serena viene nominato da questi due Enti: quattro membri indicati dal Comune ed uno dalla Regione.
In seguito alla riforma dello Statuto, ad opera della triade prefettizia che ha gestito l’istituto nel corso della gestione commissariale del Comune di Cassano Jonio avvenuta tra il 2017 ed il 2019 dopo lo scioglimento del Consiglio per presunte infiltrazioni della criminalità, un ulteriore membro del Cda dovrebbe essere nominato dalla Prefettura.
Fin qui tutto semplice, peccato che, dopo l’elezione dell’ex sindaco Papasso, avvenuta nel 2019, sia la Regione che la Prefettura abbiano deciso di fare scena muta, lasciando i quattro designati dal Comune a fare i comodi loro, tra cui eleggere il presidente ed il vice.
Ed è qui che entra in scena lui: Antonio Golia. Curriculum politico di lunga durata, ex democristiano di quelli che hanno imparato a cadere sempre in piedi, ex consigliere comunale e presidente del Consiglio durante l’amministrazione Gallo, socio di una cooperativa che gestisce servizi con vari enti pubblici, tra cui la Diocesi di Cassano, nel 2019 trasmigra a sinistra verso Papasso con una candidatura non proprio trionfale, tanto da arrivare ad essere il primo dei non eletti. Ma Cassano è generosa, e il premio di consolazione, in tali casi, è una bella poltrona da presidente di Casa Serena.
E lui, una volta seduto su quella poltrona, ha iniziato a muoversi come un sovrano illuminato solo dall’idea di sé stesso: nomine a raffica per amici e conoscenti, epurazioni rapide per chi osa contrastarlo, atteggiamenti da monarca assoluto più che da amministratore di una struttura pubblica.
A pensarci bene, più che una telenovela americana, sembra una scena purtroppo già vista in Italia negli anni Quaranta, quando qualcuno, vistosi ormai con le spalle al muro, si fondò una repubblica tutta per se! Ed a giudicare i fatti, oggi Casa Serena sembra proprio la Repubblica di Golia.
Secondo tradizione politica, il Consiglio di Amministrazione di Casa Serena viene nominato ogni qual volta si insedia un nuovo sindaco. Infatti, dopo la nomina della Giunta Municipale, uno dei passaggi obbligati che ogni nuovo sindaco fa è quello di nominare i nuovi membri del Cda di Casa Serena. E questo avviene anche se quello in carica da meno di quattro anni, durata che dovrebbe avere per statuto. Avviene perché i membri devono essere persone di fiducia del nuovo sindaco.
Ed è proprio qui che la nostra telenovela inizia ad intrigarsi: il prode Golia, dopo la prima nomina avvenuta nel gennaio del 2020, allo scadere dei quattro anni, il 7 gennaio 2024 ha ottenuto il rinnovo nel Consiglio di amministrazione, che si è dotato di nuovi membri nominati da Papasso: Chiara Branca, Giuseppe Graziadio, Lucia Russo.
Così, date le imminenti elezioni amministrative, e prevedendo il cambio di gestione al municipio, il nostro eroe ha deciso di fare una piccola modifica allo Statuto dell’Istituto, secondo una sua personale interpretazione dell’immortalità: specificare che il Consiglio di amministrazione non cambia qualora dovesse cambiare il sindaco, facendo così decadere il requisito della persona di fiducia. Tradotto: “Io resto qui fino al 2028!”.
Così il buon Golia, che non ha titoli di studio né curriculum e/o requisiti professionali di amministratore, ha iniziato a creare il suo regno, sospendendo tutte le procedure, soprattutto quelle di selezione del personale, precedentemente avviate e dando vita ad una serie di assunzioni, incarichi e affidi diretti, molti dei quali privi di copertura economica.
Non a caso ultimamente, il consiglio dei revisori dei conti, che sarebbe l’organismo che controlla le spese ed i bilanci, ha rassegnato le dimissioni dichiarando di non voler approvare le “carte di Golia”.
Una gestione folle: i soldi per gli stipendi spesso mancano o arrivano in ritardo, e comunque solo dopo interminabili pellegrinaggi dei dipendenti negli uffici amministrativi, “in ginocchio” verso il regno di Golia. Il quale però, puntuale come l’alba, i suoi 1.800 euro mensili li incassa sempre.
Regno che, ad onor del vero, non è solo di Golia: infatti giova sempre ricordare che il Cda risulta ancora in carica, ed anche se i suoi membri non appaiono, hanno indetto e fatto svolgere concorsi pubblici, con prove e selezioni alquanto discutibili.
Nell’ultima selezione di 7 Operatori Socio Sanitari, agli stessi veniva chiesta una sola domanda specifica e due di cultura generale. In pratica, non un concorso pubblico per operatori di una struttura socio sanitaria, ma un quiz a premi, o quasi, su argomenti di varia natura.
Una situazione che già da tempo suscita le ire e le prese di posizione di movimenti politici, consiglieri comunali ma anche di cittadini che pubblicamente, da più tempo, denunciano la cosa.
Il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale l’hanno formalmente diffidato. Ma Golia, zen come un monaco tibetano, ha rinnegato la diffida arrivata dal Municipio, con tanto di dichiarazione pubblica in cui afferma di essere legittimato a restare al suo posto, e continua a comportarsi come se fosse intoccabile. Nel paese si sussurra sempre, e c’è chi sussurra che qualche “entità istituzionale” sopra le parti lo stia proteggendo. Altrimenti non si spiegano i silenzi istituzionali.
La Regione soprattutto, che ha il delicato compito di essere l’organo di garanzia, negli ultimi anni non si è espressa sull’argomento, nonostante il territorio di Cassano vanti in maggioranza due rappresentanti importanti, Gallo e Straface, quest’ultima, tra le altre cose, recentemente nominata assessore ai servizi sociali ed in minoranza altrettanto rappresentanti, Laghi e Tavernise/Scutellà, eletti anche con il supporto di tanta gente di Cassano. Tutti zitti, nessuno si è interessato di Casa Serena e delle stranezze del suo Cda, nonostante la cosa sia stata loro sottoposta e segnalata più volte.
Intanto, mentre fuori infuria la telenovela politico-amministrativa, dentro Casa Serena gli operatori continuano a mandare avanti tutto con la solita dedizione, anche se forte è la loro preoccupazione per le sorti dell’Istituto e, ovviamente, dei loro stipendi. Una situazione che ha spinto uno di loro, Luciano Gaetani, ex consigliere comunale, vincitore del concorso di cuoco nei tempi in cui l’anatra zoppa faceva barcollare Papasso, ad esprimere pubblicamente il suo parere sulla gestione dell’istituto, puntando l’indice verso il prossimo concorso per un posto di direttore amministrativo, a quanto pare già destinato all’attuale direttrice, assunta a tempo determinato proprio da Golia, in barba ad una graduatoria che si era formata prima del suo insediamento.
Forse è questo il paradosso più grande: la struttura funziona grazie al personale, mentre nella stanza dei bottoni succedono cose che in un paese normale avrebbero fatto scandalizzare persino i sassi della strada.
Questi sono i fatti ed intanto la gente si domanda: è solo il gesto di un folle oppure una congiura alle spalle dei cittadini?
Di sicuro, anche se sono 1.800 euro, il gesto di Golia è un gesto inqualificabile che offre un pessimo esempio ai giovani ed alle persone di Cassano. Un gesto prepotente in una città dove la prepotenza ha generato lutti e disgrazie. Una vera e propria imposizione per il potere e lo stipendio, in una città che avrebbe bisogno di esempi di civiltà.
Sarà difficile far capire alla gente, qual è il vero senso della politica, dopo certi comportamenti. Perché questi, sono gli uomini ed i metodi con cui hanno governato Cassano negli ultimi cinquant’anni.









