Cassano, sequestrati 22 milioni a un imprenditore con interessi nella Sibaritide e nel Lazio

Ventidue milioni di euro: a tanto ammonta il valore dei beni sequestrati dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza a un imprenditore cassanese con interessi sia nella Sibaritide che nel Lazio. I sigilli giudiziari sono stati apposti in applicazione delle norme del Codice Antimafia, concernenti beni, assetti societari e rapporti finanziari. L’imprenditore in questione è Giuseppe Borrelli, 52 anni. Il provvedimento è stato stato disposto su iniziativa del procuratore antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, e del pm Distrettuale Alessandro Riello. L’imprenditore è stato stato coinvolto anche in una inchiesta della procura di Roma su una serie di presunti ecoreati. Nell’occasione è stato stato oggetto di una misura cautelare.

Il sequestro ha riguardato la totalità delle partecipazioni di 11 società, con sedi rispettivamente in Altomonte, Roma, Cassano allo Ionio San Lorenzo del Vallo, attive in plurimi settori merceologici, e in particolare, raccolta, stoccaggio, trasformazione e smaltimento di rifiuti, edilizia specializzata, torrefazione, trasformazione e commercializzazione, all’ingrosso e al dettaglio, di caffè e prodotti affini, supermercati, compravendita immobiliare, servizi pubblicitari e marketing, compravendita e noleggio di autovetture e veicoli in generale e da corsa, produzione di birra artigianale con somministrazione e ristorazione, costruzioni di edifici residenziali e non, trasporto di merci su strada, “assunzione di appalti pubblici e privati per la progettazione e costruzione di opere”, fabbricazione e messa in opera di prodotti bitumosi.

Sono stati sottoposti a sequestro anche 58 veicoli industriali e non, compresi veicoli di grossa cilindrata, nella disponibilità del compendio aziendale nonché una villa di circa 400 mq, con annesso opificio, intestati all’imprenditore e 90 rapporti finanziari.

Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e di quella patrimoniale della confisca, sulla base delle complesse indagini di natura economico-patrimoniale e finalizzate a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile al destinatario del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa.

Le investigazioni riguardano le vicende patrimoniali e imprenditoriali, direttamente e/o indirettamente riconducibili al proposto, già in passato colpito da provvedimenti interdittivi antimafia, irrogati dal Prefetto di Cosenza nel 2016. Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, è ancora in corso.

Il risultato dell’attività investigativa è frutto della collaborazione tra il Servizio centrale anticrimine della Polizia di Stato, la Divisione polizia anticrimine della questura di Cosenza, il Servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata e il Nucleo di polizia economico finanziaria di Cosenza della Guardia di finanza.

“L’ingente sequestro di beni eseguito oggi dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza – ha detto il direttore centrale Anticrimine Francesco Messina – si colloca nell’ormai consolidata strategia di contrasto all’accumulazione illecita di patrimoni che da tre anni impegna la Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, che prevede di affiancare alle investigazioni giudiziarie, le indagini preventive patrimoniali al fine di colpire attività imprenditoriali e beni accumulati grazie ad investimenti di denaro di illecita provenienza”.