Casta dei magistrati. Alberto Liguori e Luca Palamara: tutte le chat della vergogna

Oggi finalmente è arrivato il momento di chiarire bene ai calabresi ma soprattutto agli umbri e in particolare ai ternani chi è dall’ormai lontano 2016 il procuratore capo della città delle acciaierie o se preferite delle Fere e dei Freak Brothers. Eh sì, perché si dà il caso che a Terni il capo della procura è un cosentino che si chiama Alberto Liguori e sta lì per parare il culo a Renzi, al suo cerchio magico e più in generale alla massomafia foraggiata dai potenti mezzi dell’ebetino. Ma prima di entrare nel merito di queste storie, è più che mai opportuno approfondire per prima cosa la tragicomica vicenda delle chat tra il nostro e Luca Palamara, tra l’altro ancora molto fresca e recente.

LIGUORI E PALAMARA

Liguori ormai da tempo fa parte della “banda” di Luca Palamara, che non ha certo bisogno di presentazioni ed è uno dei magistrati di punta dell’Unicost, la corrente dei papponi. E’ persino finito nelle chat del famigerato “faccia di tonno” mentre cercava di piazzare i suoi compari proprio al Tribunale di Cosenza, meglio conosciuto come porto delle nebbie.

È notizia recente che la posizione del dott. Alberto Liguori finito nel tritacarne dello scandalo Palamara è stata archiviata. Bene, ma restano dubbi se si pensa che è lo stesso che archiviò le denunce dei Novelli a Terni per la cessione pilotata a iGreco nella loro azienda (su cui indagava anche la procura di Castrovillari), e che scrive candidamente a Palamara “salutami a Renzi”. Un’indagine, quella sull’acquisizione del Gruppo Novelli da parte dei faccendieri di Terravecchia, che era arrivata al Ministero dello Sviluppo Economico dell’allora ministro Calenda e nella quale emergevano anche rapporti tra questa parte di magistratura, politica renziana soprattutto e professionisti vari.

Tra i primi casi esaminati rispetto al gran casino di Palamara non poteva mancare la Calabria con la presenza di uno dei tanti magistrati coinvolti nell’inchiesta: il dottor Alberto Liguori, appunto, procuratore capo di Terni e già magistrato di sorveglianza in Calabria. Un caso che dimostra il valore delle regola più seguita dalla casta: cane non mangia cane. Specie se il “cane” è calabrese.

Vediamo il caso: il giudice Enrico Di Dedda ha appena lasciato vacante la poltrona di presidente della sezione penale del tribunale di Cosenza (2017), ed urge altra nomina. Ed iniziano le pressioni su Luca Palamara.

A chattare a Palamara, l’amico di tutti gli amici magistrati, il procuratore capo di Terni Liguori, che tra l’altro scrive: “parti subito con qualcuno di Area, poi con i laici di sinistra e i membri di diritto… dai Luca, fatti valere”. Palamara risponde: “andrò fino in fondo… e sarà l’antipasto”. E Liguori risponde: “così mi piaci” . E ancora Palamara: “A Ciccio, li sfondo, lo sai”.

Spieghiamo: il dottor Liguori, così come riportato in altre intercettazioni, aveva chiesto a Palamara che a prendere il posto di Di Dedda fosse la dottoressa Lucente, invece del dottor Carpino, ed è per questo che gli chiede di adoperarsi in tal senso. Ma a frenare l’entusiasmo di Palamara che non vede l’ora di fare il favore al compare Liguori, il suo amico e collega Massimo Forciniti. In una conversazione intercettata Forciniti dice a Palamara: “ricordati di non portare in plenum la “questione” del presidente della sezione penale di Cosenza, non mettiamo troppa carne al fuoco”. E Palamara risponde: “già parlato con Iacovitti”. Come a dire: ok… ce ne occuperemo dopo aver sbrigato le pratiche più corpose e urgenti degli amici degli amici. Un “lavoro” che Palamara non riuscirà a portare a termine, solo ed esclusivamente per scandalo sopraggiunto, ed è per questo che la nomina resterà al dottor Carpino, così come deliberato dal CSM.

Per una migliore comprensione dei fatti, riportiamo tutti i passaggi delle chat. Il 26 ottobre 2017 Liguori scrive a Palamara: “4 Carpino 2 Lucente così non va”
Palamara: “Aspetta”. “Non è finita”
Liguori : “A Cosenza con Carpino Mancinetti ed io perdiamo 25 voti su 39”
Palamara: “Recuperiamo”
Liguori: “Parti subito con qualcuno di Area per es. Morosini che conosce la collega,
poi con i laici di sinistra e i membri di diritto”
Il 24 novembre 2017, in prossimità della votazione di plenum, Liguori scrive a Palamara:
“Lucente fino in fondo” “Fatti valere”
Palamara: “Fino in fondo” “E sarà l’antipasto”
Liguori: “Così mi piaci, salutami Renzi”
Palamara: “A Ciccio li sfondo lo sai”

L’11 dicembre 2017 Liguori scrive a Palamara: “Adesso fammi vedere se ci tieni alla
Calabria: ribalta posto Cosenza da Carpino a Lucente: appuntamento plenum 13 dicembre,
saluti Alberto”;
Il 19 dicembre 2017 Liguori insiste: “Esigo, con te me lo posso permettere, Fanfani e la
Balducci”.
Il 20 dicembre 2017, invece, il Plenum deliberava il dott. Carpino quale Presidente di sezione del Tribunale di Cosenza.
Dallo scambio di messaggi avvenuto in tale data e presumibilmente durante il dibattito
consiliare, dopo un’iniziale insistenza del dott. Liguori volta a far convergere i voti sulla
dott.ssa Lucente, il dott. Palamara comunica al dott. Liguori il raggiungimento di un
“accordo” con la componente togata dei consiglieri in quota Area in base al quale la dott.ssa Lucente sarebbe stata proposta su un altro posto vacante di Presidente di sezione del Tribunale di Cosenza.

Liguori scrive a Palamara:”Fai almeno astenere la Balducci e porta a noi Fanfani”
Palamara: “Ma la Balducci ha votato per Carpino”
Liguori: “Ho capito e in plenum prende atto delle proposte e dell’elemento dirimente
delle funzioni dibattimentali sottovalutate in commissione e tuttavia per coerenza avendo
sottovalutato si astiene”
Palamara: “Ci sto lavorando”
Liguori: “Bene”.

A distanza di mezz’ora Palamara scrive: “Ciccio va bene questo schema sei d’accordo?”
10 – 8
Liguori: “Sì e comunque io e te dobbiamo parlare e non solo di Napoli perché se
continuiamo così rischia anche Roma la stessa fine”.

L’esistenza di tale accordo oltre al dato testuale (Palamara “Ciccio va bene questo
schema sei d’accordo?”) si desume anche dalla successiva conversazione del 24 aprile 2018
nella quale Liguori scrive: “Riattualizzato quadro pst cs mi manca solo Ardituro al quale,
sono sicuro, ricorderai pacta sunt servanda”
Infatti, il 19 aprile 2018 il dott. Palamara avverte il dott. Liguori che è iniziata la
discussione in commissione sul posto di Presidente di sezione di Tribunale di Cosenza e
Liguori ribadisce l’esistenza dell’accordo preso all’epoca della votazione del posto assegnato
a Carpino
Palamara: “Ciccio iniziata discussione” “Lo voto martedì o giovedì”
Liguori “Giovedì” “Ricorda agli amici gli accordi in corso di plenum Carpino” .
Nella seduta plenaria del 4 luglio 2018 la dott.ssa Lucente veniva nominata Presidente di sezione del Tribunale di Cosenza.
Le conversazioni sopra riportate sono state oggetto di pubblicazione sulla testata La Verità.

Dunque, Liguori non solo non ha mollato l’osso – il che denota il suo totale impegno nel condurre una pratica che non appartiene al suo dovere di magistrato e che sfocia in un turpe mercato delle nomine che, come sa bene Liguori, sono regolate da precise norme e regole, ed attengono solo ed esclusivamente all’organo superiore della magistratura – ma richiama Palamara e gli dice: “adesso fammi vedere se ci tieni alla Calabria: ribalta pst Cosenza da Carpino e Lucente, appuntamento plenum giorno 13 dicembre, salutami Renzi… abbracci Alberto”.

Ora, non ci vuole uno scienziato per capire che il dottor Liguori è consapevole di chiedere un qualcosa che va contro l’etica professionale, ma nonostante ciò si avvale anche lui di questo turpe sistema per sistemare amici e amiche nei posti apicali della magistratura calabrese. È lecito a questo punto chiedersi il perché il dottor Liguori ci tiene tanto a questa nomina, da quale interesse è mosso per adoperarsi con così tanta passione e slancio? Una domanda a cui nessuno risponderà mai.

Bene, alla luce di tutto questo com’è finita la valutazione della posizione del dottor Liguori da parte del Plenum? Con una bella archiviazione, insieme alla sua collega Alessandra Camassa, presidente del tribunale di Marsala. I primi due casi giudicati sui cento in totale: due archiviazioni. È questo l’andazzo.

E la motivazione dell’archiviazione è la giusta cornice a questo drammatico quadro che nessuno è in grado di cancellare: la posizione del dottor Liguori, nonostante il suo evidente coinvolgimento nel mercato delle vacche è stata archiviata perché le sue indebite pressioni risalgono ad un po’ di tempo fa. Dice il dottor Di Matteo su questa archiviazione: “Per la gravità, la reiterazione e la finalizzazione delle richieste non ci sarebbero stati dubbi per il trasferimento per incompatibilità se Liguori avesse lavorato in Calabria”. Ma poiché dirige la procura di Terni i suoi comportamenti, secondo le regole della prima commissione, non incidono sull’ufficio che dirige, perché non sceglie chi lavora con lui, né tratta questioni attinenti all’esercizio delle sue funzioni”. In una parola: archiviazione, con 21 voti a favore e due astensioni. Cane non mangia cane. Il perché si interessava a questa nomina non interessa a nessuno dei magistrati che hanno valutato il caso. Il tutto si può derubricare ad un semplice ed innocuo “errore di gioventù”. Peccato che Liguori ormai è prossimo ai sessant’anni… E’ così che si assolvono tra di loro. Non pagheranno mai per gli abusi che commettono. Questa storia è l’ennesima conferma di come vanno le cose a certi livelli in Italia: ci sono uomini e donne delle istituzioni che godono di una immunità del tutto incostituzionale, ma accettata e tollerata non solo dalle istituzioni, ma dall’intera opinione pubblica. Una casta di privilegiati che da sempre continua ad autoassolversi da tutto ciò di drammatico che succede in Italia. Nonostante le loro evidenti responsabilità.