A Castrolibero tutto come nelle previsioni o meglio, come nella migliore e secolare tradizione italiana, tutto cambia perché nulla cambi nei secoli dei secoli. E così, in un ideale de-ja-vu siamo ritornati addirittura indietro di 20 anni. Così come nel 2003 (quando era ancora un… ragazzino) Orlandino Greco, oggi ultracinquantenne e politicante insuperabile nel… cambio di casacca, è tornato sindaco della cittadina alle porte di Cosenza. Ricostruiamo allora le fasi salienti di queste elezioni-farsa, perché è giusto che si sappia e che si scriva la verità.
Dopo l’annuncio della data delle elezioni amministrative (14-15 maggio) in centinaia di comuni erano state accelerate e poi concluse le manovre per arrivare alla quadratura del cerchio per le liste. A Castrolibero, piccolo centro alle porte di Cosenza, da due decenni ormai governa un piccolo politico, tale Orlandino Greco, tuttora sotto processo per voto di scambio politico-mafioso, corruzione elettorale e concorso esterno in associazione mafiosa, che ha cambiato casacca senza soluzione di continuità – dal Msi/Alleanza Nazionale fino al Pd… – prima di fondare un tragicomico movimento chiamato Italia del Meridione. Orlandino Greco, dopo aver governato per quasi 20 anni e dopo aver fatto anche il consigliere regionale fino al 2019, ha lasciato sindaco per due mandati un suo fedelissimo, tale Giovanni Greco, e adesso – dopo aver fatto finta di “nascondersi” per mesi – aveva ufficializzato la sua ricandidatura a sindaco.
Avversari non ne aveva e non ne ha, nel senso che nessuno può competere con chi detiene le chiavi del Comune da decenni e quindi controlla il voto quasi chirurgicamente ma paradossalmente questo era diventato un problema. Sì, perché per molte settimane è stata in campo solo la lista che lo sostiene, e se fosse rimasta da sola, gli sarebbe servito il voto del 50% degli aventi diritto al voto per vincere e per evitare il commissariamento e con i chiari di luna dell’astensionismo avrebbe rischiato grosso. E allora c’era bisogno di una lista civetta come si chiamano in gergo quelle liste che non hanno nessuna chance di vincere ma servono come il pane affinché chi deve vincere vinca anche se vanno a votare quattro gatti…
La prima lista civetta annunciata era stata quella della “fedelissima” Michaela Anselmo, prima “infiltrata” del piccolo Orlando nel M5s ma successivamente sgamata e costretta a darsela a gambe salvo ripresentarsi sotto altre “spoglie”. Ma era chiarissimo che non poteva bastare – e infatti non è arrivata neanche in fondo – e allora c’era bisogno di qualcosa di più “credibile” – si fa per dire… – e solo una persona poteva prestarsi al giochino: l’immarcescibile ex sindaco Vincenzino Aiello.
Dopo lungo tira e molla, il piccolo Vincenzo ha rotto gli indugi: lui no, non si è presentato candidato sindaco come gli aveva chiesto il piccolo Orlando ma in compenso ha “mandato” , Antonella Garritano, perfetta per buttare fumo negli occhi dei castroliberesi fedeli alla… linea. Dunque, la farsa può cominciare: tutti per uno, uno per tutti. Ma non prima di aver commentato un leggendario post del piccolo Vincenzo, che a parole dice di scandire la “diversità” col suo vecchio amico ma in realtà non fa altro che darci la misura esatta del “Gattopardo” in salsa castroliberese: tutto cambia perché nulla cambi…
ERA TANTO TEMPO FA!!
L’OROLOGIO NON SEGNA SOLO IL TEMPO, MA NE RIMARCA INESORABILMENTE LE DIVERSITÀ, SCANDENDO NUOVI APPUNTAMENTI!!! mmucca liù….