di Mattia Greco – 6 febbraio 2022 –
Da qualche giorno gira una petizione online lanciata dagli studenti della mia ex scuola, il Valentini di Castrolibero. La richiesta? FUORI I PEDOFILI DAL VALENTINI-MAJORANA.
Appena ho letto mi sono sentito un groppo in gola. È difficile riuscire a scrivere qualcosa su questo, soprattutto se ripensi ad uno spazio che hai vissuto per anni (nel mio caso addirittura sei, visto il forte legame per quella scuola).
Ho iniziato a fare politica quando avevo 15 anni, e ho iniziato proprio in quella scuola. In pochissimo tempo ho visto tutto ciò che c’era di bello in quello che facevo e tutte le conseguenze che ti porti dietro.
Conseguenze, negative, ovviamente. E conseguenze che hanno una matrice comune a molte delle testimonianze che escono fuori dalla pagina instagram che vi invito a seguire (Call-out Valentini-Majorana).
Fortunatamente essendo un uomo non ho mai subito violenza, anzi mi rendo conto con gli anni che molto spesso restavo indifferente, o fingevo di non accorgermi di queste violenze nella scuola, diventando complice con chi abusava e abusa. Mi sento in dovere di dirlo perché ho sempre odiato le persone che di punto in bianco si riscoprono solidali, vicini a tematiche sulla violenza di genere, oppure attivisti improvvisati. Non lo ero, non sentivo su di me questa violenza e non me ne interessavo.
Posso dire però che quella scuola era ed è tutt’ora uno spazio per così dire “speciale”, dove non vige la legge italiana ma quella della preside Iolanda Maletta. Una scuola in cui non si può mettere in discussione l’ordine da lei imposto, in cui gli studenti sono minacciati costantemente, sorvegliati da telecamere che si trovano ovunque, privati di ogni diritto di critica.
Succede però che in un regime in cui tutto viene deciso da una persona, in cui la legge è dettata da te, in cui il fine ultimo è vendere un prodotto, cioè la tua scuola, questo produce dei mostri. Diventa il regno della violenza, del sopruso, della coercizione. La scuola si trasforma in un trauma collettivo per gli studenti che si sono seduti su quei banchi.
Succede che i ragazzi pestano a sangue i propri compagni mandandoli all’ospedale e tu non fai nulla, succede che delle ragazze ti chiedano aiuto perché i professori molestano fisicamente, verbalmente e psicologicamente le ragazze ma anche in questo caso tu non fai niente e ridi.
Non prendi nessun provvedimento e lo lasci nell’istituto, gli cambi classe. E ora la vergogna assoluta delle tue minacce per chi osa denunciare. Ci sono passato anche io e vi chiedo di continuare, di non farvi intimorire ragazzi e ragazze, dal profondo del cuore. Continuate perché la scuola deve essere un posto in cui sentirsi sicuri, una vera seconda casa, anziché un carcere e un regime di violenza.
Sono stato chiamato mafioso dalla preside anni fa per aver messo su carta quelli che erano i problemi della scuola. Non sono stato, non siamo stati abbastanza per andare avanti, ora continuate fino a quando questo schifo non cambierà. Fino a quando questi professori non verranno mandati via e fino a quando non cadrà questo regime di violenza e terrore.