Castrolibero, la scuola degli orrori: un regno fatto di minacce e silenzio imposto

di Roberto Panza

Quello che sta accadendo al Valentini-Majorana dovrebbe riempire d’orgoglio tutti coloro i quali lo hanno attraversato. Una protesta fortissima la cui eco è ormai arrivata alla ribalta nazionale. Centinaia di studenti e studentesse, stanchi e stanche degli atteggiamenti di chi governa quella scuola hanno scelto di stare dalla parte di chi ha subito molestie e ha visto violato il proprio corpo da un docente, un “educatore”. Hanno scelto di portare alla luce ciò che per anni all’interno di quella scuola si è cercato di insabbiare, perché doveva essere la “scuola dell’eccellenza”. Oggi il Valentini-Majorana è un’eccellenza ma lo è grazie alla forza e alla determinazione della comunità studentesca.

Del mio liceo ho ricordi bellissimi, è pur sempre il luogo dove ho iniziato a far politica e dove ho incontrato docenti che non smetterò mai di ringraziare per essere stati fondamentali nella formazione della mia coscienza critica. Guarda caso sono gli stessi professori che oggi ci mettono la faccia e parlano pubblicamente.
All’epoca trovare dei docenti dalla parte degli alunni era un’eccezione, oggi la quasi totalità del corpo docenti è dalla parte degli studenti in occupazione, non potrebbe essere altrimenti, ciò è un segno che il regno del terrore della Maletta sta ormai per concludersi.

Un regno che anche io da ex studente ed ex rappresentante d’istituto ho conosciuto bene, avendo subito minacce di ogni tipo per il mio essere attivo all’interno ed all’esterno della scuola. Un regno fatto di minacce e di silenzio imposto.

Durante un’autogestione, all’interno dell’assemblea, invitammo il sindaco Orlandino Greco a confrontarsi con noi sulla discarica che sta poco sopra la scuola. Dopo qualche minuto comparve magicamente un impegno istituzionale ed il sindaco dovette lasciare la sala non rispondendo alle tantissime domande che gli stavamo ponendo. Della preside, non ricordo mai una presa di posizione all’epoca sulla discarica, anzi banalizzò dicendo che noi eravamo strumentalizzati, da chi e da cosa non l’ho ancora capito.

Quello di sminuire, banalizzare e non prendere posizione è un atteggiamento che è rimasto uguale negli anni, ne sono un esempio il silenzio davanti ad un ragazzo pestato a sangue da un suo compagno ed il ridere in faccia davanti a delle studentesse da lei andate per chiederle aiuto e parlarle delle molestie subite. Così come non c’è mai stato interesse verso le ragioni che ci spingevano ad occupare o ad autogestire la scuola, ed a giudicare dal fatto che oggi la scuola pubblica è stata totalmente distrutta e dal fatto che se si muore di alternanza scuola-lavoro qualche ragione forse l’ avevamo.

A dirla tutta mi sento anche in colpa perché noi su determinati temi non prestavamo molta attenzione. L’avessimo fatto, magari i professori non si sarebbero permessi a molestare le alunne. Chiedo scusa a tutti gli studenti e le studentesse per questo. La società però cambia e si evolve e con essa le nuove generazioni che mostrano grande interesse verso temi come la violenza di genere. Ciò può essere una scintilla di un reale cambiamento nella nostra società.

Questi giorni di occupazione sono un segno che dalla nostra scuola usciranno ancora tante coscienze critiche in grado di aggredire il mondo di merda che le circonda e di non piegare mai la testa davanti a nessuno. Mi sento di ringraziare col cuore in mano tutti coloro i quali hanno occupato il Valentini-Majorana, grazie perché ciò che non siamo riusciti a fare noi state riuscendo a farlo voi con un coraggio esemplare. Andate avanti!