Eccolo qua, l’ex camerata Orlandino Greco che oggi fa le fusa con la Lega di… Durigon e Salvini a qualche anno di distanza da quando le faceva con il sindaco di Verona Flavio Tosi in occasione della presentazione del suo libro “Italie”.
Un ritorno alle origini? Sicuro… una specie di complimento per uno come lui che è partito dal Msi e si è ritrovato consigliere regionale del centrosinistra…
La cosa bella è che ormai non si scandalizza più nessuno, al massimo arriva qualche sorriso ironico per questo meridionalista alla puttanesca che gioca a fare il leghista. Una barzelletta, insomma.
Indagato dalla DDA di Catanzaro e addirittura sotto processo per voto di scambio con la mafia perché quando era stato sindaco di Castrolibero per la prima volta (attualmente è tornato sindaco dopo una campagna elettorale tragicomica nella quale era il solo candidato…), il piccolo Orlando è stato per otto anni al servizio di Palla Palla prima di ritornare all’ovile della destra, prima in quota Forza Italia e adesso Lega. In sostanza, s’è girato tutto l’arco politico.
Trasa ed escia, per dirla alla cosentina: dopo essere stato stampella del Pd, flirta con il centrodestra e la Lega, si propone come il “nuovo” e politicamente (sic!) ma sembra molto più vecchio di un Covello qualsiasi e invece ha da poco compiuto 50 anni. Che tristezza…
Uno che si iscrisse al Fronte della Gioventù e che poi parla di “compagni” si commenta da sé. Qualcuno faccia sapere a Durigon e ai suoi cavalieri che non gli conviene portarsi dietro Orlandino “millefacce”…
Ma procediamo con ordine. Gli ultimi anni sono stati difficili per Orlandino Greco. Dopo la sua clamorosa elezione a consigliere regionale del 2014 in quota Oliverio, qualcuno ha deciso che dovesse pagarne il prezzo. E così, dopo pochi mesi, un noto giornale on line vicinissimo a Minniti aveva diffuso a mo’ di azione di killeraggio giornalistico i verbali secretati dei pentiti Foggetti. E non solo: passato qualche altro mese, quello stesso giornale (imbeccato chissà da chi…) aveva “profetizzato” una richiesta di arresto della Dda nei suoi confronti, che dopo qualche tempo è stata respinta. Anche se un processo comunque ci sarà.
Ormai lo sanno tutti: il nome di Orlandino Greco ricorre spesso nei verbali del pentito Ernesto Foggetti diffusi a Cosenza dopo la fuga di notizie provocata dalla mancata cancellazione degli omissis. Le ipotesi di reato sono voto di scambio e corruzione elettorale.
Negli atti che costituiscono il processo “Nuova Famiglia” questi verbali secretati, trasmessi direttamente dall’ufficio dell’allora pm Pierpaolo Bruni, ma abilmente “violati” da qualcuno che ormai conoscono tutti, contengono molti spunti che portano al livello politico. E qui, a quanto pare, è cascato anche Orlandino. Il pentito Foggetti, almeno dalla pubblicazione dei verbali secretati, lo ha chiamato pesantemente in causa in due occasioni e parla apertamente di accordi sottobanco con tanto di versamento di denaro da parte di Greco.
Al di là del chiaro intento di volerlo mettere in croce e quasi “sacrificare”, evidentemente per questioni politiche all’interno del Pd, non c’è dubbio però che occorra svolgere una seria analisi sull’irresistibile ascesa del giovane Orlandino.
Greco è stato un enfant prodige della politica cosentina partendo dalla sua piccola Castrolibero. Dopo l’apprendistato, nel quale ha combattuto ad armi pari contro un vecchio marpione come Vincenzino Aiello e ha consumato qualche esperienza giovanile con il Fronte della Gioventù, Orlandino fa il salto di qualità e si prende Castrolibero diventandone sindaco con percentuali bulgare.
Non sottovalutate la cittadina alle porte di Cosenza. Da queste parti storicamente sono accaduti molti fatti importanti. Non solo in ambito politico.
Greco, giovane sindaco di Castrofranco, nell’immaginario collettivo dei cosentini che abitano ad Andreotta, Rusoli, Garofalo e Serra Miceli, è il ragazzo dalla faccia pulita. Quello che fa politica ma non sembra neanche un politico. Lontano dai potentati e apparentemente indipendente.
Orlandino è sempre stato corteggiato dalla famiglia Gentile ma non si è mai piegato al loro carisma (per usare un eufemismo). A causa dei Gentile, per esempio, è andato in crisi uno dei più importanti rapporti di amicizia di Orlandino ovvero quello con Aldo Figliuzzi. Che con i Gentile ha stretto rapporti politici allontanandosi dal suo vecchio amico.
Greco però non può dire di non conoscere Foggetti e anche quando, attraverso il nostro profilo Fb, commentava i contenuti delle sue dichiarazioni, è sembrato un po’ contraddittorio.
“Non conosco il soggetto – scrisse Orlandino -, non ho mai avuto rapporti e poi basta che il magistrato acquisisca verbali di diverse denunce del sottoscritto nei confronti di alcuni affiliati al clan per chiarirsi le idee…”.
Delle due l’una: se non conosce il soggetto, e quindi non ha mai avuto niente a che fare con lui, non può dire di aver denunciato alcuni affiliati al clan, che evidentemente sono sodali del “soggetto”. Di conseguenza, se conosce i sodali, conosce anche il soggetto.
Sul fatto che Orlandino abbia un’immagine pulita non ci piove. E’ sempre stata la sua forza. Magari avrà anche fatto qualche denuncia ma che abbia avuto qualche contatto con la numerosa famiglia dei Foggetti è praticamente scontato.
Ai tempi delle vacche grasse i Foggetti stazionavano molto spesso tra Castrolibero e la zona dello stadio. Non era affatto raro incontrarli anche nei bar: alla Conca d’Oro soprattutto ma anche al Daily, il bar del Quotidiano della Calabria. Ci sembra poco credibile che Orlandino non li conoscesse, anche se gli possiamo concedere l’attenuante dell’esagerazione del racconto del pentito.
Greco, per difendersi, sostiene che “se leggessi bene le dichiarazioni del soggetto, capiresti che sono solo bufale e illazioni che addirittura si riferiscono al 2002 o 2003. Cerca invece poi di sapere cos’è successo qualche anno dopo e capirai tante cose…”.
Orlandino viene eletto sindaco nel 2003 ed è proprio da allora che comincia il corteggiamento nei suoi confronti da parte dei Gentile. Con tanto di spaccatura della sua amicizia con Figliuzzi.
E’ evidente che Orlandino si riferisce a questo spartiacque della sua carriera e della sua stessa esistenza. Ed è possibile che stia pensando a qualche rivelazione “mirata” da parte dei pentiti della famiglia Foggetti che, stranamente, non chiamano quasi mai in causa i Gentile. Se poi aggiungiamo che Tonino è entrato a suo tempo addirittura nel governo Renzi, il quadro è completo.
Chissà se queste cose Orlandino le avrà dette alla Dda di Catanzaro, dalla quale è stato interrogato tre volte. Ma, in ogni caso, alla fine, nonostante l’impegno del procuratore Gratteri (da maggio 2016 e fino a poco tempo fa), l’arresto nei suoi confronti non è arrivato e Orlandino ha deciso di ripresentarsi al giudizio degli elettori, anche se solo quelli del suo paese di Castrolibero…
Siamo stati strafelici che anche l’Huffington Post, nel 2020, abbia pubblicato un gran bell’articolo all’interno del quale, tra gli altri, apostrofa come “travestiti” taluni candidati della banda di corrotti del centrodestra. E siamo strafelici di pubblicare questo estratto, tutto dedicato a Orlandino Greco e al suo alter ego nella lista impresentabile dell’Udc, tale Rosalbino Cerra.
“… Voltagabbana di professione, riciclati, pluri-indagati, e poi i “travestiti”, una nuova categoria della politica calabrese, vale a dire chi è in lista al posto dei loro padrini politici.
Si comincia da questi ultimi che sono la novità di questa folle campagna elettorale. Orlandino Greco, natio di Castrolibero (in provincia di Cosenza), classe ’71, una laurea in ingegneria civile, formatosi nel Fronte della Gioventù, ma poi entrato nelle logiche locali al punto da farsi eleggere sindaco del suo Paese fino al grande salto al consiglio regionale con la lista “Oliverio Presidente” con oltre 7 mila preferenze.
Dopo questa escalation, Greco finisce nella black list di Pippo Callipo. Il motivo? Il re del tonno, nonché candidato governatore del centrosinistra, fa il repulisti di indagati e condannati. Peccato che “Orlandino” da Castrolibero è finito sotto i riflettori della Dda di Catanzaro per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa i successi elettorale di Greco sarebbero stati ottenuti grazie al sostegno di denaro ricevuto dalla cosca guidata da Michele Bruni, alias “Bella Bella”, e dal clan “Rango-Zingari”. Va da sé che Greco non ci sta, batte i pugni,”quali sarebbero queste colpe?”, si sgola davanti ai cronisti locali. Ma non c’è niente da fare. E’ fuori. Punto. E allora decide con il suo movimento chiamato “Idm”, acronimo che sta per “Italia del Meridione”, che sosterrà un candidato della lista dell’Udc, vale a dire Rosalbino Cerra. Non a caso circola una battuta nel cosentino: “Se gratti Cerra trovi il faccione di Greco”.
E se a gennaio 2020 si era presentato “travestito” dal suo medico e sodale Rosalbino Cerra sotto le insegne dell’Udc ovvero Unione dei corrotti, l’anno dopo – causa morte prematura di Jole Santelli – sbancava approdando addirittura nella lista della Circoscrizione Nord di Forza Italia ovvero Forza Mafia. Aveva cambiato solo il travestimento e così invece che da Rosalbino Cerra si travestiva da Giovanni Greco, all’epoca sindaco di Castrolibero e ovviamente funzionale alla “politica” del tenero Orlandino.
Già, Castrolibero. E ritorniamo al punto di partenza. Nel 2021 era caduto un totem: il sindaco Giovanni Greco, diretta espressione di Orlandino, candidato alle Regionali nella lista di Forza Italia, nella stessa lista di Katya Gentile. Dopo tanto corteggiamento, il matrimonio (politico, per carità) era andato a buon fine. Persino con la “benedizione” del suo ritorno a sindaco di Castrolibero da indagato e sotto processo. Ma Orlandino non è certo il tipo da stare tranquillo. E così, siamo all’ultimo atto… adesso il piccolo Orlando s’è buttato con la Lega. Ci sarebbe da stendere un velo pietoso ma come si fa a non dire che questo personaggio ormai fa venire il vomito? U vuammicu, per la precisione. E siamo stati fin troppo teneri.