I buoni consigli e la sacrosanta “cattiva strada”!
La scuola deve essere luogo di formazione, istituzione in cui si favoriscono le capacità dei giovani di formarsi una coscienza critica, di sviluppare modalità di pensiero autonomo ed amore per le libertà e non il luogo in cui si somministrano nozioni – pure più utili di quelle forme di lavoro, introdotte con l’alternanza che sfuma nello sfruttamento, che mettono a rischio la vita stessa dei nostri figli (ricordiamo il tragico evento del giovane Lorenzo Parelli) – che appaiono spesso solo come “buoni consigli” non corroborati dal buon esempio degli educatori.
La scuola deve essere un luogo sicuro e di crescita, culturale e sociale, che deve consolidarsi in assenza di qualsiasi forma di sopraffazione, discriminazione e violenza. E, soprattutto, un luogo in cui siano ridimensionati da tutte le altre parti i super-dirigenti (im)prenditori, la cui gestione a-democratica e padronale, favorita dalle de-forme dell’istruzione come, da ultima, la dannosa “buona scuola” del centrosinistra a guida Pd, sta trovando il solo coraggioso ostacolo, per fortuna, anche dei nostri validi giovani cosentini, ora al Valentini – Majorana ed alcune settimane fa al Liceo Classico Telesio.
Vero è che la vicenda di questo Istituto assomiglia sempre più ad una specie di vaso di Pandora. Dopo l’apertura della pagina Instagram “call.out.valentini-majorana”, è stata lanciata una petizione, subito sottoscritta da tantissimi cittadini, con cui si chiedeva in maniera inequivocabile di mandare “fuori i pedofili dal Valentini Majorana”. La chiarezza della richiesta però non ha trovato altrettanta trasparenza nei vertici dell’Istituto, né all’epoca dei fatti né adesso: la dirigente e gli adulti della scuola, come è noto, hanno sempre “sminuito” e messo in sordina la vicenda. Così come tempo fa era successo con la feroce violenza verso un giovane studente.
Pure oggi, nonostante la straordinaria protesta messa in atto e la dimensione nazionale che ormai la questione ha assunto, le ultime dichiarazioni della stessa dirigente ci lasciano veramente sgomenti. Leggiamo in una circolare, infatti, che pur “condividendo la protesta […] preme sottolineare che la scuola è aperta, i docenti sono presenti […] occorre precisare che è necessario portare avanti la continuità nello studio e lo sviluppo del processo formativo di tutti, in particolar modo degli alunni con disabilità“.
Quest’ultima affermazione appare veramente pretestuosa e grave, specialmente per l’uso strumentale delle esigenze degli studenti con disabilità, i cui diritti sono continuamente vilipesi fuori e dentro le scuole, discriminandoli comunque nel considerarli distaccati dalla generalità della popolazione studentesca, proprio quando dovrebbe essere prioritario tutelare tutte e tutti e fare emergere con forza la verità.
Siamo convinti che questi fatti non siano avvenuti a caso in quel contesto, così come siamo convinti che la pessima gestione amministrativa di quel Comune, a lungo usato da chi ha fatto carriera politica avvantaggiandosi in modo clientelare dello scambio tra diritti e favori, abbia favorito i silenzi, l’omertà e l’impunità di tanti.
Esprimiamo piena solidarietà alle ragazze ed ai ragazzi che si stanno battendo per i propri diritti, prestando la spalla alle doglianze delle loro compagne oggetto di molestie e pressioni dirette ed indirette – le colpe più gravi sono certo quelle delle “componenti scolastiche” adulte che sapevano ed hanno taciuto – e ci auguriamo che la visita degli ispettori ministeriali aiuti a fare chiarezza su questa gravissima vicenda. Continuate così, ragazzi, sulla strada giusta che avete iniziato a percorrere nonostante la “buona scuola”, i docenti ed i genitori: ovvero, la vostra collettiva “cattiva strada”, come diceva un inascoltato De Andrè alla nostra spenta generazione, questa sì per la maggior parte inservibile e dannosa!
Federazione Provinciale PRC-SE Cosenza