Castrolibero, Valentini-Majorana. Poteri forti al lavoro, Sinistra Cgil: “Il nuovo preside non sia il solito amico degli amici”

Nubi spesse si addensano sul futuro dell’Istituto “Valentini-Majorana”.

La giusta pressione delle studentesse e degli studenti di quella scuola, seguiti da un pezzo di docenti, inizia a dare risultati. Pare arrivata al capolinea l’attività lavorativa della Dirigente, che peraltro già dovrebbe essere in pensione ed è stata premiata con la ulteriore permanenza in servizio oltre l’età massima, vittima dei suoi ingiustificabili atti derivanti dalla sua stessa concezione proprietaria della scuola ed autoritaria verso lavoratori e studenti.

Da qualche giorno i ben informati affermano che a Catanzaro, nei corridoi dell’USR, già siano alacremente al lavoro, per stabilire chi andrà ad occupare il posto di Dirigente in quella scuola, le solite Organizzazioni Sindacali che si dividono i posti più appetibili e che gestiscono nomine ed assegnazione di incarichi dirigenziali con il beneplacito dell’Amministrazione. Come CGIL questa volta dovremo esprimere, con una determinazione che non sempre abbiamo avuto, una forte opposizione a soluzioni pasticciate, pensate solo per soddisfare qualche appetito personale.

La dovuta tranquillità a studenti e personale di quella scuola e l’indispensabile trasparenza per gli accertamenti che si svolgeranno nelle prossime settimane potranno essere garantiti solo da una persona estranea alla nostra regione.

Così come il Ministero ha inviato degli ispettori centrali, come abbiamo chiesto subito, non essendo plausibile che a gestire la delicata e complessa vicenda fosse Catanzaro, ora deve nominare una figura dirigenziale che non sia calabrese, quanto meno fino al termine di questo anno scolastico. Poi, dal primo settembre, su quella sede dovrà essere nominato un dirigente al di sopra di ogni sospetto e possibile “amicizia” di sorta, garante di quel clima sereno che va ristabilito con celerità.

Non diventi, almeno il “Valentini-Majorana” dopo tutto quello che ha vissuto, l’ennesimo caso di una operazione spartitoria e priva di ogni trasparenza ed oggettività, frutto di una pratica che non prevede criteri obiettivi e che determina decisioni soggettive, arbitrarie, fuori da ogni possibilità di controllo.

Pino Assalone, coordinatore regionale di “Democrazia e Lavoro” – Sinistra CGIL