Un dipendente del Ministero della Giustizia avvertì dell’esistenza di un’indagine giudiziaria alcuni indagati oggi finiti agli arresti nell’ambito di un’operazione antiusura da parte della procura di Castrovillari e denominata “Pacta sunt servanda”. Il retroscena emerge dall’ordinanza con cui questa mattina sono stati eseguiti 11 arresti a Castrovillari. Le accuse nei confronti degli arrestati sono, a vario titolo, di usura, attività creditizia abusiva, estorsione aggravata, illecita detenzione e cessione di armi comuni da sparo ed armi da guerra nonché furto aggravato.
L’inchiesta condotta dalla procura di Castrovillari su un vasto giro di usura è stata “complicata” proprio dalla presenza della talpa ovvero il dipendente del Ministero della Giustizia che avrebbe avvertito gli indagati; ma a pesare è stata anche l’omertà delle vittime, restie a svelare il sistema usurario in cui erano finite intrappolate.
A denunciare è stato invece un imprenditore edile che ha raccontato agli inquirenti di avere restituito tra il 2012 e il 2018, a fronte di un prestito di 30mila euro, ben 250mila euro; la vittima aveva anche subito intimidazioni, i cui autori non sono stati ancora identificati. Alla denuncia ha fatto seguire un’altra di un piccolo commerciante che ha riferito di aver ricevuto un prestito di 2300 euro a fronte del quale era stato costretto a pagare una quota interessi di circa 5mila euro.
Dalle indagini è emerso un consistente numero di altre vittime e la commissione di altri reati, tra i quali il furto di computer e stampanti compiuto da due indagati ai danni dell’Ufficio del Giudice di Pace di Spezzano Albanese utilizzando un mezzo dell’Asp di Cosenza, di cui il principale indagato è dipendente. A conclusione delle indagini, il pm di Castrovillari Flavio Serracchiani ha chiesto e ottenuto dal gip Luca Colitta l’ordinanza di arresto per 11 soggetti.