Castrovillari, il fuoco (doloso) ha minacciato le tubature del bypass fognario

Per alcune ore s’è temuto il peggio. L’incendio, l’ennesimo in ordine di tempo, scoppiato sulle pendici del monte del castello ha riacceso i riflettori su un problema che continua a essere trascurato o preso addirittura sottogamba. Le fiamme ieri hanno toccato la condotta fognante del centro storico. Stavolta comunque è andata più che bene. Finisce (fortunatamente!) senza gravi danni, infatti, l’ennesimo incendio doloso appiccato questa volta nella zona del Fiumicello, in particolare sul costone orientale della Madonna del Castello.

L’allarme è scattato nel primo pomeriggio e i volontari dell’Anpana e del Pellicano, ma anche i vigili del fuoco del Distaccamento di Castrovillari e i Carabinieri della locale Compagnia si sono precipitati proprio sui tre fronti del fuoco, alimentati dal grande caldo e dal vento. Ieri infatti si è manifestata di nuovo dopo l’incendio durato tre giorni nel Parco del Pollino, la classica miscela tanto amata dal fuoco e a quanto pare pure dai piromani. In poco più di un’ora sono stati percorsi circa dieci ettari di macchia mediterranea.

Il fuoco si è immediatamente spostato a valle del Fiumicello, quindi nei pressi della corona della frana e dove si trova questo lungo serpentone nero, fatto di plastica e imbragato da una serie di pali di acciaio. Il sistema permette il deflusso delle acque nere del centro storico. La condotta, abbastanza singolare per la verità, fu costruita a giugno del 2012, vale a dire alcuni mesi dopo il crollo del versante in frana alla Madonna del Castello. La sua presenza è necessaria: permette di bypassare la fognatura crollata insieme al versante in frana. Ma è chiaramente uno dei punti deboli della città. Determinante è risultata la pulizia effettuata lo scorso anno dal Comune e dalla Soprintendenza. Tutta l’area è un gigantesco Parco Archeologico, caratterizzato però dalla presenza di questa preda del fuoco.

Un elicottero di Calabria Verde ha, grazie al Dos, chiuso l’emergenza con pochi lanci dando adesso modo ai castrovillaresi di ammirare le vecchie abitazioni della città. Un abitato sepolto dall’incuria, tanto amato dalla mano del dolo e da coloro che adesso sono chiamati a proteggerlo. Fonte: Gazzetta del Sud