Catanzaro, al Sant’Anna Hospital arrivano i “maghi” delle truffe

Parliamo ancora di sanità, quella che in Calabria non finisce mai di stupire. Oggi ritorniamo, come abbiamo fatto durante questi ultimi due anni di passione, a parlare della clinica catanzarese Sant’Anna Hospital, struttura sanitaria molto nota in Calabria e centro di riferimento regionale di alta specialità per il trattamento e la cura delle malattie cardiovascolari.

Ripartiamo dalla situazione attuale della clinica catanzarese e tutto quanto ci lascia pensare che la fine sia annunciata, per una sorta di indolenza collettivamente diffusa, ma soprattutto perché nella città di Catanzaro e nella Calabria tutto scorre tacitamente nel silenzio complice e diffuso, se la materia è sempre la sanità.

Il concetto è sempre quello che più volte abbiamo messo in evidenza: tutti ci guadagneranno qualcosa se saranno disponibili a girarsi dall’altra parte! Ecco perché l’orizzonte ed il futuro della clinica Sant’Anna Hospital appare al capolinea, perché la volontà è cambiata in una formula sottile di restaurazione ed in particolare per la mancanza di una strategia, di una visione e di una trasparenza gestionale, che sta volutamente azzerando un’eccellenza, mettendo sul lastrico quello che resta ormai delle maestranze.

L’emergenza è diventata sociale perché espone decine, centinaia di famiglie ad un fallimento. Si parla di case pignorate ai dipendenti del Sant’Anna Hospital che non ricevono lo stipendio ormai da mesi, mentre la struttura sembra essere inchiodata all’inefficienza per le continue dimissioni del personale e, per una mancanza ormai cronica di figure mediche, un deficit che si è cercato di colmare andando a pescare fra le file dei “pensionati”, che per ovvie ragioni non sono la soluzione e nemmeno la chiave per un rilancio operativo (http://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-catanzaro-santanna-hospital-oltre-il-danno-la-beffa/).

La verità è sparita dai radar, mentre la città di Catanzaro continua a sonnecchiare ed a sottoscrivere, per colpa o codardia, quella che sembra l’ennesima truffa sanitaria. C’è un invalicabile “muro di gomma” innalzato senza tanti preamboli da quella che si definisce la “nuova gestione”: i cosiddetti manager lanzichenecchi o trafficanti di fondi illeciti; dalla proprietà che porta al suo interno, come scorie, vicende cariche di responsabilità penali e contabili; da una burocrazia ritornata ad essere ostile, quasi a riscrivere quel valore “mafioso” che era la regola dell’ex prefetta di ferraglia Luisa Latella; di una politica svogliata e criminale che tesse la tela della massomafia sanitaria e dei soliti avvoltoi calabresi. Spiaccicati al suolo restano i tanti calabresi ormai costretti a rinforzare le fila della migrazione sanitaria ed i dipendenti della clinica che si sono arresi all’irrazionalità ed alla regola del “silenzio” non scritto ma adottato, che mette sul banco degli imputati le diverse sigle sindacali, che hanno colpevolmente spento le corde vocali e l’attenzione.

Tutto scorre liscio in una cappa di silenzio che puzza di criminale, mentre in tanti si domandano: perché?

E’ questa la vera domanda, la cui risposta potrebbe essere dirimente sulle sorti future della clinica Sant’Anna Hospital se tutti e, sottolineiamo tutti, a cominciare dagli organi di informazione facessero onestamente la loro parte andando al cuore del problema senza partigianerie e senza complicità sommerse. Noi siamo da sempre contro corrente ed abbiamo sempre dato spazio, approfondendo argomenti ostili, alla vicenda del Sant’Anna Hospital ma soprattutto a quella domanda di salute che i calabresi chiedono, ricevendo ormai da decenni scandali e truffe. Abbiamo messo culo al vento i soliti avvoltoi, che nel momento più difficile della battaglia per la sopravvivenza della clinica catanzarese, cercavano capeggiati dai Citrigno ed i Greco di acquistarla in saldo; abbiamo messo in predicato le responsabilità di parte della proprietà aziendale; abbiamo sostenuto l’azione dell’allora CdA (Parisi, Capomolla e Maselli), che aveva sventato l’opzione del commissariamento giudiziale, in una lotta impari contro i colletti bianchi dell’Asp locale che rispondevano ai teoremi della Latella (http://www.iacchite.blog/sistema-catanzaro-ecco-il-piano-degli-sciacalli-del-santanna-hospital/).

Questo abbiamo fatto e, questo continuiamo a fare, scavando e scalando il muro di gomma, perché la verità come la salute sono valori non negoziabili per nessun profitto sotto banco. Rimettiamo le lancette all’ora zero e ripartiamo!

La “crisi” del Sant’Anna Hospital ha inizio giorno 1 ottobre 2020, quando la procura guidata da Nicola Gratteri con l’operazione denominata “Cuore Matto” metteva alle corde il management della clinica catanzarese, contestando illeciti rimborsi al servizio sanitario regionale, nel periodo tra il 2013 ed il 2019, per l’importo di 10,5 milioni di euro costruiti su oltre 1.000 falsi ricoveri, determinando il sequestro cautelativo ai fini della confisca e l’interdizione per 12 mesi di Rosanna Frontera, legale rappresentante della clinica catanzarese, Giuseppe Failla marito della Frontera, direttore generale e del direttore sanitario in carica fino ad agosto 2019, Gaetano Muleo (http://www.iacchite.blog/catanzaro-cuore-matto-mille-ricoveri-falsi-a-villa-santanna-interdizioni-e-sequestri/).

Fra i reati contestati a seguito delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza, oltre i proventi illeciti operati in concorso fra gli attori, veniva pure contestato il reato di “violenza o minaccia per costringere taluno a commettere un reato” (art. 611 Cod. Penale). “Harry ti presento Sally…”

Non ci serve ricostruire le vicende successive all’operazione “Cuore Matto”, le stesse sono oggetto di ampia documentazione e cronaca riportata dai media, perché non aggiungerebbe alcuno argomento utile alla nostra scalata del muro di gomma. Ecco perché la nostra ricostruzione riparte dalla data 18 gennaio 2022, quando l’Assemblea dei Soci, su richiesta datata 31 dicembre 2021 e firmata da Rosanna Frontera, Francesco Frontera, Lucia Bisantis e Domenico Frontera nel chiedere la verifica finanziaria della società, la consistenza dei crediti verso l’Asp locale e la rimozione di eventuali conflitti d’interesse presenti all’interno del board e della clinica, determinava il cambio di fronte e le dimissioni del CdA in carica, quello guidato da Parisi, insieme a Capomolla e Maselli.

In appena un mese, mentre pende la richiesta di citazione in giudizio della clinica e di Rosanna Frontera da parte della Procura regionale della Corte dei Conti per un presunto danno erariale che supera i 17,5 milioni di euro, inizia il percorso di discontinuità e di rilancio voluto dalla proprietà aziendale. Tutti “esteri” i nuovi componenti del Consiglio d’Amministrazione: Franco Mariani commercialista romano; Mario Coi, direttore amministrativo dell’ospedale Israelitico di Roma e Francesca Galasso, socia fondatrice della G&C Consulting come sede a Padova.

A stretto giro di posta c’è pure il ricambio del direttore sanitario identificato in Cesare Pasqua, già dirigente dell’Asp di Vibo Valentia e meglio conosciuto per essere stato protagonista nella trasmissione “Le Iene”, ma su tutti spicca la presenza low cost del commercialista padovano Alessandro Castellini, dottore commercialista a processo per i reati di ricettazione e riciclaggio, da tutti ritenuto il mentore, nonché il rappresentante di fiducia e per delega proprio di Rosanna Frontera. Il tutto avviene, causalmente, alla scadenza temporale dell’interdizione, imposta dalla procura di Gratteri, che aveva colpito proprio Rosanna Frontera. Un caso? Forse…

Così mentre la clinica langue inchiodata al palo per mancanza di medici, cardiochirurghi, anestesisti e registra continue interruzioni delle prestazioni, oltre che dimissioni del personale sanitario quasi di massa, il nuovo corso partorisce nuovi atti, che vengono ritenuti opachi e, che ci consegnano la ragionata certezza che il vento è cambiato, certamente in peggio. Sicuramente la modifica statutaria votata dall’Assemblea dei Soci il 7 giugno 2022, ci conferma il dubbio, ma ci dice altresì che il dott. Alessandro Castellini, che rappresentava in assemblea proprio la Rosanna Frontera, ha iniziato il suo percorso a valenza criminale nel futuro del Sant’Anna Hospital. Ci riserviamo di andare ancora più a fondo.