Catanzaro. “Basso profilo”, nuove intercettazioni: Franco Talarico sempre più inguaiato

di Gaetano Mazzuca

Fonte: Gazzetta del Sud

«Facciamo le cose solo per gli altri?». A porre la domanda retorica è l’assessore al Bilancio della Regione Calabria Franco Talarico. La risposta dei suoi interlocutori è una fragorosa risata che, annotano gli inquirenti, «vale più di mille parole». È una delle intercettazioni che riguardano direttamente l’esponente dell’Udc contenute negli atti appena depositati dell’inchiesta “Basso profilo” coordinata dalla Dda di Catanzaro. A gennaio i magistrati hanno chiesto e ottenuto dal gip gli arresti domiciliari per il politico lametino. L’accusa, per lui, era scambio elettorale politico-mafioso in occasione delle elezioni politiche del 2018, quando era candidato nel collegio di Reggio Calabria. L’ipotesi della Procura è stata poi ridimensionata dal Tribunale del Riesame, che ha escluso l’aggravante mafiosa, sostenendo che si è trattato di una corruzione elettorale semplice. Da qui la decisione del gip che il 20 aprile ha concesso l’obbligo di dimora per Talarico che così nei primi giorni di maggio ha potuto riprendere la sua poltrona nella Giunta regionale. Nei giorni scorsi la Dda guidata dal procuratore Nicola Gratteri ha chiuso le indagini. Tutti gli atti sono stati quindi depositati e messi a disposizione delle difese.

Pochi giorni prima del blitz che porterà ai domiciliari Talarico, la Dia ha depositato un’ultima annotazione. Poco meno di trenta pagine che contengono una parte delle intercettazioni che riguardano l’assessore. Al centro della ricostruzione investigativa c’è il presunto “comitato d’affari” protagonista dell’inchiesta che ruota attorno alla figura dell’imprenditore Antonio Gallo. L’ordinanza del gennaio scorso ha già svelato l’incontro svoltosi a Roma nel luglio 2017 tra Talarico, Gallo, l’ex consigliere comunale di Catanzaro Tommaso Brutto, suo figlio Saverio e il leader nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa. Nei nuovi documenti si racconta di un incontro successivo avvenuto nell’ottobre 2017 tra Brutto e Talarico. Gli investigatori annotano lo scambio di battute tra i due sulla necessità di coinvolgere sempre di più l’imprenditore. “Da questa intesa con Gallo – si legge – da ricercare e coltivare sarebbe derivato un vantaggio economico per tutti consistente nella percentuale del 5% per ogni appalto, gara o fornitura accaparrata”. Cesa aveva dato il suo placet all’inserimento di Gallo e avrebbe voluto seguire le vicende dell’imprenditore in prima persona sul “cavallo” giusto, disponibile e soprattutto “generoso”. Brutto avrebbe raccontato che nelle elezioni comunali di Catanzaro del 2017 Gallo avrebbe fatto stampare tutti i facsimile della lista Udc a proprie spese. Talarico a questo punto avrebbe esclamato: “Facciamo le cose solo per gli altri?”. Dopo aver ricevuto la risata dei suoi interlocutori aggiungeva: “Una volta che entri nel giro… poi non ne esci più”. Poi riferendosi all’imprenditore Gallo sottolineava: “Sì, ho visto.. è dinamico, sveglio, veloce… è un generoso! Perfetto. Io devo concretizzare e tranquillizzare con calma… ora entra e diventa, diciamo, di fiducia… poi diventa tutto… sono quelle cose che poi diventano… ora ti ripeto… mi dedico solo a queste cose qua”. 

Di chi sono i voti?

La disponibilità di Gallo verrebbe fuori secondo gli inquirenti da un dialogo dell’imprenditore con un altro indagato. Nell’intercettazione Gallo sostiene di aver detto a Talarico… “vedi che mi sto esponendo a Reggio… non vedere che vinci e ti dimentichi… che prendono e ammazzano me…”. Gallo riferisce anche quello che gli avrebbe risposto Talarico: “Datemi una mano che io sarò riconoscente perché i voti ce li avete voi non ce li ho io…”. Il risultato elettorale di Talarico, che prenderà oltre 44mila voti, per gli inquirenti è “sorprendente”. Non verrà eletto, ma l’anno successivo sarà nominato assessore regionale al Bilancio. Anche a Gallo le cose sarebbero andate bene. Per gli inquirenti l’imprenditore “ha sfruttato le entrature che il politico lametino ha promesso di stabilire per i suoi supporters”. Più in particolare, la pandemia da Covid 19 gli avrebbe consentito di aumentare il suo fatturato aziendale. Gli investigatori della Dia annotano gli affidamenti diretti per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale arrivati alle ditte di Gallo dall’Università della Calabria e dall’azienda ospedaliera Mater Domini.