L’operazione della Dda che ha rivelato il sistema di favoritismi e di illegalità nel carcere di Catanzaro sta creando molto scalpore in tutta la Calabria perché l’ex direttrice Angela Paravati ha guidato per oltre 12 anni l’istituto di pena ed è sempre stata ritenuta come un “modello” e un esempio da seguire. Prova ne è che in tutti questi anni – la Paravati ha lasciato Siano nel settembre del 2022 – tante personalità di spicco e di primo piano, compreso persino il procuratore Gratteri, sono passate dalla sala conferenze dell’istituto di pena. Di conseguenza, il quadro tracciato stamattina dal procuratore reggente Vincenzo Capomolla, peraltro da sempre molto vicino a Gratteri, ha lasciato di stucco molte persone.
Secondo l’accusa, Angela Paravati avrebbe favorito “l’introduzione e cessione in carcere di sostanze stupefacenti e l’introduzione e cessione in carcere di dispositivi telefonici, fornendo, attraverso condotte omissive e commissive, un contributo concreto, specifico e volontario alla conservazione e al rafforzamento delle capacità operative delle associazioni, per garantirsi una agevole governabilità dell’istituto Penitenziario”. Questa presunta mala gestio, avrebbe consentito nel tempo di accrescere l’operatività all’interno dell’istituto penitenziario di un vero e proprio sistema, “gestito da detenuti, poliziotti penitenziari e soggetti operanti all’esterno”.
L’ex direttrice, secondo quanto documentato dagli investigatori, avrebbe addirittura favorito l’evasione di due detenuti “facendoli accompagnare a bordo di un’auto da una scorta a Paravati in occasione della cerimonia di consacrazione della Grande Basilica” in onore della mistica Natuzza.
L’episodio, avvenuto ad agosto del 2022, ha avuto anche ampio risalto mediatico (la foto in alto si riferisce proprio a quel giorno) ma si sarebbe consumato tra lo scetticismo di alcuni uomini della polizia giudiziaria… “ma tu lo sapevi che i detenuti che hanno… sono andati… a Paravati?… uno che… un certo appartenente non so a quale clan, non poteva ottenere il permesso premio perché comunque non lo poteva ottenere, lei gli ha fatto la proposta…e gli ho detto io scusa no ragioniamo, prendiamo la norma di legge che ci dice che noi possiamo portare a passeggio i detenuti… ma manco se me lo ordina il giudice, non li possiamo portare, con scorta…”. Da quanto emerso dalle indagini della Dda, invece Angela Paravati avrebbe “consentito l’uscita di due detenuti, allocati nella sezione Alta Sicurezza, senza alcuna autorizzazione da parte del Magistrato di Sorveglianza…”.
L’ex direttrice avrebbe favorito anche l’ingresso di sostanze stupefacenti e telefoni nascosti “in pacchi introdotti da appartenenti alla polizia penitenziaria infedeli”. In una circostanza, si sarebbe verificato un grave episodio “quando ad un detenuto cadeva dalla tasca un dispositivo telefonico e il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria intervenuto, in seguilo ad una colluttazione, non era riuscito a recuperarlo”. A Paravati sarebbero giunte anche le lamentele di “giovani” appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria in servizio nella Casa Circondariale di Catanzaro che riferivano la presenza “presso il magazzino, che i pacchi spediti ai detenuti dai relativi familiari non vengono sottoposti ad alcun controllo e che, nonostante fosse stata segnalata la presenza di dispositivi telefonici e di sostanza stupefacente, non sarebbe stato preso alcun provvedimento”.
Dalle intercettazioni emerse, risulta come l’allora responsabile dell’Istituto penitenziario fosse al corrente di ciò che accadeva. “Vi abbiamo fatto entrare tutte cose tramite pacchi, dice… qua vi faccio stare bene, e mi fate un mancato rientro…? Mi assumo la responsabilità… dice, che so che in questo carcere entrano… dice… che c’è fumo, che ci sono telefoni per farvi stare tranquilli, e non entrate nelle celle?”.