Catanzaro e Lamezia, giustizia-farsa. De Magistris nella morsa delle “sacre” famiglie Costa&Mellace

di Saverio Di Giorno

Una questione privata, anzi familiare. L’ennesima. Parafrasando Fenoglio è il titolo che meglio si addice alle questioni di giustizia calabrese. Questa ennesima appunto, riguarda uno dei tanti rivoli processuali che iniziarono con le indagini di De Magistris e continuano tutt’ora.

Quello che interessa non è tanto la vicenda in sé che riguarda il singolo. Ma lo spaccato di amicizie, legami e vicinanze che ne emerge. Uno specchio per capirne i meccanismi. E poi c’è da pensare: se tutto questo avviene su una persona che mezzi e conoscenze per difendersi, come può sentirsi tutelato un cittadino qualunque?

A Piazza Pulita su La7 del 2017 condotta da Corrado Formigli il dr. Luigi De Magistris racconta la sua vicenda. Una vicenda che i lettori di Iacchitè hanno letto più volte: le indagini più delicate scippate (ora divenuta anche verità processuale), il trasferimento con l’assenso Consiglio Superiore della Magistratura all’epoca presieduto da Luca Palamara oggi reo confesso su qualcosa.

Bene, oggi arriva una condanna per diffamazione nei confronti del Dr. Salvatore Murone, già procuratore aggiunto della Repubblica a Catanzaro quando De Magistris era sostituto procuratore. Andando a rivedere quell’intervento De Magistris non cita mai Murone. E già questo fa ridere: è un caso di coda di paglia?

Ma ora arriva il bello. Prendete carta e penna perché seguire la rete di legami non è semplice. Murone presenta querela nella sua città, Lamezia Terme, alla Procura della Repubblica di cui è capo il Dr. Salvatore Curcio, che fu indagato e perquisito dalla Procura di Salerno nelle indagini – anche quelle poi ostacolate – per corruzione in atti giudiziari a seguito della sottrazione dei fascicoli a De Magistris e in riferimento alle interferenze istituzionali illecite da lui subite.

Il procedimento penale nei confronti di De Magistris per diffamazione viene assegnato alla dr.ssa Costa, figlia di Elio Costa, già procuratore della Repubblica di Crotone e di Vibo Valentia, nonché sindaco del centrodestra a Vibo Valentia. La dr.ssa Costa fa le indagini, chiede il rinvio a giudizio con l’avallo di Curcio e chiede la condanna di De Magistris nonostante negli atti delle indagini della Procura di Salerno il dr. De Magistris abbia rilasciato dichiarazioni sul padre.

Il giudice condanna de Magistris per un fatto inesistente e poco dopo ottiene il trasferimento nella sua terra di origine, la Puglia. De Magistris fa appello e il processo d’appello viene assegnato a Catanzaro alla sezione in cui lavora come consigliera la Dr.ssa Mellace, che ha anche denunciato il De Magistris che tra l’altro da PM indagò e perquisì, chiedendone anche l’arresto, il marito Mottola D’Amato. La Corte di appello conferma la condanna. Si vedrà la Cassazione…

Giuseppe Chiaravalloti, a proposito di De Magistris in una conversazione intercettata nel procedimento Poseidone disse che “…lo costringeremo per tutta la vita a difendersi”. Mai profezia fu più vera.

Ogni zona della Calabria è intessuta e imbevuta di una rete di legami, parentele a maglie strette che non lascia passare nulla. La stessa rete che denunciarono le indagini ministeriali a Cosenza la si ritrova con altri nomi e protagonisti per ogni zona. Se questo si verifica per una vicenda personale, immaginate ora perché altre indagini che riguardano i famigerati colletti bianchi non arrivano a termine. Può un magistrato indagare il marito o un atto del padre o del collega?