Catanzaro, Farmabusiness primo grado: assolto Tallini, 16 anni a Scozzafava

Assolto in primo grado e col rito abbreviato l’ex presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, accusato di concorso esterno e voto di scambio nell’ambito dell’inchiesta Farmabusiness. Per il gup Barbara Saccà il fatto non sussiste. Sedici anni di carcere sono stati invece inflitti a Domenico Scozzafava, l’antennista catanzarese.

Secondo la ricostruzione della Procura, Tallini avrebbe agevolato gli interessi della cosca Grande Aracri nel settore della distribuzione dei farmaci. Ma la sentenza – ribadiamo di primo grado – ha smontato la tesi accusatoria.

Per Tallini, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso, erano stati chiesti sette anni e otto mesi di reclusione. Il 19 novembre 2020, data in cui è scattata l’inchiesta, il politico è stato posto agli arresti domiciliari. Successivamente il Tribunale della Libertà ha annullato la misura e l’annullamento è stato confermato dalla Cassazione.
L’inchiesta è incentrata sull’affare della vendita all’ingrosso di farmaci che sarebbe stata organizzata da componenti della cosca cutrese dei Grande Aracri i quali avrebbero investito i proventi delle attività illecite del clan con l’aiuto di sodali tra i quali imprenditori, esponenti politici e funzionari pubblici.
Secondo l’accusa, per organizzare l’affare dei farmaci per conto della cosca si sarebbe particolarmente prodigato Salvatore Grande Aracri.
I reati ipotizzati nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. La pena più pesante è andata a Domenico Scozzafava, ex antennista Sky considerato il fulcro della truffa dei farmaci e il trait d’union tra la cosca Grande Aracri e i colletti bianchi. Scozzafava sarebbe stato così vicino al clan di Cutro da partecipare agli incontri, veri e propri summit per organizzare le attività criminali, nella tavernetta del boss Nicolino.

Queste le condanne: Santo Castagnino, 10 anni e otto mesi; Giuseppe Ciampà, 10 anni e 8 mesi; Pasquale De Sole, 8 anni e 4 mesi; Donato Gallelli, alias Calimero, 4 anni più 5 mila euro di multa; Domenico Grande Aracri, 2 anni e 8 mesi; Elisabetta Grande Aracri, 10 anni e 8 mesi; Salvatore Grande Aracri, 10 anni e 8 mesi; Salvatore Grande Aracri (42enne), 11 anni e 4 mesi; Giuseppina Mauro, detta Maria, 14 anni di reclusione; Pancrazio Opipari, 8 anni e sei mesi; Salvatore Francesco Romano, 11 anni e 4 mesi; Maurizio Sabato, 2 anni e 8 mesi; Domenico Scozzafava, 16 anni e 5 mila euro di multa e Domenico Villirillo, 10 anni e 8 mesi.

Sei le assoluzioni: Domenico Tallini, Patrizio Aprile, Serafina Brugnano, Paolo De Sole, Gaetano Le Rose (49enne), Gaetano Le Rose (46enne).