Uno dei “pallini” del faccendiere prestato alla politica Ferdinando Aiello, tra gli elementi più repellenti della massomafia calabrese, è il rapporto con i magistrati, e nel caso specifico, il riferimento e ad un Sostituto Procuratore della Repubblica, applicate alla DOA di Catanzaro, dello stesso paese della famiglia di AIELLO, cioè Rogliano (Cs), tant’e che AIELLO ne conosce i familiari e viceversa, che in maniera sacrosanta lo tratta per quello che è, provocandogli non pochi problemi.
Nella specifica circostanza AIELLO Ferdinando si stava intrattenendo in un bar di Roma con tale Michele. I due, a carattere generale, hanno discusso di alcuni soggetti attenzionati dalla magistratura che però non erano ancora stati attinti da misure cautelari. Nel contesto della conversazione, ad un certo punto, hanno iniziato a parlare di un magistrato, di nome Domenico, in servizio presso la D.D.A di Catanzaro (si tratta chiaramente del pm Domenico Guarascio, ndr). AIELLO ha confidato “al suo interlocutore che questo Pubblico Ministero non aveva simpatia per lui (per Michele che parla con AIELLO ma anche per il faccendiere stesso, sia chiaro…). I due hanno poi fatto alcune considerazioni sulla persona di cui stavano parlando, in particolare AIELLO ha affermato: “‘lui e sempre stato così … “” eh … è chiuruto il culo a mio padre, ma io non lo sopporto … è uno persona che non sopporto … no, non è un mole guaglione però è sempre con chi comanda, hai capito … prima conosceva quel!o scemo prima di Gratteri, gestiva tutto Vincenzo (LUBERTO-ndr) e allora facevo il servo sciocco a Vincenzo … poi è venuto GRATTERI ed ha scaricato a Vincenzo … è un tipo poco affidabile… (capirai da che pulpito arriva la predica, ndr)“.
Le considerazioni fatte successivamente hanno riguardato la vita privata de! magistrato e delta sua famiglia, e AIELLO a raccontare, a dimostrazione della fattiva conoscenza de! magistrato. L’ex parlamentare ha anche malignato sul fatto che ii magistrato avesse vinto ii concorso in magistratura grazie all’intercessione del giudice Luigi RIELLO, all’epoca al CSM, al quale era stato raccomandato a sua volta dal padre di AIELLO.
L’ex parlamentare ha poi anche vantato di essere stato l’artefice de! trasferimento di questo magistrato a Catanzaro, grazie all’intervento di Vincenzo LUBERTO, con ii quale ha interceduto, presentandoglielo, successivamente al trasferimento poi questo magistrato, a detta dell’AIELLO, si sarebbe disinteressato delta sua persona ed avrebbe voltato le spalle anche a LUBERTO; in questo contesto AIELLO ha fatto riferimento ad un piccolo alterco avuto con Domenico (ii magistrato di cui parlano). In pratica, a detta dell’AIELLO, in una circostanza ii Domenico gli avrebbe contestato le frequentazioni con tale Eugenio SGROMO, adducendo come motivazione ii fatto che tale soggetto si accompagnava con soggetti vicini alla criminalità organizzata: “”no, ma è un cazzo di tipo … questo al paese nessuno si e accorto che e nato là .. non tiene un amico, cioè .. io una volta gliel’ho detto a Domenico .. ho avuto un alterco proprio per Eugenio … perché lui mi ho detto a me «tu frequenti gente che si siede a tavoli di ‘ndrangheta» … «come ti permetti tu di dirmi una cosa del genere a me» … chi era e chi non era … era Eugenio … gli ho detto < <Eugenio 5GROMO è amico mio .. se poi la notte si va a sedere ad un tavolo di ‘ndrangheta sono cazzi suoi… io non ci credo ho detto, mo è amico mio> >. In realtà, i fatti di Sgromo, in seguito, s’è visto che riguardavano da vicino anche Ferdinando Aiello se è vero – com’è vero – che nell’inchiesta Brooklyn sul ponte Morandi di Catanzaro nell’ambito della quale è stato arrestato Eugenio Sgromo, compare anche l’ex deputato-faccendiere, con il quale condividono la “talpa” nella Guardia di Finanza, che è Michele Marinaro, mandato addirittura nei Servizi segreti (http://www.iacchite.blog/catanzaro-blitz-brooklyn-marinaro-trasferito-alla-presidenza-del-consiglio-grazie-a-ferdinando-aiello/).