Catanzaro, gli Ayatollah del sistema e la giunta di Fiorita? “Mamma li Turchi!”

Inshallah, “Sia fatta la volontà di Dio”. Parte l’esperienza di governo Nella città di Catanzaro del professore Nicola Fiorita, almeno così sembra. Nelle ultime ore il professore di diritto ecclesiastico (volgarmente religione) dell’Università della Calabria (o di Cosenza come dicono nel capoluogo) ha stilato la lista dei possibili assessori, lasciando sul campo molti malpancisti fra le fila dei suoi aficionados e, facendo capire in modo plastico ai partiti a valenza nazionale, che fanno parte della sua coalizione arcobaleno, che hanno preso la gatta nel sacco!

Il cambiamento è servito. La rottura degli schemi segue un percorso di discontinuità, quello che il neosindaco della città di Catanzaro, Nicola Fiorita ha innalzato come stendardo nella sua campagna elettorale, quella fatta di tante cambiali in bianco firmate frettolosamente ai bordi delle strade cittadine ed oggi, in parte mandate in protesto.

Mercoledì, quindi domani, presenterà la sua giunta, quella che i bene informati sulle fughe di notizie, definiscono giunta a tempo: una specie di cronometro che ne definisce le prerogative cosiddette tecniche e le capacità di gestione. Insomma stiamo parlando di quelle che nella prima Repubblica erano definite le giunte balneari e Fiorita nel suo vezzo di novità perché cresciuto a pane e democrazia cristiana, ha sapientemente riscoperto come valore da mutuare e da consegnare alla storia del cambiaVento della città capoluogo.

Dopo aver passato giorni dal minareto di Palazzo de Nobili, il muezzin Fiorita con il richiamo ha ricordato ai suoi fedeli integralisti, di cultura islamica, l’obbligo di effettuare la preghiera della ṣalāt, cinque volte al giorno e senza sgarrare. Catanzaro è ritornata all’epoca della dominazione turca o se meglio preferite a quella dei nuovi “difensori” di Maometto allevati all’Unical di Cosenza, mentre il popolo scappa al grido: mamma li Turchi!”.

Nicola Fiorita ha vinto! Questa è la giustificazione, perché democratica, secondo la quale i suoi guerrieri rivendicano l’instaurazione della repubblica islamica, quella che si fonda sul burka e sulla lapidazione, ma soprattutto sull’occupazione sistemica degli spazi, inneggiando alla “deportazione” (figurata, per carità) dei resistenti. Però Nicola Fiorita ha vinto ed ha vinto la democrazia (?!?).

La verità come sempre si nasconde fra le pieghe dell’orgia isterica che ha invaso i social negli ultimi giorni, dove qualche scatto fotografico inopportuno, ci conferma che non è Nicola Fiorita che ha vinto a Catanzaro, bensì quello zoccolo duro di massomafia che governa il processo dietro le quinte e che lo ha catapultato al balcone di Palazzo de Nobili, anche lui con una scadenza a tempo. Siamo nel palinsesto rivisitato della Tv delle ragazze, le attempate isteriche pasionarie del muezzin Nicola Fiorita, quelle che professano il femminismo senza tregua quale radice del cambiamento e che lasciano la porta aperta agli Āyatollāh del vecchio sistema Catanzaro, silenziosamente (ri)sdoganato dal professore di religione democristiana.

Nicola Fiorita ha vinto! Se lo ripetono più volte al giorno, come la preghiera islamica, come fosse una specie di lavaggio del cervello per convincersi vicendevolmente che di vittoria di tratta. Ma tutti sanno che non è così.

La ricetta di una non vittoria la si rintraccia leggendo i nomi dei papabili assessori della giunta balneare di Nicola Fiorita. Fatto salvo un solo nominativo, il resto è figlio della trasversalità politica e della complicità con i colletti bianchi, con le massomafie clericali e non, con qualche avviso di garanzia passato sotto traccia e certificati residuati geriatrici e bellici, la cui intestazione politica è figlia di NN (di Nomen nescio). A differenza dei soliti organi di informazione di regime, per scelta e perché non ci sentiamo coinvolti nemmeno sul piano della novità, non entriamo nel merito dei nominativi indicati, non dicono nulla e soprattutto non hanno alcuna caratteristica di cambiamento e di valenza tecnica, la famosa giunta di alto profilo, che non decolla e resta inchiodata al suolo.

Non è questa la discriminate che politicamente segna la svolta professata da Nicola Fiorita, è semmai un corteo funebre annunciato e, se proprio la vogliamo dire tutta, previsto per la composizione delle retrovie: i sottoscala ad alto tasso di tossicità degli impresentabili. C’è da dire che la manina è visibile nella composizione del governo di Fiorita, quella estranea e vituperata secondo uno schema tarocco di informazione elettorale, ma che ha una matrice riconducibile all’ex sindaco Sergio Abramo, oltre che ai supporter ormai sgamati del duo Tallini & Parente.

Il bello deve ancora venire e passa non solo dall’indicazione del prossimo presidente del Consiglio Comunale, bensì verrà a galla nella composizione dello staff del sindaco, dove la superstite sardina Jasmine Cristallo verrà quasi certamente incoronata “portavoce” (altro che vicesindaca… a proposito ci faremo due risate quando scopriremo chi fungerà da vice al prof), trasformando così l’anonimo Palazzo de Nobili nella nuova edizione della Casa Bianca (o di carta?).

Passata questa, tutti avranno titolo a rivendicare una postazione, al netto della quinta elementare e, sulle porte del piano nobile della casa comunale, potremo leggere “ufficio mazzette e bustarelle”, oppure “ufficio raccomandazioni e truffe”, perché i nomi che circolano hanno il curriculum adeguato. Però, Nicola Fiorita ha vinto!