Per i 70 anni di Massimo Palanca (li compie oggi), Catanzaro è pronta ai festeggiamenti. L’Amministrazione ha deciso di conferire a “O Rey” la cittadinanza onoraria con una cerimonia in Comune programmata per il tardo pomeriggio di martedì 22 agosto.
Il bagno di folla è annunciato, del resto non c’è icona più grande di Palanca nel calcio giallorosso.
I settant’anni di Massimo Palanca intervistato dal Foglio. Palanca, l’uomo che segnava direttamente da calcio d’angolo.
Nelle statistiche ne risultano tredici, ma lui racconta siano anche di più, perché un tempo anche le piccole deviazioni dell’avversario passavano sotto il filtro dell’autogol. “Calciavo molto bene le punizioni a giro – racconta – allora ho pensato di poter fare lo stesso dal calcio d’angolo. Spesso è andata bene. Ma da soli non si riesce a fare gol dal corner, serve sempre un aiuto di almeno un compagno. A Catanzaro era Claudio Ranieri ad andare a disturbare il portiere in modo che la palla potesse entrare. A quei tempi i portieri mettevano un uomo sul primo palo, talvolta uno anche sull’altro. Oggi non lo fanno quasi più, ma vedo che dall’angolo calciano sempre verso fuori. Dybala è diverso, ogni tanto prova a imitarmi”.
Di certo, i gol segnati direttamente dalla bandierina sono l’etichetta principale del campione giallorosso. Ma nelle quasi 600 partite giocate da calciatore, Palanca ha lasciato il segno in modo assoluto con il Catanzaro siglando 137 reti in 367 partite, tra gli anni ’70 e ’80, il marcatore principe per quanto riguarda la storia dei calabresi.
E il pensiero di Palanca vola subito al Catanzaro attuale, ritornato in serie B dopo la promozione da record della scorsa stagione: “Erano quasi venti anni che aspettavamo qualcosa del genere, dopo undici playoff andati male, o si arrivava primi o non ci saremmo più riusciti. E’ stata una liberazione, Catanzaro è una squadra e una città che meritano palcoscenici diversi. Stanno facendo bene, la società è ben strutturata con un presidente che è della città e che vuole tenere alto il nome di Catanzaro in ambito sportivo. Hanno un allenatore veramente di esperienza, bravo, che sa tenere i giocatori sulla corda, tutti si sentono responsabili e partecipi delle sorti della squadra”. Palanca “O’ Rey” coi suoi gol ha vinto per tre volte il titolo di capocannoniere, con la maglia del Catanzaro, in Serie B, Coppa Italia e C1. Inevitabile il confronto con il bomber di oggi, Pietro Iemmello: “Nel 1987, dopo essere sceso di categoria per la seconda volta, avevo bisogno di essere rilanciato e ci sono riuscito. Lo stesso è accaduto a lui, aveva necessità di rialzarsi dopo qualche anno di alti e bassi, l’ha fatto in modo eclatante con trenta e passa gol. Se lo merita, sembra che si sia calato nella dimensione e credo che, essendo catanzarese e pronto a diventare capitano, si senta ancora più responsabilizzato”.
Domani la cerimonia della cittadinanza onoraria a Catanzaro sarà una grande festa: “Ho invitato tanti ex compagni di squadra come Braca, Silipo, Banelli, Nicolini, Ranieri, che sono soprattutto degli amici. Se sono arrivati questi riconoscimenti, è anche per merito loro e li ringrazierò sempre”.
Palanca è stato anche a Napoli per un paio di anni ma la sua esperienza non è stata fortunata. “Sono dispiaciuto di non aver inciso a Napoli come avrei voluto”. Palanca fece due stagioni nell’era premaradoniana, ma non riuscì mai ad avere un rendimento elevato. “Sbagliai due rigori a inizio stagione, in Coppa Italia, questo mi ha penalizzato nella fiducia e nel rapporto con i tifosi, anche con l’allenatore Marchesi non ci fu mai un vero feeling. Ho giocato con fuoriclasse come Krol, ma io ricordo con piacere soprattutto quei compagni che grazie all’impegno e al lavoro sono riusciti a diventare degli ottimi giocatori, Enrico Nicolini è un esempio”.