Catanzaro. Il sistema Procopi: imprenditori stritolati dai debiti nell’inferno dell’usura

Fonte: Calabria7 (https://calabria7.news/catanzaro/il-sistema-procopi-a-catanzaro-imprenditori-stritolati-dai-debiti-nellinferno-dellusura-mi-ammazzo/)

Approfittavano di imprenditori in difficoltà economica, sull’orlo del baratro, con esposizioni debitorie importanti prestando danaro e pretendendone la restituzione a interessi vertiginosi, ricorrendo anche alle minacce, facendo leva su presunti legami con ambienti criminali. Nell’ordinanza vergata dal gip Chiara Esposito, che ha portato la Guardia di finanza di Catanzaro a notificare tre misure cautelati su richiesta del sostituto procuratore Saverio Sapia, vengano documentati diversi episodi, cristallizzati con le intercettazioni e con le dichiarazioni delle vittime, che hanno consentito agli inquirenti di chiudere il cerchio su un giro di usura, estorsione, autoriciclaggio ed esercizio abusivo della attività finanziaria, consumati nel capoluogo di regione.

La trappola dell’usura

Uno di questi drammatici episodi risale a luglio 2023, quando i fratelli Francesco e Giuseppe Procopi consegnano 12mila euro in contanti ad un imprenditore, richiedendo interessi usurari del 140% annuo del capitale versato, a fronte di un tasso di soglia del 18,95 annuo, corrisposti mensilmente dalla vittima a Giuseppe Procopi che ne restituisce una parte al fratello. Dalle intercettazioni emerge la preoccupazione della vittima di non riuscire a restituire la somma pattuita, un disagio che sfocia in intendi suicidiari esternati a terzi: “io mi butto dal balcone …  ho bisogno di quei soldi…sono rovinato […] ho bisogno di ottomila euro subito […] ho preso impegni per settemila e novecento … te l’ho detto duecento volte … io adesso devo pagare cinquecento euro già oggi a questo… mi sta aspettando Pino Procopi perché mi aspetta il fratello, non ti devo neanche dire ste cose … devo dare duemila e nove, tremila e duemila, sono settemila e novecento euro […] ho capito ma io sto pagando 1000 euro di interessi (…) no ascoltami… sono veramente in diffìcoltà no  guarda …mi faccio  buttare da una macchina ..te lo giuro.. faccio  una cazzata oggi…m’ammazzo te lo giuro… non ce n’è soluzione “.

Prestiti amichevoli e poi l’incubo

Le dichiarazioni della vittima rese a luglio 2024 ad inquirenti ed investigatori svelano tutto il dramma vissuto dalla parte offesa. Confessa di trovarsi in difficoltà economica, confidando la sua situazione al “fraterno amico Pino Procopi”, che decide di dargli una mano attraverso il fratello Carlo, perché lui al momento non ha liquidità disponibile. All’inizio non si parla di interessi “quando potrai me li restituirai”. Poi si svela l’inganno. Dopo il primo mese non potendo dare la somma indietro, manifesta a Pino le sue difficoltà, lui gli dice che ne avrebbe parlato a Carlo e qualche giorno dopo gli aggiunge che avrebbe potuto continuare a non restituire i soldi, ma con l’impegno di pagare millequattrocento euro di interesse mensile, chiamando in causa un fantomatico socio che pretendeva la remunerazione del prestito. “Mio malgrado accettai e la cosa andò avanti per almeno tre o quattro mesi. Riuscivo a pagare a fatica la somma a titolo d’interesse ogni mese non riuscendo a restituire  il capitale e la consegnavo sempre a Pino in palestra dove mi recavo ogni giorno. Le consegne di denaro le facevo sempre in contanti. Dopo qualche mese riuscii a chiudere la mia posizione di debito con Carlo e Pino. La somma che mi prestarono era di 12.000 euro, parte dei quali ho utilizzato per riprendere l’autovettura e parte per le spese correnti. Ogni mese dovevo poi pagare 1.400 euro a titolo di interessi”.

Vent’anni di paura, il sistema Procopi parte dal ’97

Ma gli affari derivanti dall’usura messi in atto da Carlo Francesco Procopi risalirebbero ad un ventennio fa e nell’ordinanza vengono documentati episodi accaduti anche nel 2013, nel 2015, riferiti da un’altra vittima agli inquirenti l’anno scorso quando viene chiamato come persona informata sui fatti.  “Nonostante abbia paura, non posso nascondervi la verità  su quello che mi è successo e che mi ha rovinato la vita. Per  questi problemi ho anche subito  un  intervento  chirurgico  a causa di un problema al cuore”. L’imprenditore inizia a raccontare la sua storia di indebitamento nei confronti di Carlo Procopi cominciata più di trenta anni fa. “Intorno al 1997 – 1998, ho deciso di aprire un locale a Marcellinara. Ero giovane ed inesperto e non avevo una famiglia economicamente solida alle spalle. Durante i primi mesi di attività ho conosciuto il gestore di un suo ristorante a Martelletto e parlando con lui mi ha detto che se avevo bisogno di soldi, potevo rivolgermi a lui in quanto conosceva una persona che era in grado di prestarmeli”, Carlo Francesco Procopi a cui ricorre alle prime difficoltà derivante dalla carenza di liquidità, che gli garantisce prestiti con il 10 % di interesse mensile. “Le prime volte, ricordo che presi un milione o due milioni di lire, restituendo il mese successivo la somma più il 10 % di interessi. Quando non riuscivo a restituire il prestito in denaro, gli interessi si capitalizzavano e pertanto il mese successivo dovevo restituire il 10% sulla somma prestata e sugli interessi del mese precedente”.  Una situazione protratta per più di 20 anni fino al 2013, quando chiude il locale. “Un episodio molto brutto che ricordo di questo periodo è avvenuto quando, purtroppo, ero sotto di molto e non riuscivo a rientrare nel debito accumulato. Lui mi disse che dovevo portargli la macchina, una Smart e che se la sarebbe tenuta fino a quando non avrei restituito i soldi, mi sono visto costretto con grande imbarazzo a portargli la macchina. Lui se l’è tenuta fino a quando non gli ho restituito l’intera somma. lo ero molto spaventato da Carlo perché quando andavo a prendere e a restituire i soldi al lavaggio (il luogo dell’incontro ndr) lo vedevo sempre in compagnia di soggetti di etnia Rom particolarmente minacciosi”.

Schiaffi e umiliazioni davanti agli operai

Poi, nel 2015, l’episodio più grave di usura, Carlo Procopi si fa promettere e successivamente dare, a fronte del prestito di 60mila euro interessi usurai del 600% annuo del capitale versato. E nel 2021 al dramma dell’usura si aggiunge l’estorsione per l’imprenditore costretto a consegnare a Carlo Procopi 406, 21 euro. “Sapevo di  aver un  debito con lui riguardanti dei bolli non pagati o delle multe relative a dei veicoli che uno era mio. Un giorno  prendo l’appalto per il montaggio di un lido a Roccelletta e lo vedo entrare dal cancello, con aria infastidita. Mi chiede di uscire fuori per appartarci perché  mi doveva parlare. Questo invito mi veniva rivolto in presenza dei miei operai. Io vado fuori come da lui richiesto e all’improvviso dopo qualche metro fuori dal cancello, dove nessuno poteva vederci, mi sferra all’improvviso uno schiaffo in  faccia, aggiungendo che io mi sarei dovuto recare a pagare  i bolli indicati nel biglietto. Io provai a giustificarmi, ma lui non volle sentire ragioni”.