Le novità che arrivano dalla procura di Salerno, in merito alle tante inchieste in corso dove risultano indagati almeno 15 magistrati calabresi, dovrebbero far sobbalzare dalla poltrona oltre che il presidente della Repubblica Mattarella, il ministro Bonafede, il vicepresidente del Csm, e tutti i professionisti che operano nel settore della Giustizia, anche e soprattutto i tanti calabresi onesti che vorrebbero vivere in una regione normale. E invece tutto sembra tranquillo, sereno, nessuno che si scandalizza. Sembra quasi che i calabresi abbiano accettato la corruzione giudiziaria come un dato fisiologico della nostra società. Un effetto collaterale del “sistema potere” che non si può cancellare. La Giustizia, in Calabria, si vende tanto al chilo, e questo lo sanno tutti. Un mercato che vale, ovviamente, solo per chi se lo può permettere, per tutti gli altri la Giustizia equivale ad un terno al lotto.
Il marcio venuto a galla dalle inchieste di Salerno è impressionante: pezzi da novanta della magistratura calabrese totalmente asserviti al potere della massomafia: dal presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, passando per il presidente del Tribunale del Riesame, e per finire a tutto il cucuzzaro fatto di gip, procuratori, pm, e giudici di ogni ordine e grado, pronti a vendere la giustizia al miglior offerente. Centinaia di sentenze vendute a mafiosi, politici corrotti e contigui alla ‘ndrangheta, intrallazzatori seriali, prenditori e professionisti del malaffare. Decenni di duro lavoro portato avanti da onesti pm (generalizzare non è mai giusto, esistono anche in Calabria tanti bravi e onesti magistrati che svolgono il loro lavoro con serietà, professionalità e soprattutto onestà) sistematicamente svenduto dai colleghi corrotti al peggio della società calabrese.
Da questo tutti possono capire anche il “perché” di certe scarcerazioni eclatanti ad opera del Tribunale del Riesame di Catanzaro. In questo clima dire che la Giustizia ha fatto il suo corso diventa un eufemismo. Chi ci assicura che la scarcerazione del pezzotto politico, o del mafioso sia avvenuta secondo Legge, piuttosto che dall’esborso di denaro? Nessuno, anche se tutti sanno che certe scarcerazioni avvengono solo perché “l’imputato” ha pagato a caro prezzo la propria libertà al giudice corrotto con la mediazione dell’avvocato massomafioso. Ma per tutti va bene così. Tutti fanno finta di niente: avvocati, cancellieri, carabinieri, polizia, finanza. Siamo di fronte ad una vera e propria filiera della mala giustizia composta dai maggiori rappresentati della Giustizia in Calabria. Del resto se hai in mano il presidente della Corte di Appello. il presidente del Tdl, e il capo dell’ufficio Gip, la scarcerazione per gli amici degli amici disposti a pagare, è assicurata. A dire questo le indagini dei pm salernitani.
E questo solo per quel che riguarda Catanzaro, perché se guardiamo alla situazione del Tribunale di Cosenza il quadro va oltre il drammatico. A Cosenza, e lo diciamo da sempre, se hai soldi puoi fare quel che più ti aggrada: uccidere, corrompere, trafficare in quello vuoi, estorcere denaro a chi ti pare, rubare alla pubblica amministrazione, senza mai fare un solo giorno di galera. Puoi anche essere immortalato in un video mentre corrompi il giudice che nessuno ti dirà mai niente. Anzi puoi tranquillamente continuare a fare il sindaco. A Cosenza, come a Catanzaro, Crotone, Vibo, e Reggio basta pagare certi magistrati, e l’immunità è garantita. Una situazione che a Cosenza va avanti da oltre 30 anni. Nonostante interrogazioni parlamentari, esposti, denunce, niente si è mai mosso. Il sistema di corruzione di Cosenza serve anche ai tanti marpioni politici romani che hanno ben compreso il valore di una zona franca per gli amici degli amici, che ringraziano i fratelli politici per la gentile concessione, con generosi doni e ricche donazioni. Questa è. L’unica attività della procura cosentina, e lo dicono le carte, è la repressione dei fumatori di spinelli.
Le tante inchieste portate avanti dalla procura di Salerno dovranno arrivare, salvo complicazioni, prima o poi ad una conclusione, e allora quando tutto sarà nero su bianco, sarà interessante capire cosa dirà il ministro, il vice del Csm, e tutti i politici corrotti di questa regione che in tutti questi anni hanno fatto finta di niente. Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi che, stando a quello che si apprende, e vista la determinazione della procura salernitana guidata dal dottor Borrelli a non mollare l’osso, non dovrebbero tardare ad arrivare.