Un passo alla volta ma sulla vicenda degli impianti pubblicitari abusivi individuati sul territorio cittadino incombe anche lo spettro del possibile danno erariale. A Palazzo De Nobili si riflette sulle scelte da compiere, mantenendo un atteggiamento prudente e senza sbilanciarsi, almeno su questo aspetto. Ma in ballo ci sono milioni di euro mai entrati nelle casse comunali nel corso degli anni, perché nessuno avrebbe “pensato” alla riscossione.
Stando a una stima fatta dall’ufficio tributi poco più di dieci anni fa, si sarebbero potuti prevedere circa 2,5 milioni di euro all’anno di introiti solo per i cartelloni 6×3, proprio quelli finiti sotto la lente della Polizia locale che ora proseguirà le verifiche anche sugli altri impianti dislocati in città. Riuscire ora a recuperarne una parte darebbe ossigeno alle casse dell’ente che potrebbe programmarne l’utilizzo per servizi alla cittadinanza.
La situazione appare delicata. Bisognerebbe intanto capire l’arco temporale interessato dall’abuso. Secondo quanto trapelato finora, qualcuno avrebbe iniziato a pagare una tassa per l’affissione di circa 300 euro all’anno, senza però corrispondere gli altri canoni dovuti in base al Codice della strada e a titolo edificatorio in ambito urbanistico. In assenza di scia per una eventuale sanatoria, l’avvenuto pagamento di questa tassa di affissione potrebbe tornare utile per individuare con precisione l’arco temporale nel quale l’abuso sarebbe stato portato avanti e avviare così una azione di recupero che, comunque, difficilmente potrebbe superare la barriera degli ultimi cinque anni.
Guardando al futuro, invece, l’amministrazione sta predisponendo il nuovo bando relativo agli impianti. E in esso sarà previsto che potrà partecipare solo chi è in regola con i pagamenti o abbia sanato eventuali pendenze pregresse. Fonte: Gazzetta del Sud