Catanzaro. La “partita a scacchi” per la clinica Sant’Anna: ieri la sospensione della decadenza dell’accreditamento, oggi il danno erariale da 680 mila euro. Paga Citrigno?

Sulla clinica Sant’Anna di Catanzaro ci deve essere in corso una sorta di “partita a scacchi” tra chi ha preso in mano le redini della struttura e i loro sodali da una parte e la “giustizia” o similtale dall’altra. In particolare, nell’ultima settimana la clinica Sant’Anna è salita alla ribalta della cronaca per una serie di notizie che l’hanno interessata da vicino, a partire naturalmente dalla conclusione dell’asta per il fitto del ramo d’azienda, che è stata aggiudicata al Gruppo Citrigno di Cosenza, già titolare di altre cliniche e centri diagnostici tra le province di Cosenza e Catanzaro.

Ad appena qualche giorno di distanza dall’annuncio dell’aggiudicazione dell’asta da parte del Gruppo, s’è diffusa la notizia di una pesante grana contabile per la clinica proveniente direttamente dalla Corte dei Conti. Ovvero un danno erariale da 680 mila euro dovuto a posti di Utic (Unità terapia intensiva coronarica) inesistenti eppure compresi tra le prestazioni da rimborsare all’interno dell’accreditamento della struttura con la Regione. La notizia è stata rilanciata oggi: non c’è il nome della clinica ma è agevole capire che sia la Sant’Anna per il fatto che solo questa clinica aveva l’Utic.

CATANZARO, DANNO ERARIALE DA 680 MILA EURO (https://www.iacchite.blog/catanzaro-clinica-privata-riceveva-rimborsi-dal-sistema-sanitario-per-prestazioni-mai-svolte-danno-da-680mila-euro/)

Nelle “veline” apparse su qualche media già il 31 ottobre scorso si leggeva che persino tra gli operatori sanitari c’era la piena consapevolezza dell’inesistenza di un reparto Utic nella clinica privata Sant’Anna Hospital di Catanzaro. Nelle cinque degenze dichiarate dal management aziendale e accreditate al sistema sanitario regionale erano ricoverati pazienti ordinari in assenza di strumentazione specifica. Inesistente “il contropulsatore aortico, l’apparecchiatura di ultrafiltrazione, il respiratore ed il rilevatore di pressione invasiva” annotavano addirittura i finanzieri. Che chiedevano lumi all’ex presidente del consiglio di amministrazione Rosanna Frontera meglio conosciuta come Sally e all’ex direttore generale Giuseppe Failla, suo “accompagnatore” ufficiale.

Per le Fiamme Gialle che hanno aperto un nuovo fascicolo contabile sarebbero loro i responsabili del danno erariale quantificato in 680 mila euro e che adesso andrà a finire sul groppone del Gruppo Citrigno, che ha rilevato il fitto del ramo d’azienda. Si tratta del valore delle somme che la clinica privata avrebbe ricevuto nel 2016 per “prestazioni fittiziamente rese in Utic”. Funzioni non tariffabili, ovvero contributi regionali aggiuntivi a copertura dei costi per servizi di alta specialistica. Secondo le attività d’indagine, quelle dell’Utic inesistenti, le cui stanze dotate di 5 posti letto sarebbero state utilizzate per ricoveri cardiologici ordinari.

Sulle “veline” della Finanza si leggeva con estrema chiarezza che all’atto del primo accesso “veniva comunicato dalla signora Rosanna Frontera di accendere i monitor e la consolle centrale, fino ad allora rimasti spenti, e che nel pomeriggio alle ore 17 veniva comunicato che i monitor potevano essere spenti e che le due stanze potevano tornare ad essere utilizzate per le degenze ordinarie”.

Il personale sanitario non ha fatto sconti a Sally, al punto tale che un cardiologo interventista sollecitato ad avviare l’Utic si era rifiutato – tra il 2013 e il 2014 – “anche perché non sussistevano le risorse mediche e paramediche per il funzionamento”. E però la clinica Sant’Anna ha continuato a ricevere rimborsi dal servizio sanitario regionale, asseritamente indebiti.

Ed è qui che si apre un’altra partita, quella dei requisiti per l’accreditamento. Che la Sant’Anna non possedesse i requisiti minimi per l’accreditamento dell’Utic lo aveva già appurato la commissione dell’Asp di Crotone nel 2013. L’Asp di Catanzaro si era poi limitata a prescrivere una serie di adempimenti da perfezionare entro una data scadenza, tra cui la riduzione dei posti letto da 5 a 4. Effettivamente riscontrata dalla commissione aziendale benché in tutti i successivi atti relativi agli accreditamenti e alle contrattualizzazioni annuali i posti letti accreditati sarebbero risultati sempre 5.

Nel rinnovo per le annualità 2017 e 2018 “diversamente che per le altre strutture private accreditate” alla Sant’Anna Hospital è stato eseguito un controllo “solo in via documentale senza effettuare mai nessun sopralluogo, limitandolo dunque alla sussistenza del requisito organizzativo”.

Ebbene, soltanto due giorni dopo, il 2 novembre, sui media appare un comunicato dell’avvocato Francesco Pitaro, che annuncia la sospensione dell’efficacia del provvedimento di decadenza dell’accreditamento per la clinica catanzarese. Un vero e proprio colpo di scena, che evidentemente ha indispettito la Guardia di Finanza e anche la procura di Catanzaro perché oggi, 7 novembre, a distanza di 5 giorni, ecco che viene comunicata la notizia della Corte dei Conti, che ha quantificato il danno erariale in 680 mila euro. In pratica, 136 mila euro per posto letto, cinque quelli accreditati alla clinica privata per un valore complessivo di 680 mila euro di presunto danno erariale. Vedremo quale sarà la prossima mossa di questa singolare partita a scacchi…