di Riccardo Colao
Fonte: L’Italiano (https://www.litalianonews.it/calcio-serie-b-a-bolzano-pigliacelli-paratutto-e-iemmello-sbaglia-il-rigore-areggio-al-sudtirol/)
PRIMO TEMPO –Invisibili ma presenti sul terreno di giuoco, forse memori dei trascorsi romani della città bolzanina, gli dei dell’antichità; primo fra tutti Marte che ha soffiato sulle ali della guerra scatenando un conflitto sportivo tra Catanzaro e Sudtirol fatto di scaramucce, di parapiglia, di rincorse, di falli, di ammonizioni ma soprattutto di movimenti. Poi il dio Eolo – che soffiava manco si trovasse al Ceravolo – invece ha influito sulle traiettorie dei palloni favorendo la prima rete dei giallorossi tra il secondo ed il terzo minuto di gioco. Una palla inattiva si infila nell’area bolzanina e sia Bonini (al quale è attribuita la marcatura) che Scognamillo ci mettono lo zampino per lo 0 a 1.
Tutto facile per il “Catanza”?. Parrebbe di sì anche perché il migliaio di sostenitori che sventolano drappi e vessilli, sciarpe e bandiere, incoraggiano e fanno sentire tutti come se si stesse disputando una partita casalinga mentre i supporters locali restano di ghiaccio. Invece no. Il Sudtirol tira fuori la grinta e accerchia la metà campo catanzarese. I giallorossi sono costretti a difendersi in perfetto stile “attacco a Fort Alamo”. Pigliacelli si oppone come può. Poi però entra in campo il Dio Elios e lo buggera fornendo il pareggio dopo appena sei minuti. Un parapiglia si risolve grazie ad un tiro innocuo verso la porta che difende. Il pallone non corre, rotola, però urta sul piede dell’incolpevole Scognamillo. “Piglia” si getta a destra e la sfera beffarda si infila radendo il palo alla sua sinistra. 1 a 1 e palla al centro.
Non ci è piaciuto il seguito della partita che ha visto un Catanzaro rinunciatario affidarsi ai rinvii lunghi di Pigliacelli verso Pittarello e Brignola. Con Pontisso e Situm i due hanno svolto un gran lavoro. Hanno lottato beccandosi anche fallacci e interruzioni che il direttore di gara avrebbe dovuto punire con tempestività. Ne ha approfittato il Sudtirol per salire in cattedra, conquistare il centrocampo e tentare in più occasioni di sorprendere la retroguardia messa in campo da Caserta. Il gladiatore Pittarello ne fa le spese più volte (gomitate, strattonate e qualche colpo sulle tibie) dovendo lui stesso tentare di portare avanti la prima linea; in un’occasione – mentre lotta al limite – viene letteralmente scaraventato fuori dal terreno di gioco nell’area del portiere. Per l’arbitro e per il var non è successo nulla!. Accade qualcosa invece nei due miseri minuti di recupero (avrebbero dovuto essere almeno cinque viste le interruzioni) quando viene fischiato un calcio di rigore ai danni di Iemmello che sta per girare a rete. Il solito dramma del var che deve controllare (non si capisce cosa vista la posizione regolarissima del bomber) poi finalmente il pallone è posizionato sul dischetto degli 11 metri. Iemmello va a calciare e colpisce – magari – ipotizzando di stupire con un “cucchiaio”. Invece la sfera s’impenna e si rientra – con lo zar visibilmente nervoso e ingrugnato – negli spogliatoi sul risultato del pareggio. Peccato.
SECONDO TEMPO – Catanzaro più vivo e concreto nella ripresa ma la fisionomia del match non si modifica. L’inversione di campo se da un lato aiuta Pigliacelli a non essere più infastidito dai dardi del dio Elios, dall’altro crea problemi sui suoi lunghi rinvii per l’opposizione del dio Eolo. Visto che non può contare sui lanci perfetti la squadra ricomincia a giocare costruendo dal basso e – con tutta probabilità – si rivede qualcosa del miglior “Catanza”. Tuttavia il solo Pittarello che riceve una quantità enciclopedica di passaggi in tutte le salse da solo non basta a scalfire l’attenta retroguardia tirolese. I ragazzi di Castori menano in ogni senso, anche quello fisico. Il mister deve avere studiato alla scuola di Nereo Rocco. “Colpite tutto quel che si muove a pelo d’erba. Se è il pallone, meglio”. E quando non riescono a beccare tibie, peroni o il pallone ricorrono a trattenute plateali. Difficile giocare contro squadre che adottano doppie, triple marcature, che corrono a perdifiato e che pur sviluppando una buona intesa poi fan di tutto per non consentire il calcio pulito.
Al di là di ogni ragionevole dubbio è il Sudtirol che riesce a essere vivo, quanto pericoloso arrivando a tiro in più occasioni; Pigliacelli sventa i tentativi di scardinare la sua saracinesca con interventi da nazionale. Pure lui finisce per beccarsi qualche cazzotto alla menta e al mento ma si riprende subito e si fa notare per il continuo movimento che fa di lui un esemplare più unico che raro di portiere nella cadetteria.
Le parche che tessono il filo di ogni vitalità, dopo un’altra manciata di minuti recuperati tra le pieghe di un cronometro bugiardo, tagliano il filo dell’incontro e lo consegnano agli archivi della storia del football italiano (serie B) col risultato di 1-1.
Considerazioni finali. Non ci è piaciuto l’atteggiamento adottato in fase di modulo di gioco dal prode tenente “Cazzerta” che ha regalato (come è sua consuetudine) almeno 45 minuti agli avversari. Non ha assolutamente colpe sulla mancata trasformazione del rigore di Iemmello (che avrebbe sicuramente dato un’altra svolta alla partita se trasformato) ma non si scende contro una delle formazioni che hanno subito più gol (34), che veleggia in zona play out e che hai già battuto (3 a 0 in casa nella gara d’andata) concedendo il vantaggio di un assetto a tratti rinunciatario e imbelle. Ormai è risaputo che la fortuna è cieca e che la “sfiga ci vede bene” e guarda caso ha un occhio puntato proprio sul buon Fabio. Si sperava che dopo Babbo Natale e la Befana il 2025 potesse iniziare con altri auspici. L’unica buona notizia – al momento – è che il 6° posto (sia pur in comproprietà col Bari, è ancora nella “casciaforte” di casa Notiello (metà Noto e metà Iemmello).