di Riccardo Colao
Fonte: L’Italiano (https://www.litalianonews.it/calcio-serie-b-al-rigamonti-brescia-catanzaro-finisce-2-a-3-bonini-match-winner/)
PRIMO TEMPO –Partono come due fuoriserie rombanti il Brescia e il Catanzaro. I Giallorossi sembrano più dinamici e decisi a mantenere il pallone con la classica ragnatela di passaggi. Ma è proprio un errore in fase di concertazione che consente all’attaccante Nuamah di correre a perdifiato verso la porta difesa da Pigliacelli. Il suo tiro è forte e pure deviato. Il portiere del “Catanza” vola come sempre alla sua maniera plastica ma la palla carambola in rete; ed è l’1 a 0 (siamo appena al 5′) che punisce le velleità della formazione di Caserta.
Gli assenti hanno sempre torto e stavolta hanno ragione quelli che li hanno sostituiti. Coulibaly e Quagliata ma anche Biasci reggono bene il confronto e assicurano al motore catanzarese dinamicità, elasticità, grinta e prestazioni da rally. Iemmello, che a volte si distrae (o meglio sarebbe scrivere: trova qualcuno più svelto che lo deruba e gli soffia il pallone) favorisce involontariamente l’azione offensiva in contropiede bresciana ma i cecchini “lumbard” sparano alto o lontano dai pali. Poi è lui che propizia il gol del pareggio. Il cronometro segna l’11’. C’é un assist dalla destra il pallone accarezza, scivola, sbatte (non riusciamo a vedere meglio) sulla sua testa o spalla e svirgola sulla parte destra del portiere Lezzerini. Da Lezzerini a “lazzarone” il passo e breve. L’estremo difensore bresciano va incontro al pallone che manco fosse elemento di un gioco di prestigio rotola beffardamente finché lui stesso non lo accompagna al di là della linea bianca. Il gol del pareggio arriva dopo circa sei minuti dallo svantaggio.
Il “Catanza” mantiene il controllo della partita ma il gioco si svolge quasi sempre a centrocampo dove il possesso palla è asfissiante. Alla fine del primo tempo regolamentare si calcola un 75% a favore dei Giallorossi ed il restante 25% per i Biancocelesti. La chiave della partita è attivata sull’antico detto “nereorocchiano” ossia “primo non prenderle e poi tentare di affondare in avanti”. Tutto questo non sempre è consentito dal Brescia che si difende in undici e attacca in cinque, sei, a volte sette mirando a superare le Aquile nel caso in cui si trovino in inferiorità numerica.
La speranza è che Caserta si sia reso conto – vedendo all’opera gli atleti che ha schierato oggi sin dal primo istante – che in più di un’occasione ha sacrificato ottimi calciatori che avrebbero potuto essergli utili nelle gare ormai iscritte nell’albo della storia di questo campionato. L’arbitro, delude per la facilità con la quale ammonisce tre calciatori (addirittura persino il portiere Pigliacelli) giallorossi rei di aver protestato e uno (Coulibaly) per gioco pericoloso. Non si ha l’impressione che possa essere un buon direttore di gara… ma questo passa il convento e tocca andare avanti sino al termine quando addirittura nega a Petriccione il tiro dal corner perché, fiscalmente, chiude i giochi dopo un minuto di recupero quando avrebbero dovuto essere almeno tre, calcolando i momenti durante i quali ha deciso di stoppare le azioni per riprenderle dopo le sue melense interruzioni!. Pazienza, tirem innanz!
SECONDO TEMPO – La ripresa vale tutto l’incontro disputato oggi al Rigamonti. Al 5′ “l’arbitressa” decreta un calcio di rigore a favore del “Catanza”. Che cosa è avvenuto? Cassandro ben servito sì invola dentro l’area di rigore e viene letteralmente placcato. Nessun dubbio e Iemmello si appresta a calciare dagli undici metri, dopo alcuni frangenti in cui sembrano prevalere le proteste delle Rondinelle. Parte il tiro e …tra la meraviglia dei tifosi giallorossi e l’esultanza di quelli biancocelesti, il pallone si stampa sulla traversa. Secondo penalty-cilecca dello Zar. Quando si dice che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo non si spreca l’affermazione.
La partita riprende col solito clichè. Catanzaro più concreto e autorevole, Brescia che ragiona, corre, lotta, si difende e aggredisce come può con i mezzi di cui Bisoli dispone dalla panchina. Sembrerebbe una di quelle gare destinate a terminare con un pareggio dopo che da una parte, e dall’altra, si è sudato tanto. Ma il Dio Marte attende beffardo gli eventi e carica a più non posso l’agonismo in campo. Dalle tribune campeggiano striscioni recanti scambi benevoli di frasi ed è un vero piacere osservare tali gesti cavallereschi. Il calcio non sempre determina violenze tra i tifosi forse questa è l’eccezione che magari potrebbe confermare la regola assurda ma che produce cronaca nera.
Caserta ci mette lo zampino e ritira Biasci favorendo l’accesso di Pittarello. Poi reclama Coulibaly (che è pure ammonito) e gli preferisce Buso. Non c’é molta differenza tra le fasi del primo e di questo secondo tempo. Tuttavia quando meno te l’aspetti – perché fallire un rigore può anche sgonfiare le velleità – il “Catanza” costruisce l’azione del raddoppio. Siamo al 68′. Quagliata si incarica di battere un calcio di punizione dalla tre quarti a sinistra e pennella un cross che è una meraviglia balistica. Il pallone finisce sulla capoccia di Bonini e lui raddoppia la prima parabola scavalcando il balzo di Lazzerini.
Sulle ali del nuovo vantaggio le Aquile riprendono forza e vigore. Mancano ancora più di una ventina di minuti alla conclusione ma Antonini, Brighenti e Quagliata si difendono bene e anche se la pressione bresciana si fa sempre più forte non si vede come gli avversari possano recuperare il pareggio.
Scrivevamo prima che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo. Questa volta poggia il suo occhio malevolo proprio sul portiere Pigliacelli. All’86’ un cross che proviene dalla sinistra del portiere giallorosso lo invita ad uscire per abbrancare il pallone. La sfera sembra vicina e invece sguscia beffarda tra le braccia dell’estremo difensore giallorosso e si deposita sui piedi del subentrato Bianchi (al posto di Borrelli) che realizza a porta vuota. Un regalo del fortissimo portiere al quale non si può rimproverare nulla viste le tantissime altre volte che ha salvato risultati con interventi prodigiosi. 2 a 2 e palla al centro. Un gran peccato per la formazione di Caserta che pur senza cinque titolari è riuscita a disputare una gara a tutto campo e avrebbe meritato di vincere.
Poi la sfortuna – che quasi sempre è imparziale e non ha riguardi verso nessuno – rivolge lo sguardo verso l’incolpevole “numer one” bresciano. Iemmello esce sfinito e al suo posto entra Pagano. Dalla cabina di regia si assegnano cinque minuti di recupero estesi a poco più di sei. I capovolgimenti di fronte delle due squadre – ormai allungatissime – danno l’impressione che una possa trovare stimoli nella fuga verso la vittoria. Ci prova il Brescia e ci prova il “Catanza” senza esclusioni di colpi. Sino al’ultimo istante del recupero regolamentare quando per atterramento di Pittarello è assegnata una punizione dalla posizione che potrebbe apparire un corner accorciato. Anche questa volta Quagliata decide di occuparsi lui del tiro. Calcia e il pallone si ritrova all’appuntamento ancora con la capoccia di Bonini che insacca per il 2 a 3 finale. Non c’é più tempo nemmeno per festeggiare. La direttrice di gara fischia e questa volta è il Brescia a perdere dopo il suo arbitraggio. Prima o dopo sarebbe dovuto pur accadere!
Considerazioni finali. Il “Catanza” vince una partita che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto temere viste le tante assenze di titolati titolari. Tuttavia il gioco espresso, sia sotto il profilo qualitativo che di quantità ha smentito chi riteneva che la panchina giallorossa non avesse caratteristiche ottimali per reggere il confronto. Con i tre punti artigliati al Rigamonti le Aquile (quota 32) si collocano al 6° posto, favorite dalla sconfitta del Palermo a Reggio Emilia, ad un solo punto dalla Juve Stabia (quota 33). Il 1 Febbraio scende al Ceravolo il Cesena. Caserta ha un conto da regolare con gli emiliani. Fate il vostro gioco!