Catanzaro. La sanità è uguale per tutti?

Era il 5 dicembre scorso. Avevamo deciso di attendere qualche ora prima di pubblicare notizie riguardanti l’intervento di cardiochirurgia al quale è stato sottoposto  Roberto Occhiuto al Policlinico di Catanzaro. E siamo stati sinceramente felici che sia perfettamente riuscito e che il governatore sia già tornato alla Cittadella nel pieno esercizio delle sue funzioni. Glielo abbiamo augurato perché anche la polemica politica e persino la lotta di classe diventa niente davanti alla salute. Fatta questa doverosa premessa, tuttavia, non possiamo esimerci – in chiusura di anno – dal passare in rassegna tutto quello che è accaduto in quelle ore. Con l’obiettivo di porre a tutti i nostri lettori la fatidica domanda: ma la sanità è davvero uguale per tutti?

La notizia circolava anzi dilagava già nel pomeriggio di martedì 3 dicembre: c’è un vip al Policlinico Mater Domini di Catanzaro o se preferite alla “Dulbecco”. Si tratta del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. È tutto blindato, non fanno avvicinare nessuno nemmeno vicino alla porta della sala. Le voci, se possibile, aumentano nel corso della mattinata di mercoledì 4 dicembre, tanto che alle 11 quando Occhiuto pubblica il video nel quale conferma le indiscrezioni, nessuno o quasi è sorpreso. “Vi ho sempre detto tutto – dice sorridendo Occhiuto nel video – e faccio così anche ora perché sto andando a operarmi alla Dulbecco a Catanzaro. Da qualche tempo il mio cuore sta dando qualche problema, la valvola mitralica, e quindi per qualche giorno sarò offline ma ritornerò. A prestissimo”.

Passano circa tre ore e arriva un comunicato anzi un bollettino medico.

Nella mattinata odierna il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, è stato sottoposto ad un intervento di cardiochirurgia.
L’operazione è durata circa 3 ore ed è perfettamente riuscita.
Il governatore è stato trasferito presso il reparto di terapia intensiva del Campus dell’Azienda ospedaliero universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro.
La prognosi è, ovviamente, riservata. L’operazione è stata eseguita dall’equipe del professor Pasquale Mastroroberto, primario del reparto di cardiochirurgia; presente nel team anche il dottor Daniele Maselli, esperto in chirurgia endoscopica.

Il bollettino conferma che in questo intervento è presente Daniele Maselli, cardiochirurgo di Cropani Marina, che per molti anni ha lavorato al Sant’Anna Hospital di Catanzaro e che avrebbe voluto anche rilevare il fitto del ramo d’azienda dopo le note vicissitudini giudiziarie ma è stato battuto da uno dei boss della sanità privata calabrese, don Pierino Citrigno.

Ma che ci fa Maselli al Policlinico? Il bollettino dice che l’intervento lo ha fatto l’equipe di Germaneto alla presenza di Maselli ma tutti negli ambienti medici sanno che siamo davanti ad una messinscena. Siamo davanti ad una “plastica” della valvola mitrale in mini toracotomia e questo tipo di intervento non lo hanno mai fatto al Policlinico. Di conseguenza, chi ci crede che l’ha fatto Mastroroberto? Nessuno. Maselli invece è un esperto e ne ha fatti decine e decine. Dopo l’addio al Sant’Anna, il cardiochirurgo adesso lavora tra la clinica Mediterranea di Napoli e un altro istituto di Bari.

Ma veniamo ai dettagli. Occhiuto è stato sottoposto a un intervento al cuore in endoscopia con tecnologia 3D di ultima generazione. All’IRCCS Policlinico a San Donato Milanese è stato realizzato il primo, circa 4 anni fa. L’intervento consiste in una plastica della valvola mitrale realizzata totalmente con l’endoscopia tridimensionale ad alta definizione, la più avanzata tecnologia esistente. Il primo a farlo è stato Marco Diena, responsabile della Cardiochirurgia Mininvasiva ed Endoscopica. Dopo qualche ora di cure intensive, il paziente può essere trasferito in reparto e già il giorno seguente l’operazione può muoverei primi passi in corsia.

Si utilizza una torre endoscopica (Einstein Vision 3.0 con tecnologia FULL HD 3D, Aesculap AG) in cardiochirurgia. Per raggiungere la valvola mitrale all’interno del cuore, e completare l’intervento, sono sufficienti due fori e una piccola incisione, evitando così di aprire il torace con un divaricatore. Grazie all’uso di telecamere endoscopiche ad alta risoluzione 3D, infatti, il chirurgo ha la possibilità di vedere il campo operatorio all’interno del torace e delle cavità cardiache con la massima precisione e con una profondità di campo reale.

Come funziona l’endoscopia 3D

L’endoscopio utilizzato è dotato di una doppia fila di lenti stereoscopiche e capta due differenti segnali ottici, ciascuno per ogni “occhio”, che vengono convertiti in segnali elettrici e inviati ad un monitor, proprio come farebbe il sistema occhio-cervello nella realtà. Attraverso l’uso degli occhiali di polarizzazione 3D, il chirurgo visualizza sullo schermo un’immagine magnificata, ricca di dettagli e di colori reali, oltre che percepire il senso della profondità.

Quando il cardiochirurgo batte il robot

“Se la precisione del robot chirurgico presenta diversi vantaggi in urologia, in cardiochirurgia è fondamentale anche la velocità dell’intervento – spiega il Dott. Diena -. Ridurre l’impatto della chirurgia sull’organismo (incisioni minime, minime perdite di sangue, ridotti tempi operatori) significa migliorare la prognosi e il decorso post-operatorio dei nostri pazienti. Tuttavia se il robot chirurgico è in grado di riprodurre i movimenti delle mani del chirurgo seduto a una consolle, un chirurgo esperto, con la nuova tecnologia 3D, è più veloce e può sommare la sua stessa unica abilità manuale a un campo operatorio reso perfettamente visibile tutto a beneficio del paziente. Ci avviamo sempre di più verso interventi meno invasivi grazie alla tecnologia, ma in cui resta incomparabile il grande valore dell’esperienza e del training del chirurgo”.

Al Policlinico di Catanzaro – e lo ribadiamo ancora una volta – interventi del genere non ne sono mai stati eseguiti, ce n’era stato qualcuno con la vecchia tecnica, che richiedeva tempi biblici, quindi siamo davanti ad una novità assoluta.

L’intervento è cominciato la mattina di mercoledì 4 dicembre alle 6 per evitare occhi indiscreti e la coronarografia è stata effettuata martedì sera dopo le 21.
L’èquipe è così formata: Daniele Maselli, Saverio Nardella e Pasquale Mastroroberto per dividere le responsabilità, ma l’intervento è eseguito da Maselli e la prova provata è che nell’èquipe c’è Nardella, che arriva da Napoli insieme a Maselli ed è il perfusionista ovvero colui che si occupa di mantenere il flusso ematico adeguato alla superficie corporea del paziente e monitorare costantemente i parametri vitali dello stesso.

A Catanzaro la voce si è diffusa in un baleno. Occhiuto ha telefonato a Maselli – anche con una certa preoccupazione – per dire che aveva una insufficienza valvolare severa e che voleva essere operato da lui al Policlinico, altrimenti se andava fuori cosa avrebbe detto la gente? E ha aggiunto che non voleva essere toccato “assolutamente” da quelli del Policlinico. Insieme al perfusionista napoletano nell’èquipe c’è anche quello del Policlinico ma solo per eseguire pedissequamente gli ordini del collega, posizionato alle sue spalle, che lo indirizzava su quello che doveva fare.

L’insufficienza della valvola mitrale e l’intervento di riparazione

L’intervento di riparazione con endoscopia 3D si realizza per trattare l’insufficienza della valvola mitrale, una delle malattie cardiache più frequenti, tra le prime cause di ricorso alla cardiochirurgia nei pazienti tra i 40 e i 60 anni.

È dovuta a una degenerazione dei tessuti valvolari e delle corde tendinee che mantengono i due lembi della valvola nella loro posizione corretta. La compromissione della valvola determina, a ogni contrazione del cuore, un reflusso patologico di sangue dal ventricolo all’atrio sinistro, per cui il cuore è sottoposto a uno sforzo continuo che porta l’intero muscolo a dilatarsi e a sviluppare aritmie caotiche, come la fibrillazione atriale, o aritmie ventricolari potenzialmente letali. Se la fibrillazione atriale non viene trattata si possono formare dei trombi ed embolizzare anche al cervello.

Se l’insufficienza mitralica è severa, è indicato l’intervento chirurgico di riparazione (plastica) valvolare, con risultati molto superiori alla sostituzione con valvola protesica, quest’ultima associata a un maggior numero di complicanze e a terapie mediche associate.

Per una migliore comprensione dei fatti, Maselli e Nardella non sono andati via ieri sera per prevenire eventuali complicanze (che per fortuna non ci sono state), hanno dormito al nuovissimo hotel MP, a 5 minuti dal Policlinico. Alle prime luci dell’alba hanno visitato di nuovo il paziente e in giornata se ne torneranno a Napoli.

Detto tra di noi: il dottore Maselli – come molti medici rampanti – è un opportunista, farebbe qualsiasi cosa per tornare a Catanzaro, ecco perché voleva prendere la clinica Sant’Anna all’asta: la terza moglie è calabrese e pare abbiano anche comprato Palazzo Fazzari a Catanzaro su corso Mazzini per farci un ristorante. Dobbiamo dirvi noi che non ha operato Occhiuto per “generosità”?

Ma non è questo il punto. Lo capiscono tutti che in tutta la vicenda c’è un amaro retrogusto di potere sfacciato. Com’è possibile che Maselli, un professionista che ormai lavora fuori dalla Calabria, improvvisamente sia presente al Policlinico dove invece il primario è Mastroroberto, che certamente starà schiumando rabbia per l’abuso di potere che è stato costretto a sopportare. Occhiuto, anche se è il presidente della Regione Calabria e il commissario alla sanità, è un cittadino qualsiasi e non può arrogarsi il diritto di chiamare il chirurgo che più gli aggrada. Maselli è stato chiamato appositamente per Occhiuto e questo può succedere solo in una Repubblica… delle banane o dove comanda il “Marchese del Grillo”. Maselli non è un dipendente pubblico e anche se fosse stato solo “ospite” dell’intervento doveva firmare qualcosa prima di entrare in sala operatoria: doveva avere un’assicurazione per i rischi connessi all’intervento e invece qui è tutto abusivo.

Il dottore Maselli era in sala operatoria perché ha esperienza nell’ambito degli interventi sulle valvole mitraliche e il primario Mastroroberto è stato costretto a dire di sì perché quell’intervento non lo esegue, fa tutt’altro. E allora come ha potuto Occhiuto portarsi il chirurgo in sala operatoria? Al di là se Maselli sia intervenuto o abbia dato “consigli” come vorrebbero farci credere, c’è da rilevare che non poteva neanche essere solo “ospite” perché doveva avere un contratto con la struttura e la sala operatoria del Policlinico non è il salotto di casa sua.

A tutti piacerebbe scegliersi un chirurgo per un’operazione, a tutti piacerebbe chiamare un professionista “elevato” per il proprio padre o la propria madre ma per noi “umani” non è possibile. Per Occhiuto invece sì. E’ del tutto evidente che in Calabria la sanità non è uguale per tutti.

Ma non è finita qui. Perché non saremmo onesti fino in fondo se non ricordassimo cosa è uscito dalla bocca di Occhiuto meno di tre mesi fa, il 15 settembre, quando il presidente si trastullava con la storiella dei medici cubani che avrebbero dovuto risollevare le sorti della sanità calabrese.

«Io mi farei operare più da un medico cubano che ha due specializzazioni e le ha sempre esercitate che non da un medico calabrese». Questo diceva Occhiuto, intervistato da “Presa Diretta” su RaiTre… «Io mi farei operare più da un medico cubano che ha due specializzazioni e le ha sempre esercitate che non da un medico…». «Un medico calabrese?», ha incalzato la giornalista Nava in un’anticipazione pubblicata da “Domani” (qui). «Calabrese», ha risposto secco Occhiuto, con la giornalista di “Presa Diretta” a commentare: «Lo sa che questa dichiarazione verrà usata contro di lei?». Beh, ci ha azzeccato in pieno. Purtroppo. Perché Maselli non è cubano, è calabresissimo ma lavora fuori dalla Calabria e non è neanche un dipendente dello stato ma lavora per far prosperare la sanità privata. Quella che Occhiuto dice di combattere ma solo a chiacchiere. Tanto vi dovevamo.