Catanzaro, la vittoria di Voce e Tansi a Crotone fa tremare il sistema di potere (di Danilo Colacino)

Tanto tuonò che piovve, verrebbe da dire. Anzi, diluviò.
Il bisogno di un futuro migliore, la stanchezza dei soprusi subiti, la voglia di cambiare e forse soprattutto la credibilità di una figura quale Carlo Tansi hanno infatti dato Voce (qui intesa come il Vincenzo neosindaco) al rinnovamento in Calabria.
Un fatto storico, una svolta epocale. E io, politicamente parlando, per l’ennesima volta ci ho preso.
Senza contare che mentre nella città di Pitagora fanno festa (famiglia Sculco esclusa, naturalmente), a Catanzaro più di qualcuno trema.
Soprattutto i maneggioni già con la vittoria in tasca e quelli che vanno sempre dove tira il vento pur di vincere e alla fine finiscono invece travolti dal tornado (ps a riguardo: chissi o su cazzuni o jettanu u pitusu, si dice da noi, tertium non datur!).
Ma intanto leggete per capire fino in fondo perché adesso in cima ai Tre Colli a molti la paura fa 90⤵️

Fonte: L’Irriverente, il blog di Danilo Colacino

Forze antagoniste al nefasto gruppo (meglio grumo) di potere, che vorrebbe (ri)prendersi il capoluogo alle prossime Comunali, ce ne sono tante. Eccome, anche se metterle tutte insieme è pressoché impossibile. E spiegarvi il perché è forse pleonastico. Intanto però ecco a voi il pletorico elenco dei rivali del centrodestra per mission, vocazione, convinzione, necessità e finanche opportunismo, a seconda dei casi. Parlo dei partiti, et similia, tradizionali quali Pd, M5S e Socialisti, e movimenti civici non di Destra (o comunque non più con un capo politico di tale) orientamento quali Cambiavento e Fare per Catanzaro.

E che dire delle nuove aggregazioni come quella del lanciatissimo Carlo Tansi (autore di una storica impresa a Crotone e pronto, quando sarà, a…spaccare la partita anche in cima ai Tre Colli). Soggetti, vecchi e nuovi, ai cui ranghi potrebbero pure sommarsi i rappresentanti della Sinistra più radicale come ad esempio le sardine in salsa catanzarese. Molte e parecchio eterogenee realtà, dunque. Tanto da ipotizzare almeno tre Poli abbastanza competitivi di cui due di centrosinistra in partenza contrapposti, che tuttavia al ballottaggio (sicuro, numeri alla mano) potrebbero ritrovarsi con buona parte del rispettivo elettorato convergente ai danni degli epigoni del “sempiterno” Sergio Abramo.

Piano con facili somme algebriche. Nulla è infatti prevedibile in materia politica, soprattutto dopo che a Crotone i cittadini hanno come premesso voltato pagina. E proprio l’affondamento della compagine di Zurlo, voluta dalla finora egemone famiglia Sculco uscita davvero malconcia dalle ultime vicende elettorali e non solo, e la brillante “fresca” affermazione del sindaco indipendente Vincenzo Voce fa tremare la corazzata Potemkin del centrodestra del capoluogo a trazione abramiana-aielliana.

Fatto che induce a pensare a un exploit di una lista civica anche nel capoluogo, magari assistendo a un accordo fra il già competitivo prof Nicola Fiorita e un caterpillar come Tansi. Una squadra che, lo ribadisco, al secondo turno potrebbe assai verosimilmente catalizzare le simpatie del corposo elettorato contrario all’attuale maggioranza a Palazzo De Nobili, migliaia di persone scevre da qualsivoglia indicazione di partito o di leader nella fattispecie inesistenti. Senza contare la sorpresona, ma io ci credo poco considerato il personaggio a cui mi riferisco, alla fine della fiera scommetterei filogovernativo pur di prendere una fetta di torta all’insegna del suo noto carattere per cui <Chiu ava e chiu vo’>, della fronda di un maggiorente dello stesso centrodestra che i suoi presunti amici stanno tentando di far fuori ormai da tempo.

Però lo ribadisco: questo sarebbe soltanto il fiocco sulla confezione dell’inatteso regalo. Il successo degli esponenti del grande fronte del rinnovamento potrebbe infatti essere del tutto autonomo ovvero conseguito anche evitando di imbarcare alleati ingombranti e chiacchierati che dispongono sì di messe di voti, ma capaci di costituire anche un problema sotto vari profili.

Resta poi da considerare come lo schieramento finora guidato dal Sergìun (chissà, alla luce degli eventi in rapida mutazione, se nel 2023 ancora con un posto garantito in Parlamento dalla sua cara Lega) appare simile a un’accozzaglia di gente che ha fiutato l’affare (vedasi, per taluni versi, la composizione del consiglio comunale).
Si tratta ad esempio di quei “comunisti di cartone” con il cuore a Sinistra e il portafoglio a Destra, che scelgono di puntare ogni volta sulla coalizione sulla carta vincente ma poi in realtà nelle urne perdente quasi fossero oltreché miopi sotto il profilo politico pure portatori di sfiga.

Ecco allora come la primavera di Catanzaro, dopo quella di Crotone, potrebbe essere una stagione effettiva e quindi non un’utopia. Certo, non sarà una passeggiata e i favori del pronostico restano tutti per i…campioni in carica. Ma, come nel caso della sfida del 2017 tra l’inossidabile “caudillo” Abramo e il rampante sfidante Enzo Ciconte dato per sicuro vincitore, tutto è in gioco e il risultato della contesa appare nient’affatto chiuso. Anzi.
Basti ricordare come per i diretti interessati non sarà facile surrogare il Sergìun (il quale avrà ogni difetto di questo mondo, però di sicuro sa come si conduce una campagna elettorale). E per giunta, cari amici lettori, se i nomi per sostituirlo sono quelli che circolano, il flop per i…detentori del titolo può essere dietro l’angolo. Io lo credo e, malgrado rammenti bene le minacce professionali – definiamole così – subite tre anni fa quando predissi la conferma di Abramo o di tanti mesi orsono allorché invece puntai sul candidato governatore Jole Santelli proprio a discapito del “Nostro”, chissà che non ci riazzecchi in ossequio alla secolare regola del <non c’è due senza tre>.