La condotta tipica del reato di autoriciclaggio consiste nell’impiegare, sostituire, trasferire in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali e speculative il denaro, i beni o le altre attività provenienti dalla commissione del reato presupposto, in questo caso l’usura.
Due elementi contribuiscono alla delimitazione dell’area di rilevanza penale del fatto: le condotte devono essere idonee ad ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza da reato del loro oggetto; i beni devono essere tassativamente destinati ad attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative.
In questi giorni a Catanzaro ha destato profondo scalpore la vicenda degli arresti dei fratelli Procopi per il reato di usura. Una vicenda che ormai si trascinava da decenni e che sembrava non dovesse venire più alla luce per le solite questioni legate all’impunità degli amici degli amici garantita per tutto questo tempo anche da qualche servitore dello stato che evidentemente tanto fedele non era… Ma tant’è: come si dice in questi casi, meglio tardi che mai.
Ma tutta Catanzaro sapeva che l’usuraio Carlo Procopi aveva rovinato mezza città e lo aveva fatto intascando il denaro di chi magari doveva dimostrare… al mondo di essere facoltoso mentre aveva le pezze al culo e riciclandolo alla grande in maniera grossolana e pacchiana come sanno fare solo gli strozzini patentati. Ovvero dando il via ad aziende intestandole a prestanome, tra i quali purtroppo anche i suoi stessi figli: bar, autolavaggi, la gioielleria gestita appunto dai figli che veniva esposta sistematicamente sui social esattamente come il locale di tendenza Hice a Catanzaro Lido…
Tutte “lavatrici”… com’è fin troppo facile desumere dall’attività usuraia del Procopi, al quale “servivano” queste attività per pulire e riciclare il denaro. A Catanzato lo sanno tutti, anche se è dura per i media poterne dare conto: devono campare anche loro… e non è facile dare filo da torcere a questa gentaglia, ce ne rendiamo conto perfettamente. E allora vi diamo una mano e anche volentieri.
Il quartier generale principale del “clan Procopi” è senza dubbio l’Hice di Catanzaro Lido. E se agli inquirenti fosse sfuggito com’è venuto fuori, ecco un documento – con foto allegate – che non è per niente male per capire come sono “girati” i soldi sporchi dei Procopi.