Catanzaro. Magna Magna Festival: 200mila euro per 17 film (vecchi). Casadonte nuovo Bronzo di Riace o… capitan Trinchetto?

Entusiasmo vivissimo in parte della stampa locale e nazionale. Ci sono siti, giornali on line, canali televisivi che da sabato ormai mettono in risalto il “successone” del MGFF (per tutti ormai semplicemente Magna Magna Festival di Catanzaro).

Il Corriere della Calabria, LaCnews24, Calabria 7, Catanzaro informa, pubblicano tutti lo stesso pezzo: “Tanta la partecipazione e l’entusiasmo del pubblico per la serata inaugurale del Magna Graecia Film Festival di Catanzaro, il festival delle opere prime e seconde giunto quest’anno alla sua 20esima edizione…. “. La Nuova Calabria  segue lo schema ma almeno usa parole sue, fino ad arrivare all’acme del compiacimento: “Una serata memorabile, all’insegna della celebrazione del cinema italiano e delle sue eccellenze, che ha confermato il Magna Graecia Film Festival come uno degli eventi cinematografici più importanti dell’anno”.  Boom!

Poi ci capita una copia del programma del Magna Magna Festival e noti che quasi tutte queste testate sono partner media del “Magna”. Sono così partner che hanno pubblicato pari pari il comunicato inviato dall’ufficio stampa del festival.

Ma non finisce qui, tra i partner abbiamo anche RAI NEWS e RAI MOVIE. E infatti già ieri il TG1 ha dedicato un servizio alla prima serata del festival parlando del primo film in concorso tra le opere prime o seconde di Pilar Fogliati, “Romantiche”. Segue un’intervista simpatica a lei e alla cantante Levante che ha composto le musiche. Pilar Fogliati con questo film ha vinto il Nastro d’argento come migliore attrice di commedia.

Lo spessore artistico del Magna Graecia Film festival si evidenzia dal programma messo su per la rassegna cinematografica. “Romantiche” sarà anche un buon film ma di certo non è un film nuovo. Nessuna anteprima, nessuna prima visione. E’ una commedia brillante all’italiana uscita nel febbraio scorso con un successo al botteghino non esaltante. Un film fuori mercato che infatti da oggi sarà  trasmesso da uno dei canali di Sky Cinema…

E questo ci fa  entrare nella programmazione del festival. I film in concorso al festival sono in tutto 17, o meglio 12  film + 5 documentari. Sono divisi in tre concorsi separati. Il primo concorso riguarda opere prime o seconde di autori italiane e sono in tutto 7. Presidente della giuria è Marco D’Amore (il famoso Ciro di Gomorra) che in otto giorni di durata del festival avrà il privilegio di guidare una giuria che esaminerà quasi un film al giorno. Non si capisce nelle ore restanti della giornata che faranno i membri della giuria, rivedranno i film, andranno al mare, rilasceranno interviste? Ah saperlo, saperlo!

Andrà meglio al bravo regista Daniele Ciprì che in otto giorni dovrà esaminare insieme alla commissione da lui presieduta ben 5 documentari, dicasi  cinque. Di pari intensità il compito del produttore Enzo Sisti che dovrà esaminare 5 film nella sezione opere prime o seconde internazionali.

7 (Sette) + 5 (cinque) + 5 (cinque) = 17 film + la centesima riproposizione di Thelma e Louise.

Tra le opere in programmazione non c’è nessuna anteprima o presentazione assoluta o nazionale. Sono tutti film prodotti tra il 2022 e inizio 2023, quindi già ampiamente in circolazione. Saranno tutti film d’autore, non mettiamo in discussione il valore artistico dei registi. Alcuni, nella sezione documentari, sembrano anche abbastanza interessanti per la nostra realtà. Tra questi: Oh rovina! Breve saggio sul non finito di Domenico Lagano che esamina le brutture del nostro paesaggio pieno di palazzi non finiti, senza intonaco e senza finestre, e Ombre a Mezzogiorno di Ernesto Carnuccio che ci parla di Tullio che ritorna in Calabria dopo una vita trascorsa a Torino come operaio Fiat. Quelli internazionali ci incuriosiscono, come le donne Waorami e la globalizzazione capitalistica. Vedremo.

A fronte di un concorso striminzito almeno nei numeri si sovrappone una passarella di celebrità televisive, cinematografiche e politiche degne del festival di Venezia o meglio del festival di Sanremo. In fondo si usa il concorso dei film opere prime come paravento della passarella di vip, attori, attrici, o presunti tali. Quello che interessa è  che se parli alla tv e sui giornali con grande enfasi.

La nostra critica è che non si può far passare una rassegna cinematografica che non raggiunge il minimo degli standard organizzativi e qualitativi e farla passare come  una delle migliori rassegne cinematografiche italiane. Non ci sono ad oggi nemmeno i  numeri per fare un paragone. Al Film festival di Ischia i film presentati sono stati 72, di cui 32 nelle sezioni competitive. Al Capri Hollywood  Film festival sono passati ben 230 tra film, documentari e cortometraggi. Al Taormina film festival, tra anteprime mondiali ed europee, i film trasmessi sono stati oltre 60 in diversi  location della città. Al Giffoni Festival i film in concorso sono stati  150  e quelli fuori concorso 50, con una giuria composta da 6500 ragazzi.

Ci fermiamo qui per carità di patria senza arrivare a parlare del festival di Venezia, Torino e Roma.

Il Direttore artistico Gianvito Casadonte detto GianMelo, trova sempre parole enfatiche per raccontare le sue strabilianti avventure: «Questa è la mia terra. Qui è più faticoso, però è più bello perché riusciamo a fare arrivare film che non verrebbero distribuiti diversamente in Calabria. Tutto ciò grazie ad un ragazzo che sognava di far tornare la Calabria Magna Graecia e in parte c’è riuscito». Al nostro nuovo Bronzo di Riace che ha fatto tornare la Magna Grecia in Calabria, verrebbe da dire, …cala cala cala capitan Trinchetto. Queste sciocchezze dille al nostro caro sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, che anche lui non coglioneggia in enfasi: «Il festival è uno stimolo per crescere, migliorare ed essere sempre all’altezza di un evento così tanto importante».

A tutti loro e al loro amichetto “Robertinetto” Occhiuto che ha sganciato 200 mila euro per 17 film un consiglio. Volete far decollare veramente il Magna Graecia Film Festival? Meno lustrini, meno attori di Hollywood, meno chiacchiericcio, meno soldi in promozione, in ospitate, fate una rassegna dove le opere prime siano le vere protagoniste. Trasformate per una settimana le piazze, gli angoli di Catanzaro e di tutta la regione in una sala cinematografica a cielo aperto con centinaia e centinaia di film che tutti i calabresi possono godersi e non solo  i fortunati possessori di un ingresso all’Arena di Catanzaro Lido.

Ps a proposito, a momenti è più facile vincere al Superenalotto che trovare un posto all’arena del Magna Grecia film festival.