Catanzaro. Nuova bufera al Comune: intercettato Marco Polimeni

Una nuova inchiesta giudiziaria rischia di far saltare i già fragili equilibri dell’amministrazione comunale di Catanzaro. Dal novembre scorso, infatti, il gip del Tribunale di Catanzaro ha autorizzato l’intercettazione delle telefonate in entrata e in uscita del presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni. La notizia è contenuta in un’annotazione della Compagnia carabinieri finita agli atti dell’inchiesta “Corvo”, il fascicolo che vede indagati l’ex consigliere regionale Claudio Parente e i consiglieri comunali Francesco Gironda e Giuseppe Pisano. Nel documento sono trascritte due conversazioni di Polimeni. I carabinieri nella nota specificano che i fatti oggetto dei dialoghi non sono pertinenti rispetto «alle ipotesi di reato per cui si procede». In pratica il fascicolo aperto dalla Procura e nel quale è stata autorizzata l’intercettazione del presidente del Consiglio verte su fatti diversi rispetto ai presunti illeciti riguardo la concessione alla Vivere Insieme.

Peculato e corruzione sono i reati contestati a vario titolo a Parente, Pisano e Gironda, questi ultimi eletti nel civico consesso nella lista “Officine del Sud”, il movimento fondato proprio da Parente. L”indagine Corvo ha al centro la convenzione firmata tra il Comune e la “Vivere Insieme”, società fondata da Parente e di cui il politico, nonostante le dimissioni, avrebbe mantenuto la gestione e il controllo. Con il provvedimento di oltre 20 anni fa, l’ente concedeva all’associazione il diritto di superficie per 80 anni (ora esteso a 92) su un’area di circa 56.000 metri quadrati, sita nel quartiere Corvo per la realizzazione di alcuni impianti sportivi e di un centro sanitario. A distanza di 21 anni da quella firma, il tanto atteso progetto non ha mai visto la luce. Nel 2018 però il progetto è tornato in ballo nel “bando periferie” varato dal Governo. Il 13 settembre di quell’anno si riunì, convocato “con urgenza” dal presidente Polimeni, il consiglio comunale per approvare la delibera che determinava “la cessione in piena proprietà dell’area all’associazione”. Il passaggio in Consiglio sarebbe stato preceduto da altri due provvedimenti a firma del consigliere regionale Parente. L’1 agosto entrarono nella struttura del consigliere Parente il fratello di Gironda e la convivente di Pisano, il primo come responsabile amministrativi al 50%, la seconda come collaboratrice esperta al 50%. Le indagini mettono in relazione i due avvenimenti nel quadro di un accordo corruttivo fra i tre. Parente, infatti, per l’accusa, è risultato essere amministratore de facto della Vivere Insieme, mentre Gironda e Pisano avrebbero assecondato i suoi desiderata ottenendo le due assunzioni. Al fine di ricompensare i consiglieri, Parente, per l’accusa, si è quindi appropriato di fondi regionali destinati alla struttura speciale, utilizzandoli indebitamente. Il conferimento d’incarico, per gli inquirenti, altro non è che il prezzo della corruzione per il voto favorevole espresso in Consiglio da Gironda e Pisano.

LE TELEFONATE

Il 15 dicembre scorso la Guardia di Finanza ha notificato gli avvisi di garanzia a Parente, Gironda e Pisano. Alle 10 di quella stessa mattina Polimeni commenta la notizia con un suo amico. Nella telefonata, finita agli atti, il presidente del consiglio comunale spiega i rapporti lavorativi e non con i figli di Massimo Poggi (imprenditore socio della Vivere Insieme). Lo stesso Polimeni infatti risultava essere stato dipendente di una delle società del gruppo Poggi. Inoltre nel corso del colloquio lo stesso Polimeni spiega di aver ricevuto una pec dal Ministero che gli dava tempo massimo fino al 15 settembre per convocare il Consiglio su quella pratica. L’assunzione alla Elmax sarebbe avvenuta “quando non ero consigliere comunale. Ed è durata sei mesi, tornato consigliere comunale comunale io perché non… te l’avevo già raccontato, non mi piaceva…”. Poi parla della sua assunzione nella struttura del consigliere regionale Baldo Esposito: “Se ti sceglie per merito… voglio dirti, Baldo aveva il merito in casa, a chi doveva prendere?… Non c’è scambio di voto? No, perché io ero già con Baldo e là rimango, non è che… è da dieci anni che sto nello stesso gruppo”.

Due giorni dopo invece Polimeni finisce “sotto attacco” di un esponente del centrosinistra catanzarese. Al presidente viene rimproverata la pubblicazione di una foto assieme al consigliere Pisano poco prima dell’inizio del discusso Consiglio corredata dalla frase “siamo pronti”.

“Veramente – dice la sua interlocutrice – sono senza parole, come ti sei permesso alla tua età con le tue caratteristiche di consegnarti ad una politica stupida, fammi capire (…). Devi venire fuori da questi contesti di merda… “Eh lo so” replica Polimeni che poi aggiunge: “Pensano tutti che la pec non ci sia, io ce l’ho nelle mie mani, mi competeva convocare il Consiglio perché me l’ha detto il ministro, punto”. Fonte: Gazzetta del Sud