Catanzaro. Sant’Anna Hospital: il Consiglio di Stato spegne le speranze

Il Sant’Anna Hospital di Catanzaro chiude definitivamente i battenti. La sentenza n. 9138/2025 del Consiglio di Stato, depositata dopo l’udienza di Roma di giovedì scorso, ne ha sigillato in modo definitivo la conclusione. Il ricorso presentato dalla curatela fallimentare contro la Regione Calabria è stato rigettato nel merito dalla Terza Sezione. L’esito è stato comunicato dall’avvocato Oreste Morcavallo, legale della società iGreco-Ospedali Riuniti, intervenuta in giudizio, mentre l’avvocata Angela Marafioti ha rappresentato la Regione, che aveva già decretato la decadenza dell’accreditamento.

Il provvedimento regionale decisivo era stato comunque il decreto n. 149 del 19 giugno 2024, firmato dal commissario alla Sanità calabrese. Con quell’atto la Regione aveva ritirato l’accreditamento del Sant’Anna, che copriva cardiochirurgia, cardiologia con emodinamica, Utic, terapia intensiva, chirurgia vascolare, chirurgia ambulatoriale e riabilitazione, distribuendo i posti letto alle strutture pubbliche della rete: la Dulbecco di Catanzaro, il Gom di Reggio Calabria e la nuova unità programmata per ora all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza in attesa della realizzazione del policlinico di Rende.

La vicenda è nata dalla mancata presentazione della documentazione necessaria al rinnovo dell’accreditamento da parte della clinica, come ricordato nelle comunicazioni della Regione che hanno ricostruito tutte le tappe: dalla liquidazione giudiziale dell’ente al primo ricorso al TAR, respinto, poi riformato dal Consiglio di Stato soltanto per ricalendarizzare l’udienza di merito. Nel frattempo il ramo d’azienda del Sant’Anna era stato acquistato all’asta dal Gruppo Citrigno, attraverso il Centro Clinico Ortensia, con l’obiettivo dichiarato di riattivare le attività seguendo la “storica missione” del Sant’Anna. L’operazione, però, conteneva una condizione risolutiva: senza il rinnovo dell’accreditamento, l’accordo sarebbe venuto meno. La decisione del Consiglio di Stato ha prodotto esattamente questo scenario. Le speranze dei 95 ex dipendenti, che confidavano in un riassorbimento nella nuova gestione, si sono quindi indebolite in maniera decisiva.