Catanzaro, Sant’Anna Hospital. Quando la massomafia di Limbadi sfida(va) Gratteri

L’Aqua Granda è il fenomeno eccezionale, la maledizione di Venezia, la coscienza ragionata di un destino rimesso nelle mani del “Mose”, la salvezza della barriera. E’ nella filosofia delle cose e nella cultura dei veneti difendere l’autonomia, alzare una barriera contro, la stessa che i “veneti” esportati in terra di Calabria avrebbero dovuto fare. Parliamo dei truffatori a targa padovana che direttamente e di nascosto ormai influiscono, con la regia di Sally Frontera sulle sorti e sul futuro della clinica catanzarese Sant’Anna Hospital. Qui la barriera, il “Mose”, non si è alzato a difesa della marea criminale, tutt’altro, ci hanno banchettato a “polenta e osei”, facendo finta di innalzare il vessillo della battaglia sulla “coscia lunga” della serenissima Francesca Galasso, il fenomeno aziendale da casello a casello…

Ecco perché ormai tutto quello che viene detto, presentato e, quasi sempre nascosto, è la traccia di una truffa ormai lunga qualche anno, che per il volere incomprensibile di Sally Frontera deve approdare a nuove ipotesi: la nuova formula aziendale in coabitazione con la ‘ndrangheta del circuito di Limbadi. Lo schema è perverso ed il teorema diabolico affidato alle alchimie di incalliti truffatori, come Castellini e Bonetti coperti e benedetti dalla massoneria stragista di scuola piduista, ma protetti dal mondo di mezzo dove alberga la mafia, la politica affarista ed i tanti colletti bianchi sempre corrotti, quelli che sono la caratteristica nazionale ed in particolare il gonfalone di una città, Catanzaro ormai riconosciuta capitale della massomafia.

Tutto avviene con l’incedere normale e, tutto si consuma e si santifica all’interno dell’assemblea dei soci, quella che ormai, nel caso Sant’Anna Hospital, vede al comando la società fantasma Sanità Futura sas dove a rappresentarla è la testa di legno Mario SabatiniSiamo formalmente nel circuito dei visi pallidi, o meglio dei “senza volto”, soggetti molte volte sconosciuti al prossimo ed al Fisco, in genere nullatenenti e senza capacità patrimoniale, che rispondono allo schema piramidale delle società schermo, quasi sempre associate ad operazioni il cui scopo è disperdere il patrimonio e seppellire magari all’estero, le proprietà e le quote sociali. Silenzio ed omertà regolano i passaggi, le scenografie, la recita ed il palinsesto definito dietro le quinte da Sally Frontera e dai suoi boys con i grembiuli ed i cappucci, i criminali incalliti che rispondono alle generalità di Alessandro Castellini e Davide Bonetti. Tutto il resto è coreografia di scarso valore e, che risponde al bisogno del format, quello scritto a quattro mani con la “famiglia” di Limbadi ed il suo proconsole Cesare Pasqua, che ha ormai assunto il ruolo di “direttore sanitario” nella clinica catanzarese e di paladino delle rivendicazioni del personale. Lo schema è conosciuto e peraltro molto rodato: lo Stato promette, la mafia opera.

Questa non è la storia di qualche vecchia puttana dal trucco rifatto, è una narrazione ben più complicata che affonda le sue radici nel torbido della sanità calabrese, dove tutto anche l’illecito ha una sua premialità, dove tutti mettono le mani nella torta, quella che nei fatti oggettivi è ormai alle briciole, così come la risposta sanitaria offerta ai calabresi.

Nella mappa della protezione del rischio i numeri sono impietosi sul futuro della clinica catanzarese, ormai sparita dall’orizzonte della cardiochirurgia, come peraltro certificato dal report dei dieci anni di attività dell’Università Magna Grecia, svoltosi appena qualche giorno addietro. Sul futuro del Sant’Anna Hospital pesano le alchimie di Sally Frontera e dei suoi complici che misurano tutto con squadra e compasso, ma pesano le omissioni, le truffe di Cuore Matto, le complicità nascoste nel sistema sanitario regionale, la strategia clandestina e gli “eroi” perdenti. Perdenti come sono i dipendenti superstiti, quelli che scalano i tetti per ricevere gli stipendi, così come sono perdenti eroi Nicola Gratteri e la sua procura, che sembrano subire l’assalto nel cuore della loro città di Catanzaro della massomafia, guidata dalla ‘ndrina di Limbadi ormai blindata per il volere di Sally Frontera fra le mura del Sant’Anna Hospital. Un attacco che appare uno sfottò, uno smacco che sottolinea la presenza della criminalità organizzata nella sanità calabrese.

Impietosi sono tutti i riscontri, quelli tombati nelle riunioni del CdA dei faccendieri superstiti e delle assemblee dei soci, dove anche il bilancio 2021, peraltro approvato in ritardo secondo le norme consolidate, si chiude con uno sprofondo rosso. Un risultato che ci conferma che non c’è stato un cambio dello spartito criminale, quello che governa Sally Frontera e che ha l’obiettivo di drenare risorse e patrimonio, facendoli sparireChe il valore della produzione è ormai al palo, che il futuro diventa sempre più cupo, per una mancata governance, affidata a teste di legno o soggetti senza identità e che, l’ultimo miglio ormai è segnato, perché consegna la clinica al mondo oscuro della ‘ndrangheta e della criminalità organizzata.

Non c’è ormai alcun dubbio, perché è questo il volere ed il progetto di Sally Frontera e le repentine dimissioni di Franco Mariani e quelle congelate, in attesa di sostituzione, di Mario Coi certificano il passaggio sottoscritto e vidimato con l’ingresso di un altro “senza volto”, un peones pescato chissà dove e, ovviamente senza alcuna esperienza manageriale né in sanità che in altro, salvo appartenere al rito della Santa…

E’ Antonio Perrotta il nuovo amministratore del Sant’Anna Hospital che sostituisce Franco Mariani, un ex carabiniere, così viene presentato quasi fosse un titolo di garanzia morale e professionale. Ci si dimentica che l’ultimo carabiniere prestato alla sanità calabrese, il generale Saverio Cotticelli, ha lasciato disastri dimostrando di essere vittima e prigioniero di Maria Crocco la voce “fuori onda”. Ma, soprattutto diretto da Saverio Mosciaro “l’usciere”, la cui moglie è Daniela Greco che guida l’OTA della regione Calabria, i cui legami insieme al marito li riportano all’ingegnere Failla Giuseppe, detto Gino per vicinanza di residenza, per titolarità dei terreni edificati, per altre vicende che tutti conoscono e, tutti tacciono…

Il nuovo “senza volto” Antonio Perrotta, si dice sia stato paracadutato sulla clinica catanzarese da Cesare Pasqua. Anche lui figlio del sottobosco della ‘ndrangheta e germogliato nel triangolo di Vibo Valentia, quello chiuso fra Sant’Onofrio e Limbadi? Un altro punto a segno della strategia, guidata da Sally e Cesare che avevano peraltro raccolto, chissà dove (?!?), l’altro diamante grezzo, anzi molto grezzo e raro, che risponde al nome di Massimo Longo, le cui tracce professionali si perdono senza possibilità di identificazione. Il Sant’Anna Hospital passa da un percorso di eccellenza, negli anni certificato da Agenas e giudato da Daniele Maselli, per approdare ad un anonimo cardiochirurgo proveniente da una struttura privata emiliana, dove caso strano anche il dott. Maselli svolge la sua attività di consulenza e di cardiochirurgia. Un caso certamente, ma un ripiego sicuramente, perché la pietra pomice non si misura mai in carati.

Ciò detto resta sullo sfondo del futuro della clinica catanzarese quello che è ormai un sistema di ricatto e di complicità, che è diventato un cappio ed un messaggio ormai scritto, quello che viene da lontano e che ha visto Sally & Gino negli anni, si badi bene prima dello scandalo Cuore Matto, erano adusi a frequentare assiduamente Giuseppe Mussari, ex Monte dei Paschi di Siena già nel 2017 e 2018. Amicizie tossiche e pericolose i cui risultati si sono letti nel tempo senza necessariamente dovere andare ai titoli di coda.