Ora non resta che aspettare. Qualche giorno o una settimana, forse un po’ di più, ma una volta che il Consiglio di Stato avrà emesso la sua sentenza, finalmente si concluderà la telenovela sulla revoca dell’accreditamento dei 20 posti di letto di Cardiochirurgia al Sant’Anna Hospital. Probabilmente si aprirà una partita completamente nuova, ma questo è un altro discorso e non riguarda la discussione nel merito che ieri ha avuto luogo a Palazzo Spada.
La questione è nota: a giugno il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso con cui la curatela fallimentare del Sant’Anna, tramite l’avvocato Francesco Pitaro e il professore Bernardo Giorgio Mattarella, chiedeva di sospendere la sentenza del Tar Calabria che confermava il decreto 149 del 19 giugno 2024 del Commissario alla Sanità calabrese. Con quel provvedimento, la Regione aveva revocato l’accreditamento dei 20 posti letto del reparto di Cardiochirurgia della clinica. In questo momento il Sant’Anna sarebbe a tutti gli effetti accreditato, vale a dire che se erogasse quelle prestazioni lo farebbe in regime di convenzione, beneficiando quindi delle risorse economiche pubbliche previste. Una richiesta di sospensiva era già stata accolta dal Consiglio di Stato nel novembre precedente.
Non a caso sono stati questi due pronunciamenti tra i motivi richiamati dall’avvocato Pitaro durante l’udienza, nella quale nessuna delle parti interessate ha depositato nuove memorie. Il legale ha ricordato come la struttura sia stata per tanti anni un fiore all’occhiello dell’ospedalità privata meridionale proprio nel campo della Cardiochirurgia. Anche se le attività nella struttura di Pontepiccolo sono azzerate da anni, e dunque quei posti letto sono a tutti gli effetti “fantasma”, la nuova gestione del Gruppo Citrigno, che ha rilevato il ramo d’azienda con un investimento di circa 4 milioni di euro, ha l’idea di farle ripartire puntando sulla storica mission cardiochirurgica del Sant’Anna e su una squadra di professionisti guidata da un esperto del settore qual è il professore Mauro Cassese.
In ballo, oltre alla vicenda Sant’Anna e al futuro di 95 ex dipendenti che speravano nella riassunzione, c’è anche un pezzo importante della rete ospedaliera calabrese: confermando la revoca dell’accreditamento, la sentenza del Tar aveva permesso al Dipartimento Salute della Regione di riorganizzare la rete di Cardiochirurgia redistribuendo i 20 posti letto del Sant’Anna fra le Unità Operative pubbliche già esistenti e attive della Dulbecco di Catanzaro e del Gom di Reggio ma pure quella che deve essere istituita all’Annunziata di Cosenza. Se il Consiglio di Stato darà ragione alla clinica catanzarese, il disegno della Cittadella reggerà ancora? Fonte: Gazzetta del Sud









