Catanzaro, truffa Centro San Pio: tutta la “banda” di Claudio Parente e le “protezioni” del Comune

«(…) A seguito della precedente istanza presentata dalla nuova proprietà, che ha acquisito il ramo d’azienda relativo alla struttura (Centro San Pio, ndr), richiesta al comune capofila, competente per materia, sia la voltura dell’autorizzazione al funzionamento e dell’accreditamento, sia il trasferimento dell’autorizzazione e dell’accreditamento presso altra struttura nella propria disponibilità sita nel territorio del Comune di Marcellinara. Precisa, comunque, che nella precedente seduta della Conferenza dei Sindaci non è stato trattato il presente punto all’ODG a causa dell’assenza di rappresentanti di entrambi di comuni. Sul punto, cede la parola alla Dott.ssa Ienuso (…)».

Chi parla nel corso della riunione del 22 luglio 2022 dell’Ambito sociale di Catanzaro, è il dirigente Antonino Ferraiolo, “lo spacciatore dei documenti truccati” nel comune capoluogo di regione, che gode della copertura della mistica di Simeri Crichi, il segretario generale dott.ssa Vincenzina Sica. Colei che è stata delegata da Abramo prima e sembra anche dopo, da Fiorita, a organizzare in modo scientifico la corruzione nel palazzo, con la benevolenza e l’appoggio dei dirigenti a lei organici.

Non raccontiamo nulla di nuovo, perché è fatto risaputo e peraltro anche scritto negli atti delle diverse operazioni della procura di Catanzaro, come quello che resta il manuale d’uso, “Basso Profilo”, che il comune capoluogo di regione sia il centro della massomafia e che all’interno si consumano i migliori misfatti, le più articolate truffe, mentre fuori tutti gridano alla loro innocenza e verginità…

Il Comune di Catanzaro è un palcoscenico dove tutti diventano miracolosamente protagonisti e spettatori: a seconda dell’interesse specifico; dove tutti agiscono per fedeltà al personaggio; dove anche le nuove leve, quelli assunti con i concorsi fasulli, sono più truffaldini di chi li ha preceduti; dove tutti rispondono ad una partitura della commedia, quella scritta a più mani dai colletti bianchi, organici per scelta o perché unti in filigrana al sistema della massomafia. Non è una rivelazione del segreto di Fatima. Ecco perché la Sica è uguale a Ferraiolo e viceversa, così come altri dirigenti e funzionari della macchina comunale, gli evergreen della corruzione organica, tutti quelli che ormai da più parti vengono segnalati sempre più “vicini” ai nuovi locali della Dda di Catanzaro, dove prima di congedarsi (ancora c’è tempo almeno fino all’inverno), si dice, li stia aspettando il procuratore Nicola Gratteri.

Fare i soldi speculando sulla malattia, moltiplicando i posti letto o monetizzando i migranti è pratica diffusa. Ci sono dentro tutti: padre Piero Puglisi, il palazzinaro di Squillace Lido ed il suo nuovo “giocoliere” Marco Zummo, il clown arrivato da Palermo, la “pericolosa” nuova pedina della truffa di Fondazione Betania guidata dal vampiro dei boat peoples; c’è don Alfonso Velonà, il carceriere della Fondazione Ualsi di Botricello, dove anziani, disabili e immigrati si sovrappongono fra Sprar e Rsa, in un miscuglio che valorizza all’estremo i centimetri quadri e garantisce utili al prete; e poi c’è il boss Parente e la sua associazione – a delinquere – Vivere Insieme, la cui storia è ormai compendio nei tribunali della città. Ci sono gli avvoltoi storici che banchettano sui resti della sanità calabrese; la Chiesa quella che in Calabria è collusa al potere ed alle obbedienze; i colletti bianchi inquinati e complici, acquattati nelle stanze della regione Calabria, delle Asp territoriali ed ora, dopo la riforma del welfare, nei comuni del territorio. C’è un filo che li ricollega tutti, quello della complicità, della truffa e della corruzione, gli elementi del sistema massomafioso in sanità, dove tutti sono uguali e dove il cambio di guardia, come avvenuto al Comune di Catanzaro con Fiorita, è soltanto un vezzo, un’ipotesi, un burattino che soccombe alla forza della criminalità burocratica, che tiene saldamente i fili in mano.

«(…) Ripercorre l’iter dell’istanza di accreditamento, della voltura e del cambio di denominazione, precisando che al momento con un unico provvedimento amministrativo è stato disposto l’accreditamento provvisorio del Centro San Pio e la voltura dell’autorizzazione e dell’accreditamento alla nuova società, mentre per il trasferimento in altro comune era necessario l’approvazione della Conferenza dei Sindaci», le parole sono della Dott.ssa Caterina Maria Grazia Ienuso, a cui Antonino Ferraiolo aveva passato il testimone, nel corso della riunione della Conferenza dei Sindaci dell’Ambito di Catanzaro del 22 luglio 2022. La Ienuso rispetta il copione scritto da altri, fa la sua buona recita, elenca i provvedimenti tenendosi ben lontana dal dire la verità e, soprattutto di spiegare dove i suoi mandanti – lei è una misera controfigura, quei nuovi assunti figli della corruzione prossimi a spiccare il volo nella atmosfera del crimine burocratico – hanno nascosto la chiave di volta, che favorisce il boss Parente consumando sul Centro Diurno San Pio una serie infinita di reati e di omissioni, falsità ed abusi d’ufficio.

Facciamo un passo indietro ed entriamo nel dettaglio dei documenti. Formuliamo le domande, chiediamo come ed in che forma si è applicata la normativa, verifichiamo la legittimità degli atti. Sovrapponiamo le azioni effettuate al regolamento regionale e mandiamo tutto alla procura di Catanzaro, perché a naso la puzza di truffa copre ogni tentativo di profumare un ambiente, l’Ambito di Catanzaro, dove fra cadaveri non sepolti, buffet andati a male, la massomafia pensa di brindare! Entriamo nel capitolo delle domande sporche.

Siamo partiti del verbale della Conferenza dei Sindaci dell’Ambito di Catanzaro del 22 luglio 2022 e già si materializza la prima truffa. “Nelle n.6 (sei) pagine, di cui 5 (cinque) per intero ed una sino all’apposizione delle firme”, quindi in quello che a tutti gli effetti è il documento ufficiale, la prova documentale, non si rintraccia la manifestazione di volontà esplicita, non con il cenno di testa come gli asini, dei sindaci o delegati dei comuni di Andali e Marcellinara che “approvano” il trasferimento del Centro Diurno San Pio dal territorio di un ente all’altro, sia pure ricompresi nello stesso Ambito e quindi nel piano di Zona approvato e trasmesso alla regione Calabria il 24 giugno 2022. «(…) mentre per il trasferimento in altro comune era necessario l’approvazione della Conferenza dei Sindaci » ritorniamo alle parole della Ienuso, quelle che non offrono sponda e capacità di nascondere l’illegittimità consumata, anche perché lo certifica sempre nel verbale della Conferenza dei Sindaci, più volte citata.

Niente errore e nessun brindisi. Nei fatti il trasferimento del Centro Diurno San Pio da Andali a Marcellinara non è stato approvato, quindi resta un abuso di ufficio consumato in complicità da Ferraiolo ed i suoi funzionari, magari perché addomesticato in bonis dal boss delle cliniche Parente o dal suo protettore cittadino, il sindaco Nicola Fiorita.

Andiamo oltre e soffermiamoci sulla Determinazione dirigenziale n. 1836 del 26/06/2022 del “Settore politiche sociali ed abitative”, che Ferraiolo e la Ienuso, adottano e firmano ad appena due giorni dalla trasmissione del Piano di zona alla regione Calabria…un fatto, una traccia sospetta!

La porta della speranza mancata, dove tutto non depone per un’aspettativa positiva. Avremo modo di valutarlo, di evidenziarlo e di chiedere sempre il perché?