I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro e del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri hanno dato esecuzione a 13 misure cautelari personali e 9 misure patrimoniali nei confronti di 14 soggetti, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, peculato, riciclaggio, autoriciclaggio e altri reati contro la Pubblica Amministrazione e il servizio sanitario nazionale.
Nel mirino della Procura sono finiti 8 dirigenti medici, 3 infermieri, 2 funzionarie dell’ufficio ALPI (attività libero professionale intramuraria) e un imprenditore del settore dei dispositivi medicali. Per 10 di loro è stata disposta la misura degli arresti domiciliari, mentre altri due medici sono sottoposti all’obbligo di presentazione alla PG e al divieto di dimora nel comune di Catanzaro. Il gip del Tribunale di Catanzaro ha inoltre disposto un sequestro preventivo per circa un milione di euro, ritenuto il profitto delle condotte illecite. Indagato anche il dirigente medico del reparto di Ginecologia Antonio Raffaele Billa, destinatario di un sequestro beni.
CATANZARO, I NOMI DEGLI INDAGATI (https://www.iacchite.blog/catanzaro-nuovo-scandalo-allospedale-i-nomi-degli-indagati-la-procura-la-sanita-non-e-un-bancomat-per-i-furbi/)
Il sistema della truffa: visite private in nero e pazienti dirottati dagli uffici interni
Secondo la ricostruzione degli investigatori, gli otto medici coinvolti avrebbero svolto per anni, con la complicità dell’ufficio ALPI, visite intramoenia allargate presso studi privati esterni all’ospedale, incassando i compensi in contanti e versando all’azienda ospedaliera solo una minima parte, per simulare la regolarità delle prestazioni.
Il meccanismo era rodato: le funzionarie e il dirigente in quiescenza dell’ufficio ALPI accedevano abusivamente al sistema informatico per registrare prenotazioni fittizie e retrodatate, indirizzavano i pazienti verso i professionisti “privati” e coprivano sistematicamente l’illecito flusso di denaro.
Prestazioni durante l’orario di lavoro e liste d’attesa gonfiate
Molti degli appuntamenti si svolgevano durante l’orario di servizio, impedendo ai medici di smaltire le liste d’attesa nel pubblico. Così, i pazienti pagavano in nero per ottenere in fretta ciò che avrebbero avuto diritto a ricevere gratuitamente o con ticket.
Due infermieri sarebbero stati coinvolti attivamente nell’attività parallela, riscquotendo il denaro dai pazienti e partecipando all’organizzazione logistica delle visite. Le condotte, affermano gli inquirenti, erano tutt’altro che occasionali.
Interventi chirurgici illegali e fatture false con la complicità di imprenditori
Uno dei medici, già colpito da misura cautelare a gennaio 2024, avrebbe eseguito interventi di cataratta abusivi presso una clinica privata compiacente e nel proprio studio personale, in violazione del vincolo di esclusività con l’AOU.
Quando i pazienti chiedevano la fattura, il medico si sarebbe fatto aiutare dai colleghi dell’ufficio ALPI per emetterne una fittizia, attestando una prestazione differente per coprire l’intervento illegittimo.
Inoltre, lo stesso professionista avrebbe riciclato il denaro illecito con l’aiuto di un imprenditore cosentino e due società di capitali, utilizzate per emissione di fatture false e per il reimpiego del denaro in attività professionali. Anche le società sono indagate per responsabilità amministrativa degli enti, ai sensi del D.Lgs. 231/2001.
L’associazione per delinquere e il ruolo chiave dell’ufficio ALPI
Secondo la Procura, le prove raccolte giustificherebbero l’ipotesi di un’associazione per delinquere tra sei medici, gli infermieri e i funzionari dell’ufficio ALPI, tutti stabilmente impegnati in un sistema strutturato e ripetuto di falsificazioni, truffe e peculati a danno dell’AOU “Renato Dulbecco”.
L’inchiesta è stata condotta dal Gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza di Catanzaro e dal NAS dei Carabinieri, con intercettazioni, perquisizioni e un imponente lavoro documentale.
Rimborsi fittizi anche alla Federazione Medico Sportiva Italiana
Tra gli indagati anche un medico, già direttore dell’ufficio ALPI, oggi impiegato come Doping Control Officer per la Federazione Medico Sportiva Italiana. In 46 occasioni, avrebbe presentato documentazione falsa per ottenere rimborsi indebiti su pasti, viaggi e alberghi. In parallelo, avrebbe anche falsamente attestato la presenza in servizio, percependo compensi non dovuti.
Procura: “Difenderemo la spesa pubblica fino in fondo”
L’operazione è l’ennesima testimonianza del presidio costante della Procura di Catanzaro, della Guardia di Finanza e dei Carabinieri a difesa della spesa pubblica e del diritto alla salute dei cittadini. Un’indagine che smaschera le forme più sofisticate di frode ai danni dello Stato, e riafferma il principio che le risorse pubbliche non sono un bancomat per i furbi. CATANZARO, I NOMI DEGLI INDAGATI (https://www.iacchite.blog/catanzaro-nuovo-scandalo-allospedale-i-nomi-degli-indagati-la-procura-la-sanita-non-e-un-bancomat-per-i-furbi/)









